martedì 30 giugno 2009

The Pirate Bought

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What tha fuck?!
Hanno venduto Pirate Bay!
Dicono che era l'unico modo per mantenere il sito efficente (nel senso di tecnologicamte evoluto). Dicono anche che sarà più o meno la stessa gente di prima a gestirlo e che i ricavati della vendita serviranno per creare una fondazione che si occuperà di progetti sulla libertà di stampa, di informazione e di accesso alla rete.
D'altra parte, la società acquirente, come tutte le società del mondo, vuole fare dindini. E visto che l'unica maniera per farlo è corrispondere i diritti di copyright ai relativi proprietari, direi che questa è una sconfitta clamorosa per un sito che faceva dell'autogestione, della libertà e dell'indipendenza, i propri punti forti.
Li avrei compresi se l'avessero fatto per ripagare le spese legali del processo che, al momento, li vede condannati a rimborsare quasi tre milioni di euro all'industria discografica, cinematografica e dei videogiochi.
Così non è.
Peccato.

L'hanno ucciso troppe volte!

Nel tentativo paradossale di difendere l'indifendibile, le forze dell'ordine (e i loro squallidi avvocati) gettano fango, una volta di troppo, sulla vita di una persona che hanno assassinato.
Non paghi di aver mostrato, in quel giorno di settembre di quattro anni fa, la loro vera e intima natura, quella animale, adesso fanno sfoggio di tutta l'omertà e il cameratismo che hanno appreso nelle loro scuole di formazione.
Lunedì, il giorno prima dell'arringa difensiva, era apparso sul blog dei genitori di Federico questo messaggio:

Devono essere condannati perchè sono colpevoli. Sono colpevoli perchè Federico è morto.
Sono colpevoli perchè prima di incontrarli il cuore di mio figlio batteva sano generoso e forte.
Sono colpevoli perchè l’hanno ucciso procurandoli una sofferenza atroce, nella consapevolezza di farlo.
Sono colpevoli perchè hanno ucciso un bambino, l’hanno voluto annientare, non volevano sentire le sue richieste di aiuto, non hanno ascoltato le sue parole, gli hanno chiuso la bocca contro l’asfalto e l’hanno schiacciato con tutto il loro peso e con tutta la forza e con le tecniche di cui si sono vantati al processo.
Hanno vinto su Federico. Sono riusciti nel loro intento.
Potranno dire qualunque cosa i loro avvocati domani, oggi ormai.
La realtà purtroppo non cambia: Federico non è più qui.
Loro invece sì.
La realtà non cambia
E invece, tronfi della loro inumanità, gli avvocati difensori sono risuciti a sostenere che "i quattro agenti hanno fatto cio' dovevano fare, come viene insegnato loro nelle scuole di polizia"!
Adesso abbiamo un'ulteriore conferma del fatto che nelle scuole di polizia si insegna ad uccidere.

domenica 28 giugno 2009

Biutiful ìmagis

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Beccatevi questa fantastica serie di immagini, pubblicata dal solito The Big Picture, catturate nei mesi scorsi dagli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Ce n'è per tutti i gusti!
Quelli sopra ad esempio sono quattro fotogrammi dell'Aurora Australe ai confini dell'atmosfera terrestre.

sabato 27 giugno 2009

Nostrum Mare Monstrum

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Una bandiera nera. Non quella anarchica e neanche quella hardcore del gruppo californiano.

Bensì quella, meno prestigiosa, che Legambiente ogni anno conferisce ai "nuovi pirati" che assaltano le coste, ne depredano le risorse, inquinano i mari o compromettono irrimediabilmente il delicato ecosistema costiero.
Se l'è guadagnata la mia prima città adottiva. O meglio, la società responsabile della realizzazione di quello scempio di monumento al cemento, che si ostinano a chiamare porto. Ma sappiamo bene quanto, soprattutto nelle piccole province, gli interessi delle amministrazioni locali coincidano troppo spesso con quelli, guarda caso, dell'imprenditoria privata. E se è vero che qualcuno quelli lì li ha votati, la bandiera nera, di riflesso, va anche quella parte (la maggiore) di cittadinanza che continua a dare fiducia a certi amministratori-imprenditori.
Parrebbe evidente anche a un pezzo d'asfalto che costruire uno dei porti turistici più grandi d'Europa (per numero di posti barca) in una cittadina di appena 40000 anime è, come minimo, una forzatura, un'esagerazione.
Ma, dicono, farà girare l'economia...
E allora largo al capitalismo buono, anzi bello. Quello degli yachts, dei panfili, delle camicie bianche e delle pelli abbronzate.
Noi ci ritroviamo intrappolati nel cemento, con l'acqua del porto stagnante e maleodorante (a causa di una cattiva progettazione), senza molo (che gli stronzi lo useranno per parcheggiare i loro arrogantissimi suv) e con tanta brutta gente in più che cammina per la città.
Avanti così.

Queste le motivazioni di Legambiente:

Alla “Porto di Imperia Spa” per aver realizzato uno degli approdi più grandi della Liguria.
Oltre 1000 posti barca, una mega speculazione che ha prodotto un pesante danno al territorio costiero e all’ambiente marino. Su denuncia della Capitaneria di porto è stata aperta anche un’indagine della magistratura per presunti abusi edilizi. In particolare l’inchiesta riguarda il capannone per la cantieristica, costruito in area demaniale in modo difforme rispetto al progetto depositato e approvato. Sono indagati il presidente della società, nonché segretario generale del Comune, il progettista e i rappresentanti delle altre due società che insieme al Comune di Imperia compongono il Gruppo. La Porto di Imperia Spa aveva fatto richiesta di variante, ma aveva continuato con la realizzazione del manufatto senza attenderne l’approvazione, quindi in mancanza di autorizzazione. La Conferenza dei servizi, mentre scriviamo, non ha ancora approvato la variante, in compenso c’è stata la sanatoria da parte della Soprintendenza.

Legambiente - MareMonstrum 2009
Grazie a ImperiaParla.

giovedì 25 giugno 2009

Momento di informazione al TG1

Tuttapposto


Fatemi capire.
Prima il Ministro della Cultura definisce un quotidiano "un pericolo per la democrazia".
Poi il suo capo, il
Presidente del Consiglio accusa lo stesso quotidiano di "un attacco eversivo nei suoi confronti", istigando al contempo gli industriali a boicottare ed interrompere gli investimenti pubblicitari.
Il quotidiano lo denuncia.
Nel frattempo, a una delle testimoni della piccante inchiesta di Bari, viene bruciata la macchina.

E in giro di cosa si parla (con l'eccezione di Libero, a modo suo)?
Dell'Iran, dei temi della maturità, di Franceschini e del paradossale Mondiale dei Popoli organizzato dal figlio di Bossi.

Ok. Va tutto bene.

Porcellum

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Noto con soddisfazione l'imbarazzo provato ultimamente da diversi esponenti della Lega nel chiamare col giusto nome l'ultima legge elettorale cagata dal loro collega Calderoli, ovvero il Porcellum.
Addirittura uno di loro l'altro giorno, facendo finta di niente, l'ha chiamata Calderolum...

