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martedì 10 luglio 2012

3° libro bianco sulla legge Fini-Giovanardi

L’impatto della legge antidroga sul carcere

Aumentano gli ingressi in carcere per droga in rapporto al totale degli ingressi, dal 28% del 2006 al 33,15% del 2011 (25.390 su 90.714 e 22.677 su 68.411). Aumentano le denunce, specie per l’art. 73 (detenzione illecita a fini di spaccio), da 29.724 nel 2006 a 33.686 nel 2011 (di queste 14.680 sono per cannabis, pari al 41%, di cui 8.535 per hashish, 5.211 per marijuana, 1.416 per coltivazione di piante); gli arrestati corrispondono a 28.552, mentre nel 2006 erano 25.730. Le operazioni di polizia sono state 21.116 e i sequestri danno un aumento del 54,19% per la marijuana e del 29,43% dell’hashish e un meno 45,97 per l’eroina. Nel 2011 vi è stata una esplosione di sequestri di piante di canapa (563.198!). Raddoppiano i detenuti presenti in carcere per art. 73: dai 10.312 del 2006 ai 21.562 del 2011, il 32,67% del totale, se si calcola sia l’art. 73 che il 74 le cifre sono 15.133 nel 2006 e 27.856 nel 2011, il 42,21% del totale: si puo’ quindi dire che quasi la metà dei detenuti nelle carceri italiane è in cella per 2 articoli di una sola legge dello Stato. Dato che viene confermato anche dall’analisi dello stato processuale dei detenuti: su 28.636 detenuti imputati presenti in carcere al 17.11.2011 ben 11.380 sono per violazione della legge sugli stupefacenti; su 14.686 detenuti in attesa di primo giudizio al 17.11.2011 ben 5.593 per violazione legge stupefacenti; su 7.588 appellanti al 17.11.2011 ben 3.082 per violazione legge stupefacenti; su 4.718 ricorrenti al 17.11.2011 ben 2.076 per violazione legge stupefacenti; infine, sui 37.750 detenuti con condanna passata in giudicato, presenti al 27 novembre 2011, ben 14.590 (38,90%) lo sono per violazione della legge sugli stupefacenti.

La repressione sul consumo

Aumentano le segnalazioni al prefetto per mero consumo personale: da 39.075 segnalati nel 2006 a 47.093 nel 2008 (ultimo dato consolidato), nel 2009 il dato provvisorio era di 37.800. Il 74% dei segnalati era in possesso di un solo spinello! Va ricordato, come esempio di persecuzione di massa che dal 1990 al 2010 le persone segnalate ai prefetti per le sanzioni amministrative sono state 783.278. Più che raddoppiate le sanzioni irrogate: da 7.229 nel 2006 a 16.154 nel 2010 mentre crollano le richieste di programmi terapeutici: da 6.713 nel 2006 a 518 nel 2010. Non solo questa legge punisce con sanzioni molto pesanti i semplici consumatori (ad esempio con il ritiro della patente), ma ha avuto anche l’effetto di allontare i consumatori problematici dall’accesso ai programmi terapeutici, come possiamo capire anche dai dati qui di seguito.

Le misure alternative al carcere

Diminuiscono le misure alternative: da 3.852 persone in affidamento nel 2006 a 2.816 al 30 maggio 2012. Ovvero nonostante le promesse di Giovanardi e Serpelloni i consumatori, anche problematici restano in carcere perchè è sempre più difficile accedere alle misure alternative. E, per sottolineare la centralità del carcere per il consumatore di sostanze mentre prima del 2006 la maggioranza dei tossicodipendenti godeva dell’affidamento direttamente dallo stato di libertà, con la nuova legge il rapporto si è invertito. Al 30 maggio 2012, 1.854 persone erano in affidamento dopo essere passate dal carcere, a fronte di 962 soggetti provenienti dalla libertà.

