martedì 31 marzo 2009

Ma di certo si può...lucrare di più!


Uno che si vanta di essere stato punk prima degli altri e che grazie a ciò guadagna soldoni vendendo dischi riciclati, poi ha pure il coraggio di inaugurare il congresso di scioglimento di AN.

Ecco, uno così si merita un dispetto.

Per cui vi invito a scaricarvi gratuitamente tutto ciò che di ascoltabile ha registrato questo individuo (qua).

lunedì 30 marzo 2009

Il Vangelo dei famosi / L'isola dei cristiani

Photobucket

La realtà sta superando troppo spesso, anche la più fervida (o perversa) delle immaginazioni.

Non ho feisbuc, altrimenti starei tutto il giorno a votare Giuda (clamorosamente relegato in ultima posizione, al contrario di Gesù e Maria, invotabili, probabilmente perchè eletti leaders della settimana).

via Giorgio Montanari blog

domenica 29 marzo 2009

sabato 28 marzo 2009

Delle nuove leve per gestire il fallimento

Non è inutile precisare, per aiutare alla comprensione della nostra epoca, attraverso quale processo lo sviluppo del capitalismo sia sfociato in una crisi planetaria che è la crisi dell'economia nel suo funzionamento totalitario.
Ciò che ha dominato, dall'inizio del XIX secolo, l'insieme dei comportamenti individuali e collettivi, è stata la necessità di produrre. Organizzare la produzione tramite il lavoro intellettuale e il lavoro manuale esigeva un metodo direttivo, una mentalità autoritaria, se non dispotica. Erano i tempi della conquista militare dei mercati. I paesi industrializzati depredavano senza scrupoli le risorse delle nuove colonie.
Quando il proletariato iniziò a coordinare le sue rivendicazioni, subì, a dispetto della sua spontaneità libertaria, l'influenza autocratica che la preminenza del settore produttivo esercitava sui costumi. Sindacati e partiti operai si danno una struttura burocratica che avrebbe finito per ostacolare le masse laboriose con il pretesto di emanciparle.
Il potere rosso si stabilisce tanto più facilmente perché riesce a strappare alla classe sfruttatrice porzioni dei benefici, tradotte in aumenti salariali, miglioramenti del tempo lavorativo (la giornata di otto ore, le ferie pagate), vantaggi sociali (sussidio di disoccupazione, mutua).
Gli anni '20 e '30 spingono al suo stadio supremo la centralizzazione della produzione. Il passaggio dal capitalismo privato al capitalismo di Stato avviene brutalmente in Italia, in Germania, in Russia, dove la dittatura di un partito unico - fascista, nazista, stalinista - impone la statalizzazione dei mezzi di produzione.
Nei paesi in cui la tradizione liberale ha salvaguardato una democrazia formale, la concentrazione monopolistica che attribuisce allo Stato una vocazione padronale si compie in modo più lento, sornione, meno violento.
È negli Stati Uniti che si manifesta per la prima volta un nuovo orientamento economico, votato ad uno sviluppo che trasformerà sensibilmente le mentalità e i costumi: l'incitamento al consumo infatti diventa più forte della necessità di produrre.
A partire dal 1945 il piano Marshall, destinato ufficialmente ad aiutare l'Europa devastata dalla guerra, apre la via alla società dei consumi, identificata ad una società del benessere.
L'obbligo di produrre a qualunque prezzo cede il posto ad un'impresa addobbata con gli ornamenti della seduzione, sotto la quale si nasconde nei fatti un nuovo imperativo prioritario: consumare. Consumare qualunque cosa, ma consumare.
[...]
Si sono visti così i settori prioritari sacrificati a vantaggio del settore terziario, che vende la propria complessità burocratica sotto forma di aiuti e protezioni. L'agricoltura di qualità è stata schiacciata dalle lobbies dell'agroalimentare che producono in eccesso surrogati di cereali, carni e verdure. L'arte di abitare è stata sepolta sotto il grigiore, la noia e la criminalità del cemento che assicura le entrate dei gruppi di affari.
Per quanto riguarda la scuola, essa è chiamata a servire da riserva per gli studenti d'élite ai quali è promessa una bella carriera nell'inutilità lucrativa e nelle mafie finanziarie. Il circolo è chiuso: studiare per trovare un impiego, per quanto aberrante sia, si è riallacciato con l'ingiunzione di consumare nel solo interesse di una macchina economica che si blocca da tutte le parti in Occidente - anche se gli specialisti ci annunciano ogni anno la sua trionfale ripresa.
Ci impantaniamo nelle paludi di una burocrazia parassitaria e mafiosa in cui il denaro si accumula e circola in circuito chiuso anziché investirsi nella fabbricazione di prodotti di qualità, utili al miglioramento della vita e del suo ambiente. Il denaro è ciò che manca di meno, contrariamente a quello che vi rispondono i vostri deputati, ma l'insegnamento non è un settore redditizio.

Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1996

venerdì 27 marzo 2009

Massacro Hc Punk! @ XM24 (Bologna)

Photobucket

giovedì 26 marzo 2009

Tiqqun - Appello (e non solo...)

Durante l'interessante incontro di ieri sera, l'autore del libro Vivere senza padroni, Stefano Boni, ha citato e consigliato un pamphlet (Appello) del collettivo parigino Tiqqun, nato nel 1999 da e con l'omonima rivista filosofica e il cui scopo generale è quello di "ricreare le condizioni per una comunità altra".

Influenzati, tra gli altri, dal pensiero situazionista e dall'opera di Agamben, quelli di Tiqqun si contraddistinguono per una critica libertaria e disincantata sia delle attuali condizioni di vita dell'uomo all'interno delle società occidentali(zzate) che delle vecchie/nuove forme di potere ora dominanti. In tal senso recuperano, nei due numeri della rivista da loro pubblicata, da un lato l'analisi di Debord, la sua nozione di spettacolo e la vasta critica situazionista della vita quotidiana, dall'altro il concetto foucaultiano di biopotere, incrociandoli in proposte sicuramente estreme e non convenzionali ma cariche di una lucidità del tutto peculiare ed efficace in un periodo di aridità intellettuale come quello che stiamo vivendo.