Chissà poi perchè.
A me Porcellum sembra un nome così appropriato!

mercoledì 24 giugno 2009

I veri alberi finti

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Che gli umani siano stupidi è una cosa ormai accertata e lo dimostrano gli innumerevoli paradossi a cui è giunta la nostra civiltà. Penso in particolare ai vari rimedi escogitati per limitare i danni causati dall'inquinamento, prodotto a sua volta dall'uomo stesso.
In questo campo, l'ultima trovata arriva dalla Columbia University, che sta lavorando al progetto di 'spazzini dell'aria' molto particolari: dei dispositivi che sotto forma di alberi sarebbero in grado di catturare attraverso le loro 'foglie' di plastica il carbonio che è nell'aria, ad una velocità 1.000 volte maggiore di quella degli alberi reali.
Il prototipo creato sarebbe in grado di catturare, attraverso le foglie, il carbonio presente nell'aria, che a quel punto verrebbe intrappolato in una camera speciale, 'spremuto' e immagazzinato come biossido di carbonio liquido.
In pratica la tecnologia studiata dai ricercatori americani sembra molto simile a quella per catturare il carbonio a disposizione fino ad oggi, con la differenza che questi alberi possono essere posizionati ovunque e possono fare il loro 'lavoro' sempre e potrebbero liberarci del CO2 rilasciato nell'aria non solo dalle fabbriche ma anche dalle macchine, dagli aerei o laddove sarebbe quasi impossibile da 'acchiappare'.

Premesso che in ogni caso preferirei vedere in città più alberi con radici, fusti e foglie VERE, sicuramente questo mi sembra un eccellente passo in avanti rispetto all'utilizzo che degli "alberi" ne hanno fatto e vogliono continuare a farne alcuni sadici ed infami im-prenditori nostrani, su commissione delle principali compagnie telefoniche nazionali.
Questi assassini dell'etica ed amanti del profitto, hanno cosparso l'Italia di antenne (per i cellulari), prestando molta attenzione all'eventuale risvolto conflittuale del loro lavoro. Hanno pensato bene di inventarsi antenne camuffate da alberi, evitando così eventuali ed indesiderati grattacapi provenienti da cittadini armati di un minimo di buon senso. Il vergognoso campionario prevede antenne-Pino nero, antenne-Pino marittimo, antenne-Palma da dattero, antenne-Palma da cocco e antenne-Cipresso, affinchè l'amministratore locale di turno possa trovare la soluzione che meglio si adatta alla conformazione botanica del territorio.
Fa sorridere vedere, però, che questi valenti im-prenditori italici, hanno riservato un trattamento speciale per il nostro presdelcons, progettando un'elegante antenna-Palma nana, i cui esemplari potrà spargere per l'intero parco di Villa Certosa senza mai provare alcun senso di inferiorità.

Aprite bene gli occhi, dunque, e toccate sempre con mano (e naso) gli alberi che vi circondano.

Potrebbero essere di plastica!

Il nuovo che avanza

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Com'è che dice... a volte un'immagine vale più di mille parole ...ecco.

Così, a occhio, direi che mi stanno molto più simpatici i ripiani della libreria dietro di lui...

Tweet! Tweet!

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Bleeeaaaarrrrggggghhhhh!!!!!

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Da un mese a questa parte uno dei temi ricorrenti nel ricco dibattito politico italiano sono le love story, poco love, molto story, del "nostro" presidente del consiglio. Non amo concentrami troppo sui fatti quotidiani che riguardano i nostri poteri supremi, a ciò preferisco le iniziative nate e sviluppate dal basso, sia che si tratti di azioni propositive e creative, sia che si tratti di forme di contestazione. Ma ora è venuto il tempo che anch'io esprima una mia opinione sulle vicende attuali.

Non essendo né una bigotta, né una moralista e contraria ad ogni tipo di family-day posso accettare che il mio presidente del consiglio, non proprio un giovanotto, dopo aver trascorso intere giornate a caccia di comunisti, decida di dedicarsi nella nottata alla ricerca dell'orgasmo, quel piacere irripetibile, ormai dimenticato e accantonato fra i ricordi di gioventù (ovviamente non in un palazzo dello stato, infischiandosene dei rigidi protocolli di sicurezza e mettendosi con le sue stesse azioni, in una posizione ricattabile...). Ma che mi si dica che lui non sapeva che i/il rapporti/o sessuali/e avuti/o con Patrizia non fosse/ro a pagamento, è inaccettabile. Secondo Silvio, una bellissima ragazza, giovane e intelligente avrebbe trascorso del tempo con lui per il piacere di farlo. Questa è una dichiarazione contro natura. Ma con tutti i prestanti giovani di cui si sarebbe potuta circondare la pulzella come avrebbe potuto desiderare di trascorrere una notte con il premier. Ha più di settant'anni, lui. Ha l'età di mia nonna..
Da donna vorrei esprimere solo un breve parere, questo: bleeeaaaarrrrggggghhhhh!!!!!
Purtroppo in questo paese Berlusconi è riuscito a pilotare i gusti e i valori della società in ogni contesto della vita quotidiana. Nonostante solo pochi anni fa sia stato celebrato il family-day (movimento nato in contrapposizione alla richiesta di eguali diritti per tutte le coppie di fatto), oggi, davanti agli eventi che ci circondano tutto sembra passare inosservato e la parola indignazione è stata sbianchettata dai vocabolari.
Trovo comunque che ci sia un fatto positivo che contrassegna questa storia, ovvero che, per una volta una donna è riuscita a ribaltare la sua posizione di subalterna e ha decretato lei stessa quale sarebbe stata la sorte del suo (nostro) egemone. Certo, mi dispiace se lei lo abbia fatto solo ed esclusivamente per interessi personali. Avrei preferito una trama più avvincente, in cui l'eroina di un fumetto postmoderno, lottando contro il maschilismo, l'abuso di potere e il potere stesso dimostrava al mondo intero che "il re è nudo!"

martedì 23 giugno 2009

C'è sempre da imparare


Guardate come la folla iraniana, comprensibilmente inferocita, costringe ad una ridicola ritirata un numero non indifferente di militari schierati in tenuta antisommossa.
Serivirà a poco, ma restituisce bene, credo, la determinazione e la rabbia dei manifestanti iraniani scesi in piazza in questi giorni.
Lontana anni luce dalla passività e l'inerzia alle quali sono ormai ridotte le popolazioni europee.

lunedì 22 giugno 2009

Comunicazione di(s)servizio

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vignetta di GAVAVENEZIA

Una nuova tradizione italiana

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Fatti di tivù!

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In vista della ricorrente Giornata mondiale per la droga, il giorno 25 giugno 2009, alle ore 11,00, a Roma, presso la Sala stampa estera in Via dell’Umiltà, il Sottosegretario Carlo Giovanardi presenterà la campagna informativa annuale per l’uso delle droghe incentrata quest’anno su alcuni spot che hanno per protagonisti celebrati campioni del calcio di livello internazionale (Maldini, Gattuso, Kakà, Del Piero, Legrottaglie, Giovinco, Julio Cesar, Zanetti, Balotelli, Cordoba).

Durante la conferenza stampa, alla presenza del cartello colombiano in Italia, verranno anche proiettati nella sala coriandoli esplosivi alla cocaina realizzati in quel Paese.

La Conferenza sarà anche l’occasione per presentare un documento, patrocinato dall’ONU, rivolto ai genitori, ai pediatri e agli educatori, contenente le Strisce guida in materia di somministrazione di sostanze stupefacenti ai minori.