Conclusioni

Il sistema repressivo punta al basso: i dati complessivi ci dicono che la gran parte delle persone che entrano in carcere per la legge antidroga sono consumatori o piccoli spacciatori, con particolare preferenza sulla cannabis e con una recente predilezione per i coltivatori (spesso autoproduttori). L’impatto carcerario della legge antidroga è la principale causa del sovraffollamento negli istituti di pena italiani. All’aumento della carcerazione e delle sanzioni amministrative corrisponde un abbattimento dei programmi terapeutici.
I dati forniti annualmente dalla Relazione del Governo al Parlamento sono in parte carenti, in parte inaffidabili e soprattutto reticenti: in particolare mancano a livello nazionale i dati sulle condanne per l’ipotesi di lieve entità dell’art. 73. Una ricerca in profondità condotta in Toscana mostra che il 40% dei detenuti sono in carcere per reati di droga minori: si tratta spesso di consumatori che semplicemente detenevano quantità superiori al limite tabellare e sono stati trattati alla stregua di spacciatori.
E’ urgente una modifica della legge, iniziando da norme di riduzione del danno già in questa legislatura, che definiscano come reato autonomo l’ipotesi di lieve entità dell’art. 73 con una pena ridotta che escluda l’ingresso in carcere, che si cancelli la legge Cirielli sulla recidiva, che si rendano di nuovo praticabili le alternative terapeutiche, sia per le condanne carcerarie che per le sanzioni amministrative.


venerdì 1 ottobre 2010

Una montagna di balle

Una Montagna Di Balle from spazzatour on Vimeo.

E' uscito un anno fa ed è stato girato tra il 2003 e il 2009 ma le ultime proteste di Terzigno e più in generale la situazione dei rifiuti in Campania lo rendono attualissimo.

Dal 2003 al 2009, un gruppo di videomakers, ha documentato la cosidetta emergenza rifiuti Campana per svelarne gli ingranaggi, individuare responsabilità e attori di quindici anni di gestione straordinaria. Uno spettacolo costato miliardi di euro e decine di processi in corso. Ma dove finiscono i rifiuti campani? Quali sono le ferite di una terra bruciata e i danni alla salute di milioni di persone? Il più grande disastro ecologico dellEuropa occidentale raccontato dalle voci delle comunità in lotta per difendere il proprio futuro: l'assalto ai fondi pubblici, le zone d'ombra della democrazia, il boicottaggio della differenziata, le collusioni con le ecomafie e le proposte di chi si interroga seriamente sulle alternative.

E se vivere in emergenza fosse solo una strategia per accumulare profitti!?

Da un'idea di Sabina Laddaga, Maurizio Braucci e Nicola Angrisano Voce narrante di Ascanio Celestini
Musiche di Marco Messina
Regia di Nicola Angrisano


http://docutrashfilm.noblogs.org/

venerdì 18 giugno 2010

Good news / Bad news

De Gennaro e Mortola condannati in appello per "istigazione alla falsa testimonianza". Solidarietà sincera, invece, di Maroni e Alfano.

Poi così, en passant, segnalo l'ottima iniziativa del municipio di Città del Capo di deportare i senzatetto della città nella ridente località di Blikkiesdorp ("città dei barattoli di latta" - un teorico campo di emergenza provvisorio costruito nel 2007), per nasconderli dagli occhi sensibili dei turisti calciofili.

domenica 6 giugno 2010

Testimonianze dalla Freedom Flotilla

Ieri sera al Festival Sociale delle Culture Antifasciste due mediattivisti italiani della Freedom Flotilla, Manuel Zani e Manolo Luppichini, sono intervenuti per narrare e condividere la vicenda dell'aggressione israeliana e i giorni vissuti nel, tristemente famoso, carcere di Beer Sheva.
Da ascoltare!!


1° Parte




2° Parte




Altre testimonianze.