Proprio l'aridità desertica sembra essere il punto di partenza dell'Appello in questione, che inizia con queste parole:

Non manca nulla al trionfo della civiltà.
Non il terrore politico e neppure la miseria affettiva.
Non la sterilità universale.
Il deserto non può più estendersi: è ovunque.
Ma può ancora diventare più profondo.
Di fronte all'evidenza della catastrofe c'è chi si indigna e chi
ne prende atto, chi denuncia e chi si organizza.
Noi siamo dalla parte di chi si organizza.


Tiqqun - Appello Tiqqun - Appello

Purtroppo, uno dei fondatori del collettivo, tale Julien Coupat, è stato recentemente coinvolto in una brutta storia di persecuzione poliziesca, della quale avevamo parlato qui e qui, che ha visto la mobilitazione di diversi intellettuali, francesi e non.

Fedeli alla tradizione situazionista, i loro materiali sono totalmente svincolati dalle catene mercantili del copyright.
Siete dunque caldamente invitati a scaricarli, riprodurli e diffonderli.

Qua c'è tutta la bibliografia che sono riuscito a trovare on-line:

* Tiqqun n.1 - Exercices de Metaphysique Critique (primo numero della rivista, 1999 - in francese).

* Tiqqun n.2 - Zone d'opacité offensive (secondo numero della rivista, 2001 - in francese).


* Tiqqun - Introduzione alla guerra civile (traduzione di Introduction à la guerre civile, tratto dal secondo numero della rivista). Parte prima La guerra civile, le forme di vita.

*
Tiqqun - Introduzione alla guerra civile (traduzione di Introduction à la guerre civile, tratto dal secondo numero della rivista). Parte seconda L'impero, il cittadino.

*
Tiqqun - Ecografia di una potenzialità (traduzione di Echographie d'une puissance, tratto dal secondo numero della rivista).

*
Tiqqun - La comunità terribile. Della miseria dell'ambiente sovversivo (traduzione di Thèses sur la communautè terrible, Comment faire? e Ceci n'est pas un programme, tratti dal secondo numero della rivista).

Buona lettura!

mercoledì 25 marzo 2009

1 shot 2 kills

Troppo simpatici questi israeliani!
Si credono migliori di tutti i loro vicini di (quella che potremmo chiamare) casa, in base a una presunta superiorità morale, ideologica, politica e civile.
Poi, con le tasche gonfie di valuta occidentale, armano per benino i loro soldati e li mandano dal tipografo a stampare le nuove "magliette della salute" per tutto l'esercito.


Scommetto che gli stampatori avranno fatto affari...



Queste alcune delle frasi riportate sulle t-shirts:


- "Meglio usare Durex" sotto l'immagine di un bambino palestinese morto.

- "Scommetto che sei stata violentata" dice un soldato israeliano a una donna araba piena di lividi.

- "Non ci calmeremo finchè la morte non confermeremo" esclama un altro gruppo di soldati israeliani disegnati (confermare la morte, in gergo militare, significa sparare alla testa da distanza ravvicinata per essere certi dell'effettivo decesso).

- "Lasciate che ogni madre araba sappia che il destino di suo figlio è nelle mie mani".

martedì 24 marzo 2009

Vivere senza padroni @ XM24 (Bologna)

presentazione del libro con l’autore Stefano Boni

È nel vissuto che si costruisce l’antagonismo, sostiene l’autore, non nei grandi eventi mediatici del movimento. Perciò questa narrazione “antropologica” si sofferma sulle prassi di vita di un frammento di umanità ribelle, al di là degli stereotipi mediatici. Il movimento è la sua cultura, una cultura che è fatta di valori specifici, di un immaginario comune e comunitario, di emozioni e idiosincrasie condivise, ma anche del loro tradursi e manifestarsi in uno stile di vita. In queste modalità peculiari e distintive di fare le cose e di pensare il mondo si genera l’identità comune, il “noi” descritto in questo libro. Un “noi” non delimitabile ma identificabile e identificante. È un ritratto dall’interno di un circuito conviviale in cui si colloca anche l’autore, antropologo e libertario, osservatore e partecipe insieme, in uno sforzo di oggettività empatica.

Questo è un libro COPYLEFT. Si può scaricare in formato elettronico, copiare e diffondere liberamente senza fini di lucro.


a seguire concerto frigotecniche + donna bavosa

X MARY
punk extravaganza

RELLA THE WOODCUTTER
country folk punk

Il DNA aveva torto


Travaglio non è un mio idolo ma, nel piattume generalizzato dell'informazione, alcune riflessioni interessanti si possono ascoltare solo da lui.
Ieri ha preso in considerazione il caso dei due romeni arrestati per primi dopo lo stupro della Caffarella.
Ed è inquietante ascoltare come si è svolta per intero la vicenda (ho tagliato il video dell'intervento di Travaglio, dura poco più di dieci minuti: ascoltatelo).

In un simile clima di autoritarismo, portato avanti a suon di decreti legge e provvedimenti di emergenza, questa non è che la prima fase di un fascismo a bassa intensità che metterà a dura prova la nostra voglia di espatriare.