Ai lavori sarà presente, quale testimonial d’eccezione, l’attore Raoul Bova che recentemente è stato protagonista di una brutta storia di traffico di stupefacenti.

Io sapevo che troppa televisione porta all'apatia, all'isolamento, all'estraniazione, alla lobotomia e a tante altre brutte cose. Tutte condizioni che possono essere attribuite anche alla dipendenza da droghe pesanti.
Evidentemente l'esimio Giovanardi, che crede addirittura di poter combattere l'uso di droghe attraverso la manodopera televisiva (altamente qualificata!) di qualche belloccio o sportivo miliardario, deve aver accesso a progetti ed analisi psico-sociologiche divine che noi stupidi umani non possiamo immaginare nè comprendere.
Proporre una droga, per di più subdola, vigliacca e immateriale come la tivù, per combatterne altre, decisamente più concrete ma altrettanto efficaci, è il colmo per un cattolicissimo paladino della lotta contro le (tossico)dipendenze come Carletto nostro.
Non l'ha letto l'opuscolo informativo della diocesi dove si mettono in guardia i fedeli dai rischi insiti nel mezzo?

Ah, il comunicato originale è (purtroppo) questo.

sabato 20 giugno 2009

A testa alta! @ Lazzaretto Autogestito (Bologna)

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PUNK-HARDCORE CONTRO LA REPRESSIONE
Concerto benefit in solidarietà a Nicu

16.00 PRESIDIO AL CIE DI VIA MATTEI PER PORTARE UN SALUTO SOLIDALE AGLI IMMIGRATI

20.30 PUNTUALI APERITIVO CON MOSTRA SUI CIE E LE LOTTE CONTRO IL LAGER DI VIA MATTEI + BANCHETTI CON TESTI DI CRITICA RADICALE

21.30 SUPER CENA VEGAN BENEFIT

22.00 CONCERTO "COME PIACEVA ALLA NONNA" CON

LUDD

LA CONGIURA

PARTIZAN KABUL

+ ALTRI...

il tuo cane non ha scelto di essere punk, se puoi lascialo a casa

venerdì 19 giugno 2009

10 100 1000 Longhena!

Negli ultimi anni i "vari" governi si sono affaccendati a riformare in peggio l'istituzione scolastica, considerata la base di ogni società. Ogni anno a giugno i genitori, fuorisciti dal mondo della scuola da molti anni, si interrogano su quello che avverrà a settembre e su quali saranno le conseguenze delle decisioni prese a Roma da uno sconosciuto qualsiasi. Per fortuna c'è ancora qualcuno che si ribella a logiche mercantilistiche e agisce direttamente sul campo. Un esempio sono le maestre della Scuola "Longhena" di Bologna. che ora, però, hanno bisogno del nostro aiuto.
Per capirne di più leggetevi l'articolo di Mario e firmate la petizione! Grazie.

mercoledì 17 giugno 2009

Sciopero della fame per i detenuti della Dozza

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A ulteriore conferma dell'inutilità e della dannosità dell'istituzione carceraria, e delle infami condizioni nelle quali i detenuti vengono costretti, pubblichiamo con amarezza l'appello dei carcerati della Dozza (Bologna), ai quali va la nostra solidarietà.

I detenuti dei reparti giudiziari hanno deciso di attuare una protesta pacifica, lo sciopero della fame, a partire dal giorno 17 giugno c.a. e della durata di giorni *7*, con lo scopo di sensibilizzare le autorità e l´opinione pubblica delle condizioni in cui si è costretti a vivere in codesto istituto:

1. *Sovraffollamento celle:* costruite per ospitare un detenuto, ce ne vivono tre;
2. *Educatori:* ci sono detenuti, con posizione giuridica definitiva da diversi anni e non hanno mai interloquito con il proprio educatore;
3. *Sanità:* mancanza di specialisti, pazienti con patologie gravi, sono costretti a comprarsi i farmaci, mentre chi si trova in precarie condizioni economiche non può acquistare i medicinali, con il conseguente aggravio delle proprie patologie;
4. *Locale Docce:* sporche e costretti a lavarci spesso con acqua fredda anche durante il periodo invernale;
5. *Telefono:* l´apparato telefonico è ubicato al centro del corridoio, e si è continuamente disturbati, durante il colloquio con i familiari, dal rumore;
6. *Montaggio di grate alle finestre:* premesso che avevamo richiesto di renderci partecipi affinchè fosse fatto un ultimo tentativo nel sensibilizzare, attraverso una commissione composta anche da detenuti, una minima percentuale di detenuti che ancora non riesce a comprendere il danno, gettando i rifiuti dalla finestra, che provocherà il montaggio definitivo delle grate alle stesse. Infatti,la maggioranza dei detenuti non ritiene corretto subire una restrizione così drastica a causa di una esigua minoranza; soprattutto in questo periodo in cui stiamo collaborando con i tecnici dell´Hera per potere contribuire ad effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti. Il montaggio delle grate riduce notevolmente l´areazione e l´ingresso della luce che porterà sicuramente ad un deterioramento della vista, a scompensi fisici, a forme depressive e tutto ciò porterà ad un aggravio dell´Amministrazione Sanitaria, e quindi del contribuente, che sarà costretta a prescrivere psicofarmaci;
7. *Cambio Lenzuola:* fornite dall´Amministrazione, vengono sostituite in media ogni 40 giorni, aumentando in tal modo il rischio di malattie infettive.

Si auspica un doveroso intervento delle persone e autorità sensibilizzate attraverso questo documento.

I Detenuti della Dozza

"Non mi ficcate entro una tomba,
chè io odio il carcere anche dopo morto
"
Ahmad al-Safi al-Najafi, poeta iracheno

Ikara Colt - Wake in the city

martedì 16 giugno 2009

E vissero bocciati e contenti

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Che bella coppia, n'é?

WFMU kicks ass!

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Nel caso non la conosciate ancora, vi segnalo una delle migliori radio indipendenti al mondo, specializzata in rock e derivati: è WFMU. Trasmette anche a New York, ma il suo punto forte è l'immenso archivio che negli anni ha accumulato e che è interamente disponibile in streaming sul loro sito.
Poco tempo fa, ad esempio, l'ottima trasmissione Strength Through Failure ha mandato in onda uno speciale di tre ore e mezza sui e con i THROBBING GRISTLE. Una puntata davvero gustosa, piena di curiosità e con una playlist che ha regalato alcune rare perle della band londinese. Non perdetevela, è qui.
Ultimamente, invece, grazie alla segnalazione del minimale blog francese LA BLOGOTHEQUE, ho scoperto che la radio statunitense ha dedicato una sezione speciale del proprio archivio al colossale Primavera Sound Festival che si svolge ogni anno a Barcellona. Difficile non trovare qualcosa di interessante nelle numerose registrazioni live presenti nella pagina dedicata.
In ogni caso ho salvato qualche interessante file mp3 (tasto dx-->salva con nome) che vi giro con estremo piacere:

* Dan Deacon, live at the Primavera Sound festival

* Oneida, live at Primavera Sound festival

* A Certain Ratio, live at Primavera Sound festival

* Wooden Shjips, live at Primavera Sound festival

* Jesus Lizard, live at Primavera Sound festival

Il primo è il tipico super-nerd americano, capace però di sfornare meraviglie usando macchinette assortite con una predilezione per le sonorità 8 bit. Meritevole di un download anche il live degli Oneida, band statunitense influenzata dalla psichdelia e dal krautrock. Gli A Certain Ratio sono invece dei prime movers del post-punk inglese, compagni di etichetta dei JOY DIVISION, e autori di almeno due grandi album agli inizi della loro carriera. I Wooden Shjips non li conosco, ma la segnalazione della BLOGOTHEQUE sembra valida e ad un primo ascolto il mix di shoegaze, psichedelia e darkwave proposto dai californiani risulta davvero interessante. Sui Jesus Lizard c'è poco da dire perchè, se non lo sapete, sono i padri del noise.