giovedì 3 giugno 2010

Sempre dalla parte sbagliata



Oggi a Ginevra il Consiglio dei diritti dell'uomo dell'ONU ha approvato una risoluzione al fine di organizzare una commissione di inchiesta per indagare sulle violazioni del diritto internazionale derivanti dagli attacchi israeliani contro la freedom flotilla.
La risoluzione invita inoltre Israele a revocare immediatamente l'assedio di Gaza e negli altri territori occupati e condanna fermamente "l'attacco oltraggioso da parte delle flotte israeliane contro la flottiglia di navi umanitarie". Non che io mi fidi dell'ONU.
Ovviamente l'Italia ha preferito non condannare l'azione militare, illegale, omicida dell'esercito israeliano e al fianco di Paesi bassi e Stati Uniti, ha votato contro tale risoluzione.
Frattini ribadisce la fiducia incondizionata in una fantomatica inchiesta militare israeliana e non si pone nemmeno il problema che sei suoi concittadini siano stati sequestrati illegalmente assieme ai circa 700 attivisti. Oltretutto al contrario di quanto si desume dai tg, i pacifisti non sono stati rilasciati, bensì espulsi per decreto come se loro stessi avessero chiesto di entrare in Israele.
Secondo il governo israeliano, dato l'embargo imposto ai territori palestinesi gli attivisti e le loro flotte sarebbero dovute prima attraccare in Israele, affinchè venissero controllati gli aiuti umanitari e selezionati nel rispetto delle proprie leggi.
Insomma Israele attacca una flotta di pacifisti arrivati da ogni parte del globo, ne uccide almeno una decina, in acque internazionali, impone il blocco di Gaza da più di tre anni, costruisce muri infiniti che escludono i palestinesi e li recludono nella miseria e nella sofferenza come in un carcere a cielo aperto e vuole decidere quali aiuti possono entrare quali no (e ci sarebbe molto altro da dire, purtroppo).
Questo è un comportamento da governo terrorista che viola qualsiasi norma di diritto internazionale e agisce nella serena impunità. E gli ultra ortodossi festeggiano l'assassinio di uomini e donne che lottavano ogni giorno per far sì che il mondo fosse un pò più vivibile anche per i più deboli della terra.

Un articolo del 2008 che rende l'idea di come si viva assediati.

venerdì 28 maggio 2010

Colpo di stato strisciante

di Umberto Eco

È nota la definizione della democrazia come sistema pieno di difetti ma di cui non si è ancora trovato nulla di meglio. Da questa ragionevole assunzione discende, per la maggior parte della gente, la convinzione errata che la democrazia (il migliore o il meno peggio dei sistemi di governo) sia quello per cui la maggioranza ha sempre ragione. Nulla di più falso. La democrazia è il sistema per cui, visto che è difficile definire in termini qualitativi chi abbia più ragione degli altri, si ricorre a un sistema bassamente quantitativo, ma oggettivamente controllabile: in democrazia governa chi prende più consensi. E se qualcuno ritiene che la maggioranza abbia torto, peggio per lui: se ha accettato i principi democratici deve accettare che governi una maggioranza che si sbaglia.

Una delle funzioni delle opposizioni è quella di dimostrare alla maggioranza che si era sbagliata. E se non ce la fa? Allora abbiamo, oltre a una cattiva maggioranza, anche una cattiva opposizione. Quante volte la maggioranza può sbagliarsi? Per millenni la maggioranza degli uomini ha creduto che il sole girasse intorno alla terra (e, considerando le vaste aree poco alfabetizzate del mondo, e il fatto che sondaggi fatti nei paesi più avanzati hanno dimostrato che moltissimi occidentali ancora credono che il sole giri) ecco un bel caso in cui la maggioranza non solo si è sbagliata ma si sbaglia ancora. Le maggioranze si sono sbagliate a ritenere Beethoven inascoltabile o Picasso inguardabile, la maggioranza a Gerusalemme si è sbagliata a preferire Barabba a Gesù, la maggioranza degli americani sbaglia a credere che due uova con pancetta tutte le mattine e una bella bistecca a pasto siano garanzie di buona salute, la maggioranza si sbagliava a preferire gli orsi a Terenzio e (forse) si sbaglia ancora a preferire "La pupa e il secchione" a Sofocle. Per secoli la maggioranza della gente ha ritenuto che esistessero le streghe e che fosse giusto bruciarle, nel Seicento la maggioranza dei milanesi credeva che la peste fosse provocata dagli untori, l'enorme maggioranza degli occidentali, compreso Voltaire, riteneva legittima e naturale la schiavitù, la maggioranza degli europei credeva che fosse nobile e sacrosanto colonizzare l'Africa.