Spero solo che la mia volontà non sia troppo debole.

lunedì 23 marzo 2009

Jo Squillo Eletrix - Skizzo skizzo


La grande truffa del rock'n'roll...

domenica 22 marzo 2009

Un esempio di resistenza

Nelle prigioni di questo pianeta, in tutte le varietà che presenta questa ignominia, il potere esercita ogni giorno la stessa pratica: trasformare uomini e donne in piccole unità di sopravvivenza, impotenti e tristi. In fondo alle galere di certe dittature, per esempio, i prigionieri sono lasciati senz'acqua e cibo per vari giorni. Quando la situazione è giunta al limite, si dà loro una razione tanto scarsa da costringerli a battersi con il compagno di cella per mangiare. In questo modo, si formano spesso mafie interne e i più forti decidono la sorte dei più deboli. I metodi possono variare, essere più o meno brutali, ma il funzionamento rimane identico.
I classici del pensiero politico borghese considerano questa situazione uno stato "naturale" dell'umanità: l'uomo è lupo per l'uomo, in un ambiente naturale limitato prevale la guerra di tutti contro tutti, anche nel caso di quella guerra "sublimata" che è il mercato. Con simili ragionamenti si è giunti fino a spiegare il progresso. Per questo la borghesia non è mai stata in grado di liberarsi dal darwinismo sociale e, in ultima istanza, da quel fantasma che la segue come la sua ombra e che essa non smette mai di esorcizzare con discorsi sui diritti dell'uomo: il nazismo.
L'analogia con il carcere, però, può indurci in errore e farci credere che eliminando gli amministratori e le guardie del mondo la faremo finita con l'oppressione una volta per sempre. Il guaio è che non c'è un'uscita di sicurezza dal pianeta e nessun Settimo cavalleggeri intergalattico verrà a salvarci alla fine del film. Il nostro carcere, il nostro campo di concentramento è la banalità quotidiana.
I detenuti in certe prigioni considerano spesso la propria situazione come una realtà qui e ora e non come una fase passeggera che finirà il giorno in cui potranno finalmente uscire "in libertà". Qui e ora bisogna resistere, si dicono, al sistema di oppressione degli amministratori e delle guardie. In questo caso la resistenza significa la costruzione di una rete di condivisione e di solidarietà dentro la prigione, una specie di comunismo applicato al qui e ora, capace di far fronte alla serialità che i carcerieri vogliono imporre.
In certe prigioni latinoamericane, per esempio, i prigionieri comuni riproducevano all'interno la divisione tra delinquenti e mafie che si contendevano magri beni e privilegi. Quando arrivavano prigionieri politici spesso la situazione cambiava radicalmente. Si spartivano le poche cose, si organizzavano attività creative, rappresentazioni teatrali, gruppi di riflessione, si eleggevano delegati e si riusciva perfino a limitare la brutalità delle guardie. Le dittature capirono in fretta la logica di questo fenomeno e decisero di dividere detenuti comuni e detenuti politici.
Che cosa avveniva in quelle situazioni? I prigionieri politici non promettevano ai detenuti comuni piani infallibili di evasione e nessun altro sistema per liberarsi. [...] Si limitavano a invitare tutti a fare qualcosa per cambiare la vita, qui e ora, e a resistere così al potere carcerario. [...] la speranza di sfuggire a questo mondo forse non è che un desiderio indissolubilmente legato alla condizione umana. Le religioni se ne sono alimentate per secoli e, chissà, lo stesso hanno fatto gli ideali rivoluzionari. Ma presentare questo mondo, questa situazione, come un momento provvisorio, in attesa del giudizio finale o dell'ondata rivoluzionaria, è stata in ogni epoca la strategia degli oppressori di ogni e qualsiasi tendenza. La "speranza", in questo senso, può essere profondamente reazionaria.


M. Benasayag
- D. Scavino, Per una nuova radicalità, Il Saggiatore

S'è spenta la fiamma

via Militant

sabato 21 marzo 2009

Senti questa qui che è bella...

Pare che Forza (N)uova abbia candidato come prossimo sindaco di Bologna il moderatissimo Don Giulio Tam.
Uno che si è formato nel seminario di Eco'ne fondato dal vescovo Marcel Lefebvre, che è stato allievo del vescovo negazionista Richard Williamson ed è attualmente impegnato a tenere corsi di formazione alle giovani zecche nere.
Uno che considera Mussolini un martire e si dichiara
favorevole al suo processo di beatificazione.
Uno che afferma (bontà sua): "
La tonaca è soltanto una camicia nera più lunga" e "Per noi le Crociate sono Sante, Sante perché giuste, giuste e doverose".

Ahahahah!
Questo è l'elemento migliore che Forza (N)uova è riuscito a trovare in Emilia?
Ahahahah!
Uno che fino a ieri stava in Valtellina a parlare alle vacche al pascolo?
Ah, l'intellighenzia destrorsa...

venerdì 20 marzo 2009

Il polpastrello da 2 gb

Mai fare battute a un informatico: potrebbe prenderle sul serio. È nata così la storia di Jerry Jalava, programmatore finlandese che ha una chiavetta Usb al posto dell'ultima falange dell'anulare sinistro.

La falange originale è andata persa a causa di un incidente in moto e così uno dei dottori dell'ospedale in cui era ricoverato ha suggerito a Jerry, scherzando, di sostituire il pezzo mancante con una penna Usb: dopotutto, di mestiere il ragazzo è un informatico.

L'idea è piaciuta al programmatore che l'ha subito messa in pratica: ora alla mano sinistra ha una protesi amovibile in silicone che termina con un connettore Usb e nasconde una memoria flash da 2 Gbyte.

via Zeusnews

Fuori il primo


Avanti un altro...

Dall'alto di un bracciolo del divano...


Quel puffo sciccoso di Brunetta è tornato ad esternare.

Memore dell'utilità dei berlusconiani cuscini, il nostro mini-stro, per sentirsi all'altezza della situazione, si è accomodato sul bracciolo del divano di casa sua e coccolato dalla morbidezza della sua sciarpina di cashmere si è messo a giudicare il popolo-bove che, incazzato, è sceso in strada a reclamare i propri diritti.
Con la modestia tipica di un "quasi premio Nobel" ha definito gli studenti manifestanti: guerriglieri, ragazzotti in cerca di sensazioni, gente che non ha seguito nelle università e della quale non si conosce la piattaforma (??).


Chiusi ad ammuffire nei loro palazzi, nelle loro macchine e protetti in strada da buttafuori lampadati, g
li odierni burocrati non hanno solo perso il contatto con la realtà ma addirittura la confondono con qualcos'altro.