Buon ascolto!

lunedì 15 giugno 2009

Dichiarazione delle donne indigene del Perù

Dichiarazione delle Donne Indigene del Perù


Lima, 05 giugno 2009

da generoconclase

traduzione a cura di Mujeres Libres blog

Le donne indigene, organizzate nell'Officina Permanente delle Donne indigene Andine ed Amazzoniche del Perù, si trovano nel dolore per la morte dei loro fratelli e sorelle indigene e, a fronte dei fatti accaduti a Bagua - Amazzonia, dichiarano che gli atti di violenza deplorevoli si sarebbero potuti evitare col dialogo e col rispetto dei diritti umani.

Sollecitano inoltre la comunità internazionale, il Rappresentante Speciale per i paesi indigeni e per la difesa del paese alle Nazioni Unite, l'intervento immediato per il rispetto dei diritti umani.

Nello stesso modo sollecitano al settore salute, l'attenzione necessaria ed immediata ai feriti nella zona.

Infine, esortano i mezzi di comunicazione a diffondere informazione veritiera e non parziale dato che i paesi indigeni non possono contare su spazi pubblici per esprimere liberamente opinioni e giuste dichiarazioni sugli eventi.

1.Federación Agraria del Departamento de Ayacucho - FADA
2. Federación Departamental de Clubes de Madres de Ayacucho - FEDECMA:
- FECMA Vilcas
- FECMA Huamanga
- FECMA Fajardo
- FECMA Huancasancos
- FECMA Huanta
3. Federación de Mujeres Indígenas de La Mar - FEMUI LA MAR
4. Federación de Mujeres de Lucanas - FEMU LUCANAS
5. Federación de Rondas Campesinas Femeninas de la Región
Nor Oriental del Marañón del Perú
6. Federación de Comunidades Nativas Campa Asháninka -FECONACA
7. Central de Comunidades Nativas de Selva Central - CECONSEC
8. Confederación Campesina del Perú - CCP (Nacional)
9. Central de la Organización de Mujeres de Ilave - COMI (Puno)
10. Asociación Departamental de Mujeres Campesinas de Puno - ADEMUC
11. Asociación de Mujeres de la Provincia de Ayaviri Melgar - AMUAME
12. Asociación Multisectorial de Artesanas - CAMACANI
13. Asociación de Migrantes Quechua Jatary Ayllu, Zonal Valle del
Mantaro (Quechua de Huancayo)
14. Federación de Mujeres Campesinas de Anta - FEMCA (Quechua del Cusco)
15. Federacion Agraria Revolucionaria Túpac Amaru del Cusco - FARTAC
16. Consejo Aguaruna y Huambisa (Amazonas)
17. Federación Aguaruna Domingusa - FAD (Amazonas)
18. Federación de comunidades Nativas del Río Nieva - FECONARI
19. Federación de Comunidades Cacataibos - FENACOCA
20. Federación de Comunidades Nativas Cocama - FENACU
21. Asociación Indígena para el Desarrollo de Nuestros Pueblos - UCSICEP
22. Coordinadora Nacional de Desplazados de Comunidades en
Reconstrucción del Perú - CONDECOREP
23. Asociación de Mujeres Campesinas de la Cuenca de Vilca - ASMUC
24. Organización Indígena Regional de Atalaya - OIRA
25. Federación de Mujeres Shaui de Alto Amazonas Loreto - FEDEMUSHAAL
26. Federación Nativa del Río Madre de Dios y Afluentes - FENAMAD
27. Chirapaq, Centro de Culturas Indígenas
28. Red de Jóvenes Ñoqanchiq
29. Red de Comunicadores Quechuas de Ayacucho

domenica 14 giugno 2009

Oracle release party @ Scalo San Donato (Bologna)

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Il massacro degli indigeni peruviani

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Giovedì 9 aprile 2009 i dirigenti di 1350 comunità amazzoniche dichiararono l’inizio di un blocco indefinito in tutta l’Amazzonia peruviana, come forma di protesta contro la politica neoliberalista del governo e in particolare contro una serie di decreti legislativi emanati dal governo aprista di Alan Garcia Perez, volti a favorire l’investimento privato nella foresta amazzonica, in particolare quelli di imprese petrolifere e di biocombustibili. Tali decreti legislativi attentano ai diritti riconosciuti ufficialmente ai popoli indigeni e si impongono sulla volontá di questi, senza minimamente consultarli. Nel 2008 contro questi stessi decreti le popolazioni indigene dell’Amazzonia peruviana diedero vita a una protesta nazionale per piú di un mese, bloccando le vie di accesso alla foresta amazzonica e i principali interessi economici della regione (pozzi e pompe petroliferi, gasdotti, centrali idroelettriche). Tale protesta fu sospesa per l’impegno del governo di derogare i decreto. Nonostante ció, i decreti non furono derogati e lo Stato continuó la sua politica di favorire l’estrazione, concendendo diritti a multinazionali anche nelle terre titolate alle popolazioni indigene. Cosí le differenti organizzazioni indigene dell’Amazzonia peruviana, riunite a livello nazionale nell’associazione AIDESEP (Asociación Iteretnica de Desarrollo de la Selva Peruana) ricominciarono la loro protesta determinata e pacifica, con la stessa strategia: paralizzare le attivitá economiche delle imprese presenti nella regione, occupando punti strategici e bloccando le vie di comunicazione.
Il blocco è andato avanti in modo forte e compatto in quasi tutta l’Amazzonia peruviana, le differenti etnie hanno dimostrato una forte unione e solidarietá. Il governo ha reagito in varie occasioni con l’indifferenza, la repressione e la criminalizzazione, utilizzando da una parte i suoi apparati di morte (militari e polizia) e dall’altra i suoi fedeli servi professionisti nel distorcere l’informazione e occultare la veritá (televisioni e giornali), tutto questo in difesa dei soliti interessi economici che si impongono in tutto il mondo sulla vita della gente. Cosí ogni possibilità di dialogo è stata vana e, dopo aver accusato il rappresentante di AIDESEP di sedizione e terrorismo, è scattata una sanguinaria repressione.
Il 5 giugno 2009, dopo due mesi di lotta e resistenza indigena, lo Stato decide il massacro: si bombardano i villaggi, si spara contro uomini, donne e bambini. La gente che si era dichiarata disposta a morire per difendere le sue terre, la sua cultura, la sua vita, resiste a testa alta. Il risultato dell’azione dello Stato è un bagno di sangue, solo il primo giorno si contano 30 vittime e oltre 100 feriti, un numero che potrebbe essere molto maggiore se si considera che i militari stanno bruciando i corpi delle vittime affinché non si possano contare i morti e che i mezzi di comunicazione non hanno accesso alle zone di conflitto. Le popolazioni indigene non cederanno all’offensiva assassina dello Stato. La solidarietá e forte in tutta la regione e si allarga ad altri settori della societá: contadini non indigeni, lavoratori delle cittá amazzoniche, organizzazioni locali, missionari.