In politica Hitler non è andato al potere per un colpo di Stato ma è stato eletto dalla maggioranza, Mussolini ha instaurato la dittatura dopo l'assassinio di Matteotti ma prima godeva di una maggioranza parlamentare, anche se disprezzava quell'aula «sorda e grigia». Sarebbe ingiusto giocare di paradossi e dire dunque che la maggioranza è quella che sbaglia sempre, ma è certo che non sempre ha ragione. In politica l'appello alla volontà popolare ha soltanto valore legale ("Ho diritto a governare perché ho ricevuto più voti") ma non permette che da questo dato quantitativo si traggano conseguenze teoriche ed etiche ("Ho la maggioranza dei consensi e dunque sono il migliore").

In certe aree della Sicilia e della Campania i mafiosi e i camorristi hanno la maggioranza dei consensi ma sarebbe difficile concluderne che siano pertanto i migliori rappresentati di quelle nobilissime popolazioni. Recentemente leggevo un giornalista governativo (ma non era il solo ad usare quell'argomento) che, nell'ironizzare sul caso Santoro (bersaglio ormai felicemente bipartisan), diceva che costui aveva la curiosa persuasione che la maggioranza degli italiani si fosse piegata di buon grado a essere sodomizzata da Berlusconi. Ora non credo che Berlusconi abbia mai sodomizzato qualcuno, ma è certo che una consistente quantità di italiani consente con lui senza accorgersi che il loro beniamino sta lentamente erodendo le loro libertà. Erodere le libertà di un paese significa di solito mettere in atto un colpo di Stato e instaurare violentemente una dittatura. Se questo avviene, gli elettori se ne accorgono e, se pure non hanno la forza di zione di colpo di Stato che è con lui cambiata. Al colpo di Stato si è sostituito lo struscio di Stato. All'idea di una trasformazione delle strutture dello Stato attraverso l'azione violenta il genio di Berlusconi è stato ed è quello di attuarle con estrema lentezza, passettino per passettino, in modo estremamente lubrificato.

Pensate alla inutile violenza con cui il fascismo, per fare tacere la voce scomoda di Matteotti, ha dovuto farlo ammazzare. Cose da medioevo. Non sarebbe bastato pagargli una buona uscita megagalattica (e tra l'altro non con i soldi del governo ma con quelli dei cittadini che pagano il canone)? Mussolini era davvero uomo rozzissimo. Quando una trasformazione delle istituzioni del Paese avviene passo per passo, e cioè per dosi omeopatiche, è difficile dire che ciascuna, presa di per sé, prefiguri una dittatura - e infatti quando qualche cassandra lo fa viene sbertucciata. Il fatto è che per un nuovo populismo mediatico la stessa dittatura è un sistema antiquato che non serve a nulla. Si possono modificare le strutture dello Stato a proprio piacere e secondo il proprio interesse senza instaurare alcuna dittatura.

Si può dire che il lodo Alfano prefiguri una tirannia? Sciocchezze. E calmierare le intercettazioni attenta davvero alla libertà d'informazione? Ma suvvia, se qualcuno ha delitto lo sapranno tutti a giudizio avvenuto, e l'evitare di parlare in anticipo di delitti solo presunti rispetta se mai la privatezza di ciascuno di noi. Vi piacerebbe che andasse sui giornali la vostra conversazione con l'amante, così che lo venisse a sapere la vostra signora? No, certo. E se il prezzo da pagare è che non venga intercettata la conversazione di un potente corrotto o di un mafioso in servizio permanente effettivo, ebbene, la nostra privatezza avrà bene un prezzo. Vi pare nazifascismo ridurre i fondi per la scuola pubblica? Ma dobbiamo risparmiare tutti, e bisogna pur dare l'esempio a cominciare dalle spese collettive. E se questo consegna il paese alle scuole private? Non sarà la fine del mondo, ce ne sono delle buonissime. È stalinismo rendere inguardabili i telegiornali delle reti pubbliche? No, se mai le vecchie dittature facevano di tutto per rendere la radio affettuosissima. Ma se questo va a favore delle reti private? Beh, vi risulta che Stalin abbia mai favorito le televisioni private?