Hanno svuotato le strade, le piazze, le città, per riempirle di cittadini ignoranti e impauriti pronti a bastonare gli "altri" e i "diversi".
Schifano e remprimono qualsiasi forma di dissenso tacciandola di inciviltà e terrorismo.
Istituzionalizzano quello che altro non è che un loro sogno ricorrente: lo sciopero virtuale.


E fanno tutto questo in nome della democrazia.
La loro democrazia.
Questa democrazia:

giovedì 19 marzo 2009

mercoledì 18 marzo 2009

Questa è casa mia e qui comando io!


La simbologia, soprattutto nelle occasioni pubbliche, ha ormai assunto un ruolo di primo piano. Le strategie comunicative approfittano della presenza delle telecamere per sfoggiare tutta la loro spudoratezza.

E allora ecco il boss in maniche di camicia, chiamare a sè, proprio come animali sapientemente ammaestrati, coloro i quali dovranno fare le sue veci in provincia mentre lui è impegnato a Roma a salvare il mondo con il nucleare. Loro invece sono costretti a trattenere tutta l'emozione del momento nelle cuciture della giacca, manco fossero ospiti in un salotto altrui.

Il mastellismo ha fatto scuola.
E tante, più o meno piccole, Ceppaloni sono già nate sull'italico territorio.

lunedì 16 marzo 2009

Dax odia ancora!

Giovanardi e la Cristoterapia©

Aspettavamo con ansia la risposta italiana al presidente boliviano Morales che, durante la conferenza dell'Onu sulla droga a Vienna, aveva provocatoriamente masticato una foglia di coca davanti agli astanti.
Avevamo pronosticato che Giovanardi si sarebbe sparato un bel buco in vena con acqua santa spacciandolo come rimedio infallibile alla piaga della tossicodipendenza.

Invece eravamo stati fin troppo ottimisti.

Infatti il nostro stagionato chierichetto anti-droga, dopo qualche giorno di febbrili consultazioni, ha deciso di appoggiare in toto il metodo della Cristoterapia©.
In cosa consista credo sia facilmente intuibile: esclude i farmaci e punta a dar rilievo al senso spirituale dell'uomo.

Più interessante è invece sapere che tale metodo è stato proposto per primo da tale Pierino Gelmini, fondatore della Comunità Incontro, già condannato per truffa e bancarotta fraudolenta e ora sotto processo per presunti abusi sessuali (anche su minori) a danno degli ospiti della sua comunità.
Un individuo integerrimo, che sia la magnanima Chiesa Cattolica© che la nostra brillante Repubblica Italiana© non potevano non premiare, la prima premettendo al suo nome l'appellativo "Don", la seconda conferendogli le onorificenze più altisonanti (Commendatore, Cavaliere, Gran Ufficiale).

In conclusione, sarebbe un po' come affidare la riforma della giustizia a un pluricondannato...

domenica 15 marzo 2009

Bologna prende casa

Il lavoro fa male anche ai leghisti

Meno male che ce l'avevano duro...

via Metilparaben

Bici-carrello

Che idea geniale! Per chi come me è abituato a caricare il cestino della bici in modo indegno, legare due sacchetti al manubrio e magari indossare uno zaino pieno e pesante è davvero una svolta! La voglio!!

Via ecoble

sabato 14 marzo 2009

The Secret - Funeral monolith


Collettivo antipsichiatrico Artaud

A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria. Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista" della mente ma siamo tutte persone interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgono tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi, 72 a PISA per info :
antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

www.artaudpisa.noblogs.org

venerdì 13 marzo 2009

Come ti ribalto i punti di vista

Esagerismo made in U.S.A.!

Classico esempio nel quale, partendo da presupposti condivisibili si giunge a conclusioni logicamente imbarazzanti.

Capisco che uno sia terrorizzato dalle presenti e future condizioni del pianeta terra.
Capisco che uno a questo pianeta terra possa essere molto legato.
Capisco che uno possa scegliere di non voler proseguire la catena riproduttiva della specie, evitando di generare pargoletti.
Capisco anche che uno detesti l'inerzia alla quale siamo costretti da un dato sistema di cose e che decida di pensare e fare qualcosa per uscire da una simile situazione.

Ma addirittura arrivare a fondare un Movimento per l'Estinzione Umana Volontaria mi sembra un po' eccessivo...

Oltrettutto gli intenti del gruppo, nato guardacaso negli States, sono alquanto contraddittori (vi prego di dare un'occhiata al loro sito web multilingue).

Affermano di voler riportare la Terra al suo splendore naturale, alla sua gloria di un tempo (?), così che tutte le creature potranno essere libere di vivere, morire, evolversi e forse scomparire.
E la speranza che si presenta come alternativa all’estinzione di milioni di specie vegetali ed animali è l’estinzione volontaria di una sola specie: quella umana.

Non so se qualcuno ha mai spiegato a questi esaltati che ha poco senso fondare un movimento simile, dal momento che basterebbe anche una sola persona contraria ai loro principi, magari proprio l'ultima rimasta, a mandare a puttane migliaia di anni di propaganda e pianificazione.

Mah...

giovedì 12 marzo 2009

Sempre peggio!

NO COMMENT.

via Femminismo a sud

lunedì 9 marzo 2009

Il buono, il brutto, il cattivo

Ok, scherzavo, il buono non esiste.
Sono stati due minuti di zapping fatali.
Su La7 Gold.
Il Processo di Biscardi on air.
Taormina e Capezzone che discettavano di Mourinho e moviola in campo.

Mai più zapping, meglio zappare.

sabato 7 marzo 2009

Vic Du Monte - Idiot prayer


Non so se mi spiego, ma mercoledì 11 in un cazzo di buco nella periferia bolognese chiamato Lazzaretto, potremo prenderci in faccia gli sputi di Vic Du Monte e Alfredo Hernandez.

Chi sono?


2/4 di Kyuss.

Punto.