Perché lottano i popoli indigeni?


I popoli indigeni e i loro territori si appartengono reciprocamente, sono inseparabili. Per gli indigeni il territorio è l’embrione che diede inizio alla loro esistenza. La relazione dell’indigeno con il suo territorio è vitale, infatti questo gli fornisce alimentazione, casa e in quello gli si permette di riprodurre la sua cultura. Senza territorio non c’è vita.
Per la societá occidentale, la terra gli appartiene quando dispone di un titolo di proprietá, per gli indigeni il proprietario è “la madre della terra”. Gli andini la riconoscono come la Pachamama, gli Shuar come Nugkui, gli Ashanika come Kipatsi, e cosí ogni popolo.
Per il mercato la terra acquisisce importanza monetaria ed è negoziabile, per gli indigeni ha importanza spirituale ed è sacra. Nella cosmovisione amazzonica non è esatto il termine “terra” ma quello di “territorio”, con un concetto più ampio di intergrità come bene collettivo in interdipendenza con la natura,
Molti popoli amazzonici hanno basato la loro alimentazione sulla raccolta e il nomadismo e non sull’accumulazione di ricchezze. La tendenza attuale a promuovere la monocoltivazione in aree estense genera una maggiore fragilità dei suoli, cosí come le attività estrattive di acque, petrolio e gas, con un catastrofico impatto ambientale.
Attualmente l’Amazzonia peruviana ha 49 milioni di ettari di terra in concessione all’esplorazione e allo sfruttamaento di idrocarburi, corrispondenti al 72% di questo territorio.

I decreti in questione

I decreti legislativi si impongono nell’ambito del Trattato di Libero Commercio firmato con gli Stati Uniti, trascurando le leggi internazionali che il Perú ha sottoscritto che stabiliscono il rispetto dei diritti indigeni e il loro diritto a essere interpellati per questioni che li riguardano, sanciti in particolare dall’Accordo 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro firmato nel 1989 (Nazioni Unite).

Decreto 994: promuove investimenti privati in progetti di irrigazione per l’ampliamento della frontiera agricola. Considera di proprietá dello Stato tutte le terre irrigate di uso agricolo. Nell’Amazzonia le terre lungo i fiumi servono da fonte di sussistenza per le comunità, mentre lo Stato le considera terre improduttive da sfruttare.

Decreto 1020: Promuove i prodotti agrari e la consolidazione della proprietá rurale per il credito. Stabilisce un marco normativo per ampliare l’accesso al credito agrario e incentivare la competizione e la modernizzazione. Favorisce la formazione di proprietà individuale, la parcellizazione e la disintegrazione della proprietá comunale.

Decreto 1064: Stabilisce un regime giuridico per lo sfruttamento di terre di uso agrario. Elimina il diritto che stabilisce come necessaria la negoziazione con la comunità, affinché si realizzino attivita minerarie o idrocarburifere in territorio comunale senza il consenso della comunità.

Decreto 1081: Crea un sistema nazionale di gestione delle risorse idriche e rappresenta un passo avanti verso la privatizzazione dell’acqua, risorsa fondamentale per la vita dell’Amazzonia. Si impone contro i diritti ancestrali delle comunitá suil territorio e contro le convenzioni internazionali.

Decreto 1089: Cambia la normativa per la formalizzazione e la titolazione di terre rurali, favorendo la proprietà individuale rispetto a quella comunale, favorendo il loro inserimento nel mercato economico.

Decreto 1090: È forse il più grave fra tutti i decreti. Approva la Legge Forestale e della Fauna Silvestre. Pretende di modificare la legislazione forestale, privando della definizione di “patrimonio forestale” circa 45 milioni di ettari di terra, o sia il 60% delle terre dell’Amazzonia peruviana. In questo modo è possibile sfruttare terre che prima erano in un certo modo protette. Dietro a tale decreto ci sono gli accordi del governo con gli imprenditori che vogliono investire nella produzione di etanolo e biocombustibili vari. Non sono solo i mezzi di vita dei popoli indigeni quelli che stanno in gioco. La produzione di agro-biocombustibili ha favorito una concentrazione di ricchezza e proprietà senza precedenti, affidando la terra alle mani di poche imprese multinazionali che controllano i semi, la coltivazione di viveri, gli agrochimici, il processamento, il commercio le esportazioni e la distribuzione. I piccoli produttori sono privati di terre di alimenti, di sussistenza e di mercato, mentre i suoli, i boschi, i corsi d’acqua e gli ecosistemi sono saccheggiati e devastati.

Decreto 1083: Promuove lo “sfruttamento efficente” e la “conservazione” delle risorse idriche da parte degli usuari che hanno maggiori risorse economiche emaggior accesso alle moderne tecnologie di uso dell’acqua, concedendo premi di diritto all’acque in base a un regime differenziato di redistribuzione economica.
fonte America Latina - Altri occhi e parole

addendum: Dai dati del Sipri risulta che l'Italia è stato il principale venditore di armi all'esercito del Perù (per 172 milioni di dollari, nell'anno fiscale 2007-8).

giovedì 11 giugno 2009

INDIEtrotutta @ TPO (Bologna)

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Interessantissimo appuntamento domani e dopodomani al TPO.
Da buon musicofilo, vi consiglio umilmente di non mancare ai live show di:

- MORKOBOT

- IL TEATRO DEGLI ORRORI

- RED WORMS FARM

- ZU

Noi domani saremo là.

Al Fano

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Pvizzini

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E' solo un avviso di garanzia. Lo so.
E se su Cuffaro non c'è molto da dire perchè ci pensa da solo a rendersi ridicolo, su Vizzini invece è giusto spendere due paroline due.
Perchè il Sen. Prof. siciliano, membro della commissione parlamentare antimafia, ha fatto proprio della battaglia alla criminalità organizzata la sua bandiera.
Oggi, puntuale come un avviso di garanzia, è comparso sul suo weblog un post con le sue dichiarazioni a caldo, nel quale informa gli "amici" di aver "ricevuto un’informazione di garanzia per corruzione con l’aggravante dell’art. 7".
Insomma parte già male, non avendo neanche il coraggio di spiegare che quell'articolo 7 riguarda proprio l'aggravante per favoreggiamento mafioso.
Certo, per un giustiziere della criminalità organizzata, ricevere un avviso di garanzia non deve essere il massimo. D'altra parte, però, si sa: il passo dall'antimafia alla mafia vera e propria è breve. Brevissimo.

Intanto se avete bisogno, approfittate dell'affidabilissima associazione MAFIACONTRO*, presieduta dallo stesso Vizzini e pubblicizzata sul suo blog, per denunciare il vostro politico mafioso locale.

* Ciliegina sulla torta, sul blog dell'associazione stessa, l'ultimo post, vuoto, riporta l'inquietante titolo: SIAMO CON CARLO VIZZINI. RESPINTE LE DIMISSIONI. Spero che le dimissioni respinte siano quelle da presidente dell'associazione e non quelle da membro della commissione parlamentare antimafia.
Spero.