Ecco, la funzione dei colpi di Stato striscianti è che le modificazioni costituzionali non vengono quasi percepite, o sono avvertite come irrilevanti. E quando la loro somma avrà prodotto non la seconda ma la terza Repubblica, sarà troppo tardi. Non perché non si potrebbe tornare indietro, ma perché la maggioranza avrà assorbito i cambiamenti come naturali e si sarà, per così dire, mitridatizzata. Un nuovo Malaparte potrebbe scrivere un trattato superbo su questa nuova tecnica dello struscio di Stato. Anche perché di fronte a essa ogni protesta e ogni denuncia perde valore provocatorio e sembra che chi si lamenta dia corpo alle ombre.

Pessimismo globale, dunque? No, fiducia nell'azione benigna del tempo e della sua erosione continua. Una trasformazione delle istituzioni che procede a piccoli passi può non avere tempo per compiersi del tutto, a metà strada possono avvenire smandrappamenti, stanchezze, cadute di tensione, incidenti di percorso. È un poco come la barzelletta sulla differenza tra inferno tedesco e inferno italiano. In entrambi bagno nella benzina bollente al mattino, sedia elettrica a mezzogiorno, squartamento a sera. Salvo che nell'inferno italiano un giorno la benzina non arriva, un altro la centrale elettrica è in sciopero, un altro ancora il boia si è dato malato… Tagliare la testa al re o occupare il Palazzo d'Inverno è cosa che si fa in cinque minuti. Avvelenare qualcuno con piccole dosi d'arsenico nella minestra prende molto tempo, e nel frattempo chissà, vedrà chi vivrà. Per il momento, resistere, resistere, resistere.

via L'Espresso

giovedì 15 aprile 2010

Gli inquilini resistenti

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Visto che non ne parla nessuno (o quasi)...
Da nove giorni sotto la nuova sede del comune di Bologna (un palazzaccio orribile tutto vetri e acciaio) si è installato un presidio permanente degli inquilini resistenti. Ecco, gli inquilini resistenti non sono degli affittuari partigiani ma persone comuni (la maggior parte migranti) che, oltre ad essere schiacciate dai meccanismi di esclusione sociale, sono vittime dell'evanescente sistema di edilizia pubblica italiana e dell'arroganza dei proprietari di casa (troppo spesso in combutta con la rigida burocrazia statale e la crudeltà delle "forze dell'ordine"). Tutto questo si traduce in sfratti quotidiani ordinati per accontentare l'ultima voglia dello speculatore di turno. Gli inquilini resistenti, e chi solidarizza con loro, sono lì da nove giorni "per reclamare il diritto alla casa, per il blocco degli sfratti, per la requisizione delle case sfitte, per le case popolari, per la tutela degli insolventi al mutuo prima casa".
Dormono lì (in una allegra e variopinta tendopoli con tanto ironica toponomastica: vicolo degli sfratti, piazza del diritto alla casa...), organizzano assemblee, dibattiti, aperitivi, concerti, cercano di sensibilizzare le persone del quartiere su queste problematiche (imperdibili gli sguardi schifati che arrivano dal locale fighetto lì a fianco) e intanto continuano la loro lotta quotidiana sul territorio (è di oggi la notizia che sono riusciti a bloccare l'ennesimo sfratto in città).
Fino ad oggi l'amministrazione comunale (commissiariata in seguito all'affaire Delbono) tace. Il problema è che a tacere sono anche i mezzi di comunicazione: fino a qualche giorno fa nessuno quotidiano locale o telegiornale regionale aveva parlato dell'iniziativa, nonostante la tendopoli sia lievitata a vista d'occhio e sempre più persone durante la giornata sostengano la lotta degli inquilini resistenti. Poi, in seguito ad un presidio sotto la sede Rai locale, sembra che siano riusciti ad attirare un minimo di attenzione. In ogni caso il presidio è ad oltranza, sperando che il comune decida presto di intervenire concretamente per risolvere l'ormai drammatica crisi abitativa bolognese.

Info:

http://bolognaprendecasa.noblogs.org/

http://asia.rdbcub.it/

http://www.zic.it/

lunedì 22 marzo 2010

Episodi isolati

giovedì 4 marzo 2010

Effetti collaterali?


2 o 3 nuovi casi al giorno.
L'esercito statunitense non solo nega di aver usato armi in grado di provocare simili danni (uranio impoverito?) ma nega persino che vi sia un aumento di malformazioni natali in seguito all'attacco di Fallujah di sei anni fa.
Commenti?