Fare della scuola un centro di creazione di vita, non l'anticamera di una società parassitaria e mercantile

Nel dicembre 1991 la Commissione europea ha pubblicato un memorandum sull'insegnamento superiore. Vi si raccomandava alle università di comportarsi come imprese sottoposte alle regole concorrenziali del mercato. Lo stesso documento auspicava che gli studenti fossero trattati come dei clienti, incitati non ad apprendere ma a consumare.
I corsi diventavano così dei prodotti, i termini "studenti", "studi", lasciavano il posto ad espressioni più appropriate al nuovo orientamento: "capitale umano", "mercato del lavoro".
Nel settembre 1993 la stessa Commissione recidiva con un Libro verde sulla dimensione europea dell'educazione. Vi si precisa che, sin dalla scuola materna, bisogna formare delle "risorse umane per i bisogni esclusivi dell'industria" e favorire "una maggiore adattabilità di comportamento in maniera da rispondere alla domanda del mercato della manodopera".
Ecco come lo zoom insudiciato del presente proietta come futuro radioso la forza esaurita del passato!
Una volta eliminato quel che sussisteva di mediocremente redditizio nella scuola di ieri - il latino, il greco, Shakespeare e compagnia -, gli studenti avranno finalmente il privilegio di accedere ai gesti che salvano: equilibrare la bilancia dei mercati producendo dell'inutile e consumando della merda.

Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1996

Va bene il ricambio generazionale, ma...


L'America è la patria delle libertà, non è vero?
Allora beccatevi la nuova star del partito repubblicano.
Ha quattordici anni.

Questa è una delle rarissime volte in cui mi tengo stretta la mia italietta.

venerdì 6 marzo 2009

L'antirazzismo italiano

Toh!
Proprio adesso che abbiamo istituito delle simpatiche ronde anti-stranieri, proprio adesso che permettiamo il manifestarsi e il diffondersi di spudorate offensive neofasciste in mezza Italia, proprio adesso che istighiamo i medici a farsi delatori del clandestino malato di turno, proprio adesso che abbiamo deciso di prolungare il soggiorno-premio nella lussuosissima catena di hotel CPT,
proprio adesso, dico, ci permettiamo di dare lezioni di antirazzismo al mondo.

I vincitori dell'ultimo concorso a premi nazionale, adesso al governo, hanno infatti bollato come razzista e antisemita la bozza di dichiarazione finale preparata per l'imminente Conferenza Onu sul razzismo, prevista ad aprile a Ginevra.
Fonti attendibili quanto il tabacchino sotto casa (Hareetz), ci informano che la guida della stesura della bozza sarebbe stata presa dalla Sira e dall'Iran.

Ma cosa mai ci sarà scritto di così terribile in questo documento?
Queste le frasi che ho trovato sui quotidiani online:

- La politica nei territori palestinesi è una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid

- Si esprime profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato

- Israele viene accusato di tortura, blocco economico, gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori e definito una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza

Ora, mi sono letto quella bozza (che trovate in inglese qui) nelle parti in cui si parlava della situazione mediorientale (pag. 10).
E ho notato che non c'è ASSOLUTAMENTE scritto che Israele è una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza, ma che "un'occupazione straniera fondata sugli insediamenti, delle leggi basate sulla discriminazione razziale con lo scopo di proseguire il dominio dei territori occupati [...], contraddicono totalmente gli intenti e i principi della Carta delle Nazioni unite, della Dichiarazione dei diritti umani [...] e costituiscono una seria minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale".
Che è un po' diverso dal dire che Israele è una minaccia internazionale.
Ma di certo non mi stupisco del fatto che i giornalisti italiani non si degnino neanche di cercare e leggere le fonti, prima di stendere il misero riassuntino che gli hanno assegnato come compito.

In ogni caso, se quelle sono frasi antisemite, la Lega nord è un partito di intellettuali.

giovedì 5 marzo 2009

JR, l'artivista

JR è un ragazzo di 25 anni, francese, un fotografo molto speciale. Il suo lavoro è un intreccio di arte e azione e le sue foto parlano di libertà, identità e limiti.
Lui stesso si definisce artivista, ovvero artista-attivista.
I suoi progetti sono spesso illegali, per questo motivo lavora spesso di notte e a volto coperto e quando appare in pubblico camuffa la sua identità.
Concordo con lui che la fotografia, una forma d'arte universale, è attualmente incarcerata in gallerie e musei. Così JR trasforma le strade in gallerie a cielo aperto. I suoi progetti espositivi di grande formato appaiono visibili a tutti, 24 ore su 24.
Dal 2001 da Parigi a Los Angeles passando per Montfermeil - Clichy-sous-Bois o Gerusalemme o l'Italia è autore di numerose mostre selvaggie o "expo 2 rue".
Con il suo obiettivo 28 mm fotografa da vicino visi smorfiosi delle popolazioni locali e incolla manifesti giganti nelle strade. Utilizza il bianco e nero per creare una differenza con la colorata aggressione pubblicitaria.
Il suo obiettivo è combattere i clichés presenti nell'immaginario collettivo e lasciare uno spazio libero per un incontro tra soggetto/attore e passante/interprete.
Il suo PROGETTO 28 MM si divide in tre tappe.
Nel 2004, la prima tappa: "Portrait d'une generation". Con la collaborazione di Ly Ladj del collettivo di artisti Kourtrajmé, riveste Montfermeil con poster giganti raffiguranti alcuni residenti. Con un pò di impertinenza JR provoca i passanti e interroga la rappresentazione sociale e mediatica di una generazione vista solo alle porte di Parigi o attraverso i telegiornali (i giovani delle famose banlieues).
Nel 2007 realizza insieme a Marco il progetto "face 2 face", la più grande esposizione fotografica illegale al mondo, in otto città israeliane e palestinesi. Incolla i suoi immensi ritratti di palestinesi e israeliani, che svolgono lo stesso mestiere, faccia a faccia, anche sul muro di sicurezza/separazione.
Attraverso questo progetto JR vuole mostrare che l'arte può rinviare i limiti del possibile.
Nel 2008 con "Women" prende in considerazione la condizione delle donne africane nelle zone di conflitti etnici come Kenya, Sudan, Sierra Leone e Liberia. Lo stesso progetto si è spinto fino al Brasile, nel contesto delle favelas di Rio de Janeiro, per favorire l'incontro di donne che nella propria quotidianità affrontano la perdita violenta di un parente, di un figlio e una repressione arbitraria.