120 anni portati bene

Anche noi abbiamo festeggiato la pizza! Questa è la porzione di Titus. Dalla foto non appare in tutta la sua grandezza, ma vi assicuro che era bella pesante.

mercoledì 10 giugno 2009

Gheddafi e il camping postcoloniale

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E' giunto oggi sul suolo italiano il colonnello Gheddafi.
Molte donne si oppongono a questa visita non gradita. Sottoscrivo anch'io le seguenti parole tratte dalla lettera di donne pubblicata sul sito Storie Migranti.

Al Leader della Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista

(Per conoscenza, alle e ai rappresentati del governo italiano e dell’Unione europea)

Gentile Muammar Gheddafi,

noi non facciamo né vogliamo far parte delle 700 donne che lei ha chiesto di incontrare il 12 giugno durante la sua visita in Italia. Siamo, infatti, donne italiane, di vari paesi europei e africani estremamente preoccupate e scandalizzate per le politiche che il suo Paese, con la complicità dell’Italia e dell’Unione europea, sta attuando nei confronti delle donne e degli uomini di origine africana e non, attualmente presenti in Libia, con l’intenzione di rimanervi per un lavoro o semplicemente di transitarvi per raggiungere l’Europa. Siamo a conoscenza dei continui rastrellamenti, delle deportazioni delle e dei migranti attraverso container blindati verso le frontiere Sud del suo paese, delle violenze, della “vendita” di uomini e donne ai trafficanti, della complicità della sua polizia nel permettere o nell’impedire il transito delle e dei migranti. Ma soprattutto siamo a conoscenza degli innumerevoli campi di concentramento, a volte di lavoro forzato, alcuni finanziati dall’Italia, in cui donne e uomini subiscono violenze di ogni tipo, per mesi, a volte addirittura per anni, prima di subire la deportazione o di essere rilasciati/e. Alcune di noi quei campi li hanno conosciuti e, giunte in Italia, li hanno testimoniati.
Tra tutte le parole e i racconti che abbiamo fatto in varie occasioni, istituzionali e non, o tra tutte le parole e i racconti che abbiamo ascoltato, scegliamo quelli che anche Lei, insieme alle 700 donne che incontrerà, potrà leggere o ascoltare.
[...]
Siamo consapevoli, anche, che Lei e il suo Paese non siete gli unici responsabili di tali politiche, dal momento che gli accordi da Lei sottoscritti con il governo italiano prevedono ingenti finanziamenti da parte dell’Italia affinché esse continuino ad attuarsi e si inaspriscano nei prossimi mesi e anni in modo da bloccare gli arrivi dei migranti sulle coste italiane; dal momento, inoltre, che l’Unione europea, attraverso le sue massime cariche, si è espressa in diverse occasioni a favore di una maggiore collaborazione con il suo Paese per fermare le migrazioni verso l’Europa. Facciamo presente innanzitutto a Lei, però, e per conoscenza alle e ai rappresentati del governo italiano, alle ministre e alle altre rappresentanti del popolo italiano che Lei incontrerà in questa occasione, così come alle e ai rappresentanti dell’Unione europea, una nostra ulteriore consapevolezza: quella per cui fare parte della comunità umana, composta da donne e uomini di diverse parti del mondo, significa condividere le condizioni di possibilità della sua esistenza. Tra queste, la prima e fondamentale, è che ogni donna, ogni uomo, ogni bambino, venga considerato un essere umano e rispettato/a in quanto tale.
Finché tale condizione non verrà considerata da Lei né dalle autorità italiane ed europee noi continueremo a contestare e a combattere le politiche dell’Italia, della Libia e dell’Unione europea che violano costantemente i principi che stanno alla base della sua esistenza e fino a quel momento, quindi, non avremo alcuna voglia di incontrarla ritenendo Lei uno dei principali e diretti responsabili delle pratiche disumane nei confronti di una parte dell’umanità.

Per la versione integrale e per sottoscrivere la lettera clicca qui.
Non è possibile accettare che il nostro governo riservi un trattamento da principino a un dittatore con le mani sporche di sangue.
Ma leggiamo cos'ha detto il colonello appeno sbarcato sulla penisola:
"Con l'Italia di oggi c'e' pace, collaborazione e amicizia. L'Italia e' un Paese molto pacifico tra gli Stati del mondo e condanna il colonialismo. Entrambi condanniamo il fascismo e le aggressioni contro gli altri". "La firma del Trattato di amicizia e l'accordo sugli indennizzi sono il segnale che l'Italia di oggi non e' l'Italia di ieri". "Certo, non guardiamo al valore materiale degli indennizzi, perche' per quello che l'Italia coloniale ha commesso contro il popolo libico non ci sarebbe alcun controvalore". Tuttavia, quell'accordo "e' comunque un segnale che l'Italia condanna il colonialismo e si scusa per quello che e' avvenuto ed e' questo che mi ha permesso di poter venire oggi qui".

Notare bene:
1) L'Italia sarà anche un paese pacifico ma non di certo pacifista;
2) Nonostante l'Italia abbia condannato il colonialismo, esso non è mai finito; quello di oggi ha solo un aspetto che lo rende più difficile da identificare (dovrò fare un altro post sul tema);
3) L'Italia condanna il fascismo solo sulla carta (costituzionale) mentre ritiene legittime le aggressioni perpetrate in nome della civile democrazia occidentale;

L'unica affermazione che condivido con Gheddafi è il fatto che non esista un controvalore adeguato per ricompensare i danni provocati dalle politiche coloniali alla popolazione civile.
Ma non credo sia questo il motivo per cui abbiamo infranto il consueto cerimoniale di accoglienza per un capo di stato riservandogli una tenda in un parco blindato nel centro di Roma.

martedì 9 giugno 2009

Indovina chi?

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lunedì 8 giugno 2009

(Almeno) Un pirata al Parlamento

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Nonostante in questi giorni si siano avute cattive notizie sull'avanzamento dell'estrema destra nell'Europa del nord (e domattina ci saranno brutte notizie anche dall'Italia), una buona nuova arriva oggi dalla Svezia. Infatti, il Partito dei Pirati (del quale Titus aveva già parlato qui) ha ottenuto il 7% dei voti e quindi un seggio al Parlmento europeo. Età media dei candidati: 30 anni. Punto.
Ovviamente il loro programma politico ha come obiettivo principale quello di riformare le leggi sul copyright, eliminare il sistema dei brevetti e garantire che i diritti di privacy dei cittadini vengano rispettati.

"Il monopolio del detentore del copyright di sfruttare commercialmente un'opera dovrebbe essere limitata a cinque anni dalla pubblicazione. Gli odierni termini del copyright sono semplicemente assurdi. Nessuno deve continuare a fare soldi settanta anni dopo che la morte". "La durata commerciale dei lavori culturali si è bruscamente ridotta nel mondo di oggi. Se non ti rifai i soldi nel primo o nel secondo anno, non guadagnerai più. Un termine del copyright di cinque anni per uso commerciale è più che sufficiente. L'uso non commerciale dovrebbe essere libero sin dal primo giorno".

"I brevetti farmaceutici uccidono la gente nei paesi del terzo mondo, ogni giorno". "Il Partito Pirata ha una proposta costruttiva e ragionata per un'alternativa ai brevetti farmaceutici. Non vuole solo risolvere questi problemi, ma anche dare più soldi per la ricerca farmaceutica, riducendo la spesa pubblica per i farmaci del 50%".