Qui e qui altri articoli e qua un altro video, tutti con immagini che potrebbero turbarvi.

mercoledì 17 febbraio 2010

Prevenire e inculare

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Tempi sempre più duri per i consumatori di sostanze, sui quali “L’un dopo l’altro i messi di sventura / piovon come dal ciel…”*

Prima notizia (da Il Manifesto del 10.02): qualche giorno fa, alle tre del mattino, i Carabinieri prelevano 27 ragazzi tra i 17 e i 23 anni dalle loro abitazioni di Monfalcone e comuni limitrofi; li scarrozzano al pronto soccorso; gli fanno “volontariamente” firmare il modulo di consenso; gli fanno fare dagli operatori in servizio i prelievi per i test antidroga. Risultato: sequestro di modiche quantità di droga, sei denunce per cessione e 21 segnalazioni alla prefettura per consumo. Il blitz fa parte di una più ampia operazione disposta dai Tribunali dei Minori di Trieste e Gorizia. Il Comandante provinciale della Benemerita, Roberto Zuliani, vanta nelle sue dichiarazioni il grande valore sociale di quest’azione di “prevenzione” e di avvertimento alle famiglie. Di parere diametralmente e seccamente opposto la Camera penale di Gorizia: in una delibera riguardante il fatto sottolinea come in un ordinamento democratico, attento ai diritti dei cittadini, una funzione politico-sociale come quella esercitata dall’Arma non possa e non debba essere affidata alle Forze dell’Ordine. A questo giudizio non c’è molto da aggiungere, considerato che il fatto sembra una replica dei sequestri di persona, tramite “lettre de cachet”, nella Francia assolutista dell’Ancien Régime. Con più spazio, di certo, si potrebbe parlare del clima non proprio idillico di quella notte, quando neanche uno dei 27 esercita il diritto di rifiuto dei test, quando gli operatori di pronto soccorso fanno zitti e buoni “il loro dovere”. E magari anche del silenzio tombale dei grandi media.

Seconda notizia (da Il Tirreno del 13.02): dalla “terapia” di gruppo a quella individuale. A prato due ragazzi vengono sorpresi per strada con un pò di fumo da due Carabinieri. Senza verbalizzare, il capopattuglia avrebbe intascato la roba; e poi lasciato andare i “rei” senza denunciarli né segnalarli alla prefettura. Dopo qualche giorno uno dei due, minore, confessa ai genitori di esser stato successivamente contattato dal milite in subordine; invitato a casa sua a Chiesina Uzzanese; convinto – facendo leva sul “trattamento speciale” accordato in precedenza – a subire un rapporto sessuale, per buona giunta ripreso con cellulare o telecamera e riversato in un computer. I genitori riferiscono al Comando provinciale: si apre un indagine; si fa perquisire l’abitazione sospetta; si sequestra il computer; e qui, per ora, la vicenda scende come il Timavo nel percorso carsico della Procura di Prato (competente, tra l’altro, per l’eventuale appropriazione indebita della roba, ma non per l’eventuale violenza sessuale in territorio di Pistoia). Se la storia viene confermata – e ci si deve augurare una smentita documentata e convincente - si sentirà di certo parlare di mele marce, di “situazione sotto controllo”: ma mele marce ieri (i militi dell’affaire Marrazzo), forse altre mele marce oggi… la china sembra alquanto scivolosa, la situazione a forte rischio di sfuggire – bertolasianamente – al controllo.

Giorgio Bignami

* I celebri versi del “Ça ira” del nostro Giosuè nazionale sembrano assai pertinenti: si riferiscono infatti agli eroici sanculotti incalzati dai mercenari della maxi-coalizione di regali parenti e ricchi compagni di merenda dei Borboni di Francia; eppur vinceranno.

via Fuoriluogo.it

lunedì 15 febbraio 2010

Piombo Fuso


Interessante documentario di Current Tv su quel massacro di civili palestinesi che è stata l'operazione Piombo Fuso a cavallo tra il 2008 e il 2009.

giovedì 11 febbraio 2010

NO VAT 2010 @ Roma

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NO VAT 2010 (come già le precedenti manifestazioni NO VAT) è una manifestazione organizzata interamente dal basso, con dinamiche orizzontali, senza padri, padrini nè maternage.