Andate sul sito di JR ad ammirare le sue opere!



mercoledì 4 marzo 2009

Scajola, il suo feudo e il nucleare

Il Ministro Scajola illustra la sua idea di nucleare

Giusto così, per condividere un po' del malessere provato da noi che viviamo in quelle terre lì, riporto un interessantissimo articolo di Marco Preve e Emiliano Fittipaldi (L'Espresso) pubblicato successivamente da ImperiaParla (grazie!), che sono convinto vi aiuterà a capire meglio in che razza di palude melmosa sguazzano i politicanti odierni.

Gente che parla di nucleare e che, nel migliore dei casi, basa la sua conoscenza in materia sulla lettura del Manuale delle giovani marmotte in bagno.

Gente che spadroneggia nel suo triste paese manco fosse nel salotto di casa, creando un vero e proprio feudo (con tanto di dinastia...) e regalando favoritismi a valvassori e valvassini di turno.

Fanno, disfano, inaugurano, cementificano, derogano, abbattono, appaltano, progettano.
E ridono.
Ridono.
Alla faccia nostra, loro ridono.
Non gli rimangono che le strette di mano e le pacche sulle spalle, per la felicità degli obiettivi e delle cineprese al servizio dello spettacolo integrato.

Ridono per mantenere in piedi la facciata splendente.
Ma dietro la facciata tutto è già crollato.

Etica?
Mai sentita.
Moralità?
Mai avuta.
Vergogna?
Neanche quella conoscono.

La loro non è democrazia.
E' un'aristocrazia.
Ma un'aristocrazia al contrario.
Aristotele chiamava Aristocrazia "il governo dei migliori".
Noi abbiamo votato e continuiamo a votare per avere un "governo dei peggiori".

Scajola ha un’idea Atomica
Un feudo in Liguria. Un drappello di fedelissimi in Parlamento. Fondi miliardari per le imprese.
La fitta rete di potere del ministro e le sue mire.