"Dopo gli eventi del 9 / 11 negli Stati Uniti, l'Europa ha consentito di essere trascinata in una reazione di panico per cercare di porre fine a tutto il male aumentando il livello di sorveglianza e di controllo su tutta la popolazione. Noi europei dobbiamo saperne di più".
"Gli argomenti per ogni passo sulla strada della sorveglianza di Stato possono anche suonare convincenti. Ma noi Europei sappiamo per esperienza dove quella strada conduce e non è un luogo dove vogliamo andare".

Anche da noi si è tentato nel 2006 l'esperimento di un Partito-Pirata, ma come spesso avviene negli affari italiani, non è mai effettivamente decollato ed è rimasta una semplice associazione di promozione sociale. L'unico risultato che si è riusciti ad ottenere è candidare il segretario del "partito" nelle lista di Sinistra e Libertà.

Visto che Sinistra e Libertà non otterrà nemmeno un seggio, affidiamo le nostre piratesche speranze all'amico svedese.

sabato 6 giugno 2009

Megic Itali!

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Poco prima che il puffone annunciasse in pompa magna che durante una cagata sull'aereo di stato aveva partorito un nuovo slogan per rilanciare il turismo in Italia, qualcun'altro a Firenze stava distribuendo volantini come questo qua sopra.
A dimostrazione che la distanza che separa governanti e governati è la stessa che passa tra la terra e il cielo.

APPELLO AI TURISTI

Vi piace l'Italia? Siete rimasti soddisfatti dei suoi monumenti, dei suoi paesaggi, della sua cucina? Bene, sappiate che il solo motivo per cui voi, stranieri, siete bene accolti in Italia è perché avete in tasca la carta giusta, quella in grado di aprire tutte le frontiere, di conquistare tutte le simpatie, di assicurare tutte le gentilezze: il denaro.

Turisti, non siete i soli stranieri che hanno scelto il nostro paese come meta. Ogni giorno approdano in Italia anche masse di poveri e disperati — in fuga dalla guerra, dalla miseria, dalla carestia. Ma mentre voi siete stranieri ricchi (turisti), loro sono stranieri poveri (immigrati).

Voi arrivate con l’intenzione di divertirvi, loro arrivano nella speranza di sopravvivere.

Voi ricevete sorrisi e lusinghe, loro ricevono disprezzo e violenza.

Per voi si aprono le porte di accoglienti alberghi, per loro si aprono le porte di veri e propri lager.

Gli stranieri poveri in Italia, quando non sono subito respinti, vengono braccati, perseguitati, umiliati, arrestati, percossi, espulsi dopo un periodo di detenzione che può arrivare fino a sei mesi. Chiunque li aiuti, dando loro ospitalità, può essere imprigionato per 3 anni. E in carcere possono finire anche i medici, se li curano senza denunciarli.

In questo clima di terrore non c'è da stupirsi se il ministro dell’Interno, dopo aver dichiarato di voler essere «molto cattivo con gli immigrati», ha ordinato di respingere in mare le imbarcazioni cariche di disperati; o se un esponente di un partito al governo ha proposto di riservare ai soli italiani i posti a sedere nella metropolitana di Milano.

Turisti, state visitando uno dei Paesi culla della civiltà, ma in cui la sola civiltà presente è quella del razzismo e della xenofobia. Oggi in Italia non ci sono più poeti come Dante, amanti come Giulietta e Romeo, inventori come Leonardo; ci sono solo reazionari, poliziotti e controllori, tutti dotati di manette e manganelli.

Sappiate, turisti, che è anche attraverso i vostri soldi che il regime italiano sta attuando la sua politica. Sostenendo l'economia italiana, sostenete l'economia di un paese razzista e xenofobo. Siete sicuri di volerlo fare? Volete essere anche voi complici delle retate, degli arresti di massa, dei lager, delle deportazioni?

È con il cuore gonfio di vergogna che vi esortiamo: turisti, abbandonate l'Italia!

Andate via da questo paese, così splendido, ma così abietto.

Andate via, subito, non finanziate l'infame guerra contro i poveri condotta dal governo italiano. Andate via e spargete la voce fra tutti i vostri conoscenti: l'Italia è un paese razzista, boicottatelo!!!

Imparare l'autonomia, non la dipendenza

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La scuola ha promulgato per secoli il sequestro del fanciullo da parte della famiglia autoritaria e patriarcale. Ora che si abbozza tra i genitori e la loro progenie una comprensione reciproca fatta di affetto e di autonomia progressiva, sarebbe un peccato che la scuola cessasse di ispirarsi alla comunità familiare.
[...]
La famiglia tradizionale preferiva fabbricare dei bambini in serie piuttosto che offrire la vita a due o tre piccoli esseri ai quali avrebbe dedicato senza riserve amore e attenzione. Quelli che non morivano in tenera età serbavano nel cuore il più delle volte una ferita segreta. La tirannia, il senso di colpa, il ricatto affettivo generarono in tal modo generazioni di spacconi che nascondevano sotto la durezza del carattere un infantilismo che imponeva loro di cercare un sostituto del padre e della madre in quelle famiglie a prestito che erano le chiese, i partiti, le sette, il gregarismo nazionale e i corpi di armata di ogni genere. La storia non ha conosciuto, per la sua disumanità, che dei bravacci in carenza di affetto. Ci voleva un bel po' di cinismo per evocare la "selezione naturale", tipica della specie animale, quando la produzione di carne da cannone e da fabbrica implicava la sua correzione statistica, e l'economia familiare di procreazione comportava un vizio di forma in cui la morte svolgeva la sua parte.
L'evoluzione dei costumi ci fa guardare oggi come ad una mostruosità questa proliferazione bestiale di vite irrimediabilmente condannate a venir riassorbite sotto i colpi di machete della guerra, del massacro, della carestia, della malattia. Eppure: stigmatizzare la sovrappopolazione dei paesi dove l'oscurantismo religioso si nutre della miseria che consciamente mantiene, e accettare che in Europa uno stesso spirito arcaico e sprezzante continui a trattare gli studenti come bestiame denota un'evidente incoerenza.
Perché il sovraffollamento delle classi non è solo causa di comportamenti barbari, di vandalismo, di delinquenza, di noia, di disperazione, perpetua per di più l'ignobile criterio della competitività, la lotta concorrenziale che elimina chiunque non si conformi alle esigenze del mercato.
[...]
Non ci sono bambini stupidi, ci sono solo educazioni imbecilli. Forzare lo scolaro a issarsi fino in cima al cesto contribuisce al progresso laborioso della rabbia e della furbizia animali, non certo allo sviluppo di un'intelligenza creatrice e umana.
Ricordate che nessuno è paragonabile né riducibile a nessun altro, a niente altro. Ciascuno possiede le sue proprie qualità, non gli resta che affinarle per il piacere di sentirsi in accordo con ciò che vive. Che si cessi dunque di escludere dal campo educativo il fanciullo che si interessa più ai sogni e ai criceti che alla storia dell'Impero romano. Per chi rifiuta di lasciarsi programmare dai calcolatori della vendita promozionale, tutte le strade portano verso di sé e verso la creazione.
Ieri ci si doveva identificare al padre, eroe o cretino dai così dolci sarcasmi. Ora che i padri si accorgono che la loro indipendenza progredisce con l'indipendenza del bambino, ora che sentono abbastanza l'amore di sé e degli altri per aiutare l'adolescente a disfarsi della loro immagine, chi sopporterà che la scuola proponga ancora come modelli di realizzazione il finanziere efficace e corrotto, l'uomo politico energico e rimbecillito, il mafioso che regna con il clientelismo e la corruzione, mentre l'uomo d'affari trae i suoi ultimi profitti dal saccheggio del pianeta?
Ricercare la propria identità in una religione, un'ideologia, una nazionalità, una razza, una cultura, una tradizione, un mito, un'immagine vuol dire condannarsi a non raggiungersi mai. Identificarsi a ciò che si possiede in sé di più vivo, questo solo emancipa.

Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1996

Achtung!

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Comunque la pensiate.

Con affetto.

Selvaggiamente vostro.

venerdì 5 giugno 2009

Addio cialtrone! A mai più...

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...e adesso vai pure a svernare a Bruxelles.

via Zic

giovedì 4 giugno 2009

The Horrors - Sea within a sea

mercoledì 3 giugno 2009

La bici va in città



La vita del ciclista di città è sempre messa a dura prova da ostacoli architettonici e dal traffico urbano. Neanche a Parigi, città attrezzata di numerose piste ciclabili, le cose vanno meglio. Come potete vedere dal video, oltre ad essere costretti a circolare in una corsia larga meno di un metro, i ciclisti sono spesso vittime dell'inciviltà di molti automobilisti.
Il video è stato girato dall'associazione parigina Villavélo, nata all'inizio del nuovo millennio per esaltare i pregi del mezzo ideale per girare in città, la bicicletta, soprattutto nell'epoca di riscaldamento globale in cui ci troviamo a vivere.
Sul loro sito si legge: la bicicletta non è nè ingombrante, nè rumorosa e rispetta l'ambiente. Si tratta di un ottimo esercizio fisico ed è uno strumento di libertà.
Il loro lavoro è nato da un gruppo di genitori che dopo aver sperimentato la bicicletta autobus, una nuova e intelligente pratica per accompagnare i figli a scuola, si sono resi conto dei vantaggi di questo mezzo di trasporto ma anche dei limiti allo sviluppo del suo uso nelle aree urbane.
L'associazione si occupa di fornire consulenze per una guida sicura, di educare i bambini, di promuovere riforme legislative in questo ambito. Inoltre organizzano attività ludiche come biciclettate sulla Marna, pic-nic, mercatini, vélo-parade..
Nonostante gli evidenti pericoli relativi all'uso della bici in città, non posso fare altro che consigliare a tutti di convertirvi alle due ruote. Allora smettetela di fare spinning in palestra e di usare le macchina per fare 500 metri e prendete la bicicletta: se non altro creerete meno ingorghi.

The world is Blu!

Blu + La Quiete - Sulla differenza fra un sorriso e una risata


Blu, oltre ad essere un colore, è anche un piccolo genio del graffito. Uno dei pochi prodotti italiani che meritano di essere esportati. Autore principalmente di murales dalle vaste dimensioni, poi convertiti in brevi ed efficaci video utilizzando la tecnica dello stop-motion, il bolognese ha guadagnato popolarità soprattutto grazie allo splendido corto animato MUTO, realizzato nel 2008 tra Buenos Aires e Baden (Svizzera).


Con le sue opere, tutte rigorosamente pubblicate sotto licenza Creative Commons, Blu riflette e fa riflettere sull'inesorabile cammino intrapreso dall'umanità, sempre più devota a un'irrazionale idea di sviluppo. Con i rulli e i pennelli della sua street art, il nostro, coerentemente alla radicalità delle sue posizioni, ha rallegrato e mascherato l'opprimente grigiume dell'odierno cemento, dando nuova vita a spente pareti sparse qua e là per il mondo.


Oltre ai numerosi video presenti nel suo canale di iutub, potete toccare con pupilla la sua bravura a: Milano - Cox 18, Bologna - XM24, Modena, Reggio Emilia, Bologna 1 e 2, Rovereto e Ancona. Se invece siete esterofili, i suoi disegni sono anche a: Barcellona, Londra, Berlino (dove ha collaborato con l'artivista JR, del quale avevamo già parlato qui), Praga e Arhus (Danimarca).


Blu power!

martedì 2 giugno 2009

Mai morti @ Antifa Festival (Bologna)

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Accorrete numerosi stasera al Parco delle Caserme Rosse, che alle 22 c'è lo spettacolo Mai morti, interpretato da Bebo Storti, ultimo evento dei tanti organizzati in occasione del Festival Sociale delle Culture Antifasciste!


Mai morti era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas: a questa formazione e al magma inquietante del pianeta fascista il protagonista guarda con delirante nostalgia, ripercorrendo episodi della nostra storia recente, dal Ventennio fino ai giorni nostri. Un monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l'avesse mai appreso, che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere.

Produzione Teatro della Cooperativa in collaborazione con Teatridithalia e Teatri90/Maratona di Milano

testo e regia: Renato Sarti
interpretato da: Bebo Storti
Durata: 1h20' senza intervallo
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Mai Morti è uno spettacolo che fa discutere, arrabbiare, divide, emoziona e commuove.
Con una scrittura evocativa (una sorta di affabulazione nera), Renato Sarti ripercorre la nostra storia recente attraverso i racconti di un uomo mai pentito, per riflettere su quanto – in Italia - razzismo, nazionalismo e xenofobia siano ancora difficili da estirpare.
È affidato a Bebo Storti il difficile compito di dare voce a questo nostalgico delle “belle imprese” del ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine pubblico contro viados, extracomunitari, zingari e drogati.
Mai Morti era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione antipartigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista il personaggio guarda con delirante nostalgia.
Durante una notte milanese dei nostri giorni il protagonista si abbandona a ricordi sacri, lontani, cari. Evoca il bell’agire della Ettore Muti, banda fascista che Mussolini elevò a legione autonoma che rimarrà tragicamente nella memoria della città per la ferocia delle torture praticate a centinaia di antifascisti. Rivive la strage della comunità copta di Debrà Libanos, a novanta chilometri da Addis Abeba, dove nel 1937 il viceré Rodolfo Graziani e il generale Maletti Pietro Senior si resero protagonisti dell’eccidio di 2000 fra fedeli e diaconi. Accenna all’uso indiscriminato e massiccio dei gas da parte dell’esercito italiano in Africa contro le popolazioni civili. E ancora rievoca le più orribili imprese portate a termine dalla Decima Mas nel Canavese e in Friuli nel 1944.
Anche il passato più prossimo, e il nostro presente, animano i suoi sogni a occhi aperti: dalla Milano incandescente del 1969 quando “ai funerali di Piazza Fontana si doveva fare il gran botto finale. (…) Allora si che si riusciva a scaraventare anarchici tranquillamente dalla finestra, raccontare frottole a destra e a manca e farla comunque sempre franca” fino ai fatti agghiaccianti del G8 di Genova e alla morte di Carlo Giuliani.
Un monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso, che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere.

lunedì 1 giugno 2009

Veronda!

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Ve l'avevo già detto quanto sono ganzi quelli di Lombroso?
E quanto è aberrante il civilizzato e industrioso Veneto?