Al posto degli “aiuti” sarebbe meglio che annullassero il debito estero che Haiti ha con loro. Totalmente e senza condizioni. I “generosi aiuti” provengono soprattutto dai grandi creditori. E’ lecito parlare di “dono” quando sappiamo che la maggior parte di questo denaro servirà peri l pagamento del debito estero? O per uno “sviluppo nazionale” pianificato e deciso in funzione degli interessi delle oligrachie locali e degli stessi creditori?”
Eric Toussainte, direttore del Comitato per l’annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM), avverte che le esperienze negative dei soccorsi internazionali in occasione dello tsunami, convogliati verso il Bangladesh, Indonesia, Sri Lanka e Bangladesh, possono ripetersi puntualmente ora nell’isola caraibica. I fondi raccolti servirono per arricchire le grandi compagnie e le autorità locali. L’esperienza dei soccorsi confluiti nel 2004 ad Haiti in occasione del ciclone Jeanne, non fanno purtroppo sperare in bene.
Tutti gli aiuti finanziari cash sono vincolati e accaparrati dai grandi centri finanziari o dagli organismi internazionali creditori (Club de Paris, FMI ecc).
“Più dell’80% del debito estero di Haiti appartiene al Banco mondiale (BM) ed al Banco Interamericano dello Sviluppo (BID)” dice Toussaint. “Il programma PPME (Iniziativa Paesi Poveri molto indebitati) a cui venne ammesso Haiti nel 2006, è una tipica “operazione di lavaggio” del debito odioso. Il risultato è che solo tre anni dopo, il debito haitiano era aumentato da 1337 a 1884 milioni di dolari”.
Ad Haiti, l’unico ed effettivo aiuto concreto - dagli effetti duraturi - che si possa concedere, è l’annullamento del suo debito estero. In tal senso, gli annunci fatti dalla Francia e dall’Italia vanno nella direzione corretta perchè esonerano gli haitiani dal pagamento del debito esistente.
via America Latina - Altri occhi e parole
Eric Toussainte, direttore del Comitato per l’annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM), avverte che le esperienze negative dei soccorsi internazionali in occasione dello tsunami, convogliati verso il Bangladesh, Indonesia, Sri Lanka e Bangladesh, possono ripetersi puntualmente ora nell’isola caraibica. I fondi raccolti servirono per arricchire le grandi compagnie e le autorità locali. L’esperienza dei soccorsi confluiti nel 2004 ad Haiti in occasione del ciclone Jeanne, non fanno purtroppo sperare in bene.
Tutti gli aiuti finanziari cash sono vincolati e accaparrati dai grandi centri finanziari o dagli organismi internazionali creditori (Club de Paris, FMI ecc).
“Più dell’80% del debito estero di Haiti appartiene al Banco mondiale (BM) ed al Banco Interamericano dello Sviluppo (BID)” dice Toussaint. “Il programma PPME (Iniziativa Paesi Poveri molto indebitati) a cui venne ammesso Haiti nel 2006, è una tipica “operazione di lavaggio” del debito odioso. Il risultato è che solo tre anni dopo, il debito haitiano era aumentato da 1337 a 1884 milioni di dolari”.
Ad Haiti, l’unico ed effettivo aiuto concreto - dagli effetti duraturi - che si possa concedere, è l’annullamento del suo debito estero. In tal senso, gli annunci fatti dalla Francia e dall’Italia vanno nella direzione corretta perchè esonerano gli haitiani dal pagamento del debito esistente.
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1 commento:
la gara allo sciacallaggio internazionale e' appena iniziata, occhi aperti e stomaco forte, ne vedremo delle belle
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