La monnezza di Imperia è l’unica cosa che turba le sue notti. Il ministro atomico Claudio Scajola proprio non se l’aspettava che i suoi uomini potessero trasformarsi in epigoni di Bassolino e Iervolino. Nemmeno fossimo a Napoli o Afragola, piuttosto che nella civilissima Riviera dei Fiori. Lo smacco, invece, è arrivato: la Regione Liguria (di centrosinistra) ha commissariato la Provincia imperiese governata da Forza Italia, spedendo l’ex prefetto di Genova Giuseppe Romano a gestire l’emergenza rifiuti. Sarà una bella gatta da pelare: il territorio della zona è piccolo e montuoso, i siti adatti a realizzare sversatoi pubblici si contano su una mano, termovalorizzatori nessuno ne vuole e i comuni, quasi tutti scajolizzati, soffrono della sindrome ‘nimby’, i rifiuti ovunque, ma-non-a-casa-mia.
Ma esclusa la spazzatura che insozza il suo feudo elettorale, ‘u Ministru’, come lo chiamano dalle sue parti, non ha preoccupazioni di sorta. Titolare dello Sviluppo economico e collezionatore di deleghe pesanti (controlla le Attività produttive, le Comunicazioni e il Commercio internazionale), gestisce un impero in crescita costante, anche grazie a un sistema di potere capillare che ne fa, insieme a Giulio Tremonti, l’uomo più influente del governo. I due ora lottano per mettere il cappello sul nucleare che verrà: l’imperiese per ora è in pole, mentre l’economista, azionista di riferimento dell’Enel che ha appena concluso un accordo con la francese Edf per costruire quattro nuove centrali, sta tentando di fermarne l’attivismo. Sarà difficile, visto che Berlusconi in persona ha abbracciato la sua causa firmando un patto con Nicolas Sarkozy per produrre insieme energia nucleare.
Signore assoluto del Ponente ligure, accusato di aver creato il volo Roma-Albenga per le sue necessità di pendolare, appassionato d’auto d’epoca, pallanuoto e fornelli (è membro dell’Accademia italiana della cucina), Scajola, per bocca di alti dirigenti della Confindustria, “non avrà in mano il controllo della spesa, ma è tra i più ascoltati dal Cavaliere ed è il vero padrone della macchina di Forza Italia. Le imprese, quando vogliono qualcosa, devono bussare alla sua porta”. Il peso politico conta, ma non basta. La leva è, come sempre, nel denaro: il ministero gestisce oltre 5 miliardi di euro l’anno di incentivi e contributi a fondo perduto destinati all’industria privata nazionale, e altri pacchetti destinati alle aziende di Stato. Un’assistenza che fa rima, in tempo di crisi, con sopravvivenza.
Paradossalmente l’ex democristiano di economia non si è mai interessato granché. Uomo di partito, inizia a occuparsi di aziende ed energia solo nel 2005, quando Berlusconi, a tre anni dalle dimissioni da ministro dell’Interno (definì Marco Biagi, ucciso dalle Br, “un rompicoglioni” davanti a due giornalisti), lo richiama alle Attività produttive al posto di Antonio Marzano. Ci si trova bene, su quella poltrona, tanto che dopo la breve parentesi Bersani la richiede indietro.
La sua rete oggi lega insieme controllori e sostenitori dell’industria nucleare ed energetica, banchieri fedeli, imprenditori, massimi boiardi di Stato e alte sfere ecclesiastiche. Il centro della ragnatela è, ovviamente, in Liguria. Imperia è da cinquant’anni poco più del giardino di casa della famiglia Scajola: il padre Ferdinando, degasperiano doc, è stato primo cittadino nel dopoguerra, lasciando poi il testimone prima al fratello maggiore Alessandro e poi, nel 1982, a Claudio, che da giovane si è fatto le ossa nel movimento giovanile della Dc, nell’Inpdap, all’Ospedale Costarainera e all’Usl locale. Qui Scajola conta su una dote elettorale enorme, e i fedelissimi forzisti che siedono in Parlamento sono una trentina. “In ogni commissione”, spiega un importante lobbista milanese, “c’è un suo uomo. Vede tutto, non gli sfugge nulla. Soprattutto nel campo strategico dell’energia”.
Il presidente dell’Enea, il genovese Luigi Paganetto, è un suo uomo: fu proprio Scajola nel 2005 a proporlo come commissario straordinario per la sostituzione del Nobel Carlo Rubbia. Sotto la Lanterna ha sede la Ansaldo Nucleare, l’azienda controllata dalla Finmeccanica. Il colosso militare ha un rapporto stretto col ministro: solo per la nuova autoblindo a otto ruote Vbc Freccia (concepita nei lontani anni Ottanta) lo Sviluppo economico ha già stanziato 310 milioni di euro, mentre per le fregate Fremm (le navi firmate Fincantieri sono fatte in Liguria, così come radar, sistemi elettronici e armamenti annessi targati Finmeccanica) Scajola ci mette la bellezza di 800 milioni di euro. Il legame è anche personale: il big dell’imperiese ha ottimi rapporti con l’ad Pierfrancesco Guarguaglini, mentre nel cda siede un suo vecchio amico, Piergiorgio Alberti, 65enne di Sanremo, che da giovane militava nella stessa corrente (dorotea) di Claudio. Nel collegio sindacale c’è Silvano Montaldo, tesoriere regionale degli azzurri, piazzato anche al famigerato aeroporto di Albenga e recentemente nominato dal ministro commissario straordinario della Merloni, il gruppo di elettrodomestici.
Anche Alberti è uno che colleziona cariche nelle aziende che contano: attualmente siede su indicazione di Mediobanca nel consiglio della Parmalat, in passato è stato nei cda delle imprese di Marcellino Gavio e della Carige. L’istituto, il primo della Liguria e l’ottavo in Italia, è lo snodo finanziario dello Scajola Power: il fratello Alessandro ne è vicepresidente, Pietro Isnardi, il consuocero con interessi nell’immobiliare e l’alimentare, fa parte del consiglio.
“Scajola avrà un pessimo carattere e i modi del ‘ganassa’”, chiosa un esponente del Pd che lo conosce bene, “ma è uno che sostiene le imprese con i fatti, difende il sistema Paese e, contemporaneamente, i suoi interessi politici”. Se Eni ed Enel sembrano ascoltare soprattutto l’azionista di riferimento, ossia il Tesoro di Tremonti, Fiat e Telecom hanno intuito che il loro futuro prossimo venturo dipenderà soprattutto da re Claudio. Che prima ha difeso le istanze di Sergio Marchionne sul bonus rottamazione (la Lega era contraria a nuovi aiuti), poi ha iniziato a studiare il piano per lo scorporo della rete fissa da Telecom. Un dossier delicatissimo: Mediaset sarebbe interessata a lanciarsi nella televisione via Internet e nelle telecomunicazioni, Scajola dirà la sua.
Altro pallino del ministro è la disciplina. Sotto la sua guida il ministero si sta trasformando in una caserma. Sono stati cambiati 16 direttori generali, che impareranno presto come ordine e rispetto delle gerarchie siano imperativi categorici. Pare che Scajola in privato chiami i collaboratori “i miei soldatini”. Viste le premesse, sembra naturale che l’antica passione per la Benemerita non abbia vacillato nemmeno nel dicembre del 1983, quando a ora di cena i carabinieri di Milano bussarono alla porta dell’allora giovane sindaco per accompagnarlo in galera. L’accusa era di concussione aggravata, in un affare di mazzette (epicentro dello scandalo il casinò di Sanremo) da cui fu poi scagionato.
Ventisei anni dopo, di nuovo ministro, Scajola ha voluto come capo dell’Ufficio per gli affari generali un colonnello dei carabinieri. Non un militare qualunque, ma Roberto Massi, già capo del personale al Comando generale e, fino al 2007, comandante del reparto operativo di Roma. “Una mente”, dicono in molti. Laureato in legge, negli ultimi due anni si è occupato di inchieste importanti come quella su Lady Asl (che ha portato all’incriminazione di pezzi da novanta di An), Calciopoli e l’affaire Storace.
Nella squadra del ministro c’è di tutto: liguri doc, ambasciatori, ex prefetti, imprenditori. Se Paola Girdinio, preside della facoltà di Ingegneria di Genova, è tra gli esperti che decideranno a chi destinare i 200 milioni del programma ‘Efficienza Energetica’, i suoi tuttofare sono il fidato Michele Scandroglio (fino a poco tempo fa all’Isvap e alla Carige, oggi è stato eletto alla Camera restando vicepresidente di una società di consulenza e consigliere di imprese per il recupero crediti) e Raffaele Lauro, senatore Pdl nominato suo ‘consigliere politico’. Amico di Giuliano Tavaroli, natali a Sorrento, folgorato in gioventù dal carisma di Antonio Gava, Lauro fu indagato e poi prosciolto per la storia dei fondi istituzionali utilizzati dai dirigenti del Sisde, ed è un vecchio protégé di Scajola: capo di gabinetto nel 2005, nominato nel cda della Carige l’anno successivo, presidente della commissione Antiracket e antiusura. Oggi siede pure nel ‘board’ dell’Antimafia.
L’attuale segretario particolare è invece Giuseppe Guerrera, che aspetta da due anni l’esito di un indagine della Procura di Sanremo che lo ha indagato per corruzione, mentre un altro uomo-chiave è Daniele Mancini, assunto come consigliere diplomatico mentre era ambasciatore in Romania. Elegante e influente, ottimi rapporti con le imprese venete che investono miliardi a Timisoara e dintorni, cura tutti i contatti con il dipartimento per il Commercio estero. “Finché il sottosegretario Urso non avrà le deleghe, le aziende devono rivolgersi a lui”, spiegano da Confindustria.
La rete del ministro non poteva prescindere dalle entrature nelle alte sfere del Vaticano. Seguendo l’esempio del papà Ferdinando, legato al segretario di Stato di Giovanni XXIII, Domenico Tardini, Scajola junior ha cucito rapporti eccellenti con Crescenzio Sepe. Tanto che nel 2004 l’arcivescovo di Napoli, quando comandava gli uffici di Propaganda Fide, chiamò la moglie Maria Teresa Verda nel comitato scientifico che avrebbe dovuto far nascere un museo con le opere della congregazione. I collaboratori del cardinale commisero al tempo una gaffe da Guinness, convocando invece della professoressa a contratto, l’omonima Donatella Scajola, teologa e biblista di fama.
Un piccolo incidente di percorso. Oggi l’eminenza preferita dal ministro è l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, che ha fatto carriera diventando presidente della Cei. L’amicizia è solida, le occasioni d’incontro non si contano. Il patriarca qualche giorno fa gli ha consegnato personalmente il premio San Francesco di Sales promosso dal Monastero della Visitazione. La serata tutta abbracci e complimenti è finita però con un codazzo di ironie: il presidente della giuria era la professoressa Verda. Nessuna omonimia stavolta. Si tratta proprio di Maria Teresa, la moglie di re Claudio in persona.

Piercarlo l’alternativo

Papà Claudio pensa al futuro con il nucleare, ma Scajola junior si occupa del presente lanciandosi nel business delle energie alternative. Piercarlo, figlio del ministro dello Sviluppo economico, 29 anni e una laurea in Economia a Milano, dal novembre scorso è infatti socio al 50 per cento della Agena srl, Azienda per la generazione di Energie Alternative con sede a Monza. Il socio di Piercarlo è Daniele Santucci, 60 anni, che nei primi anni ‘90 fu vicepresidente della Avio Nord. Santucci di energia se ne intende: fino a settembre era vicepresidente della Simav, società di sistemi di manutenzione della galassia Dalkia, che poi vuol dire colossi dell’energia come Edf e Veolia. L’Agena, probabilmente, vorrà entrare nel ricchissimo business che si apre in questi mesi. Forse per questioni di incompatibilità non potrà mirare ai 500 milioni che saranno stanziati dal ministero dello Sviluppo da qui al 2015, ma le alternative non mancano: la Regione Liguria, ad esempio, sta per varare un piano eolico che moltiplicherà da dieci a 150 le enormi pale per catturare il vento.

martedì 3 marzo 2009

E' il libero mercato, bellezza...

E adesso arrivano anche gli sponsor privati.

via Educazione Cinica

lunedì 2 marzo 2009

L'Italia ai neri!

Solo in sto merda di paese chiamato Italia, può essere permessa una manifestazione di neofascisti con le spranghe in mano, capitanata da un tale (infame e vigliacco) parlamentare e da un prete antislamico e antisemita.

Poi si finge stupore di fronte ai bastoni portati in corteo e si scopre che "sfilare con il volto travisato impugnando armi improprie è un reato".
Saranno forse state la presenza, l'autorevolezza e l'eleganza di Fiore a trarre in inganno gli sbirri? Credevano forse che si trattasse di un'allegra scampagnata tra amici?
Intanto, nel dubbio, si manganella chi si oppone a un raduno simile.

E dovreste vederle ste pecorelle nere come venivano sapientemente ammaestrate e istruite dal capetto col megafono di turno: "State intruppati! Serrate le righe! Tenete bene orizzontali i bastoni! File ordinate!". Evidentemente il deficit di ordine & disciplina delle nuove generazioni va colmato con un po' di sano revival anni '20.

Dunque altro che protezione per i fascisti da parte della polizia.
Queste si chiamano connivenze.

"Arrivano a 400 contando quelli in divisa"
(da un commento su Indymedia)

domenica 1 marzo 2009

Corteo notturno delle donne a Bologna

LA VIOLENZA SULLE DONNE NON È UNA QUESTIONE DI ORDINE PUBBLICO È UN PROBLEMA “CULTURALE” SOCIALE ED IN SOSTANZA POLITICO

La violenza sulle donne è la 1° causa di morte e di invalidità permanente per le donne fra i 14 ed i 66 anni in Europa, ciò nonostante siamo convinte che la violenza non sia il nostro destino. Per questo vogliamo combatterla alle radici prima che si manifesti, nelle strade ma soprattutto nelle case dove ha la sua espressione più continuativa e massiccia e con l’aiuto della scuola luogo di formazione per tutte e tutti. Denunciamo l’uso e l’abuso del corpo della donna sempre esposto, disponibile e lascivo, tanto nei media quanto nella pubblicità che genera la “cultura” dello stupro. Quello che prima era silenzio sulle violenze ora che con l’aumento delle denunce non può più essere tale, diventa strumentalizzazione. Tutti parlano e barattano interessi politici sui nostri corpi. Rifiutiamo qualsiasi provvedimento in chiave razzista e autoritaria fatto in nostro nome. Per noi la violenza è “solo” maschile e non dipende dal passaporto di chi la agisce. Ci ripugna la logica violenta tanto degli stupratori quanto delle ronde dei giustizieri. Per noi una strada è sicura quando è piena di donne. Rifiutiamo la logica della paura ed affermiamo la nostra libertà! Per bloccare la violenza, crediamo nella solidarietà fra donne e lesbiche, nella denuncia dei maschi violenti, e nella necessità di dotarci di strumenti per l’autodifesa.

PRENDIAMO INSIEME PAROLA PUBBLICA DICIAMO NO ALLA VIOLENZA MASCHILE

SABATO 7 MARZO ’09
CORTEO NOTTURNO DI DONNE E LESBICHE
CONCENTRAMENTO ALLE H.20 IN PIAZZA DELL’UNITÀ


ASSEMBLEA CITTADINA DI DONNE E LESBICHE (BOLOGNA)

Consiglio a tutt* di scaricare qui il primo processo per stupro svoltosi a porte aperte, negli anni settanta. Tanto per farvi un'idea del trattamento riservato alle donne nella nostra evoluta società...
Grazie alle donne di Femminismo a sud.