Non viene richiesta alcuna quota per aderire, ma se vogliamo continuare ad avere questa indipendenza dobbiamo contribuire anche economicamente alla costruzione di NO VAT, quindi chiunque, gruppi e/o singoli/e/*, voglia appoggiare l'indipendenza di NO VAT può fare un versamento su

C/C: 6725417 - ABI: 01030 - CAB 02800: - CIN: V
PRESSO MONTE DEI PASCHI DI SIENA AG. FIRENZE SEDE
INTESTATO A: AZIONE GAY E LESBICA Firenze
codice IBAN IT70V0103002800000006725417

Come deciso nell'assemblea nazionale di Facciamo Breccia è stato infatti aperto un sottoconto del CCB di Azione gay e Lesbica appositamente per raccogliere l'autofinanziamento di NO VAT.

Per poter verificare l'effettivo accreditamento preghiamo inoltre di inviare una mail con l'importo e il nominativo del/la versante alla mail adesioni@facciamobreccia.org

domenica 7 febbraio 2010

Chi vuole imporre a Joy il silenzio?

Diffondiamo l'ulteriore appello lanciato da noinonsiamocomplici sulla vicenda di violenza e omertà di stato che ha travolto la vita di Joy. Questa donna, insieme ad Hellen, la scorsa estate respinse un tentato stupro nel CIE di via Corelli a Milano compiuto dall'ispettore capo del carcere di identificazione ed espulsione, Vittorio Addesso. In occasione di una rivolta lo stesso Vittorio arrestò e picchiò diverse donne tra cui Joy ed Hellen. Loro lo hanno denunciato e per questo motivo ora dovranno temere la reazione dello stato e degli uomini del suo apparato.


Il 04/02/2010 l'avvocato Massimiliano D'Alessio chiama in carcere a Como, per l'istanza depositata nel tribunale di Milano il 2 febbraio scorso, che gli autorizza l'ingresso in carcere insieme all'interprete nigeriana per incontrare in colloquio la sua assistita Joy.


Dall'ufficio colloqui del carcere rispondono che è tutto a posto per la suddetta visita.

Il giorno seguente, venerdì 5 febbraio 2010, l'avvocato insieme all'interprete si presenta all'ufficio colloqui del carcere di Como per incontrare la sua assistita e gli viene detto che Joy il 4 febbraio 2010 ha revocato la nomina al suo avvocato di fiducia, Massimiliano d'Alessio, nominando l'avvocata d'ufficio che le avevano assegnato in precedenza e con la quale non ha mai avuto un colloquio né un contatto.

Non avendo potuto incontrarla non ci spieghiamo come Joy abbia potuto scegliere di cambiare l'avvocato che la seguiva fino a quel momento nel processo di appello per la rivolta dello scorso agosto nel Cie di via Corelli a Milano e nella denuncia per tentata violenza sessuale nei confronti dell'ispettore capo dello stesso Cie, Vittorio Addesso, mettendosi così nelle mani di un'emerita sconosciuta.

Allora ci chiediamo: ma ha fatto la richiesta veramente Joy? Quale 'forza oscura' l'ha indotta a farlo? In questo modo non ha potuto parlare con il suo avvocato e la interprete nigeriana. Perchè succedono queste cose improvvise? C'è qualcuno o qualcosa che non vuole che si sappia come è andata la vicenda?

Non abbiamo potuto vedere Joy, non abbiamo potuto parlare con Joy, non sappiamo come stia, non sappiamo cosa pensi, non abbiamo potuto dirle che il 12 febbraio, giorno della sua scarcerazione, saremo lì fuori ad aspettarla.

Lei continua a lottare, ma purtroppo è in carcere dove non possiamo comunicare con lei perché loro non vogliono.
Dobbiamo far sapere a tutti che non possono zittirla perchè siamo noi la sua voce!

Appuntamento 12 febbraio ore 6.30 di mattina davanti alla stazione di Albate Camerlata Fs. Dalle ore 7 in poi davanti al carcere di Como – in via Bassone 11 – per aspettare Joy!

Invitiamo chi non può venire a Como a costruire iniziative a supporto del presidio nel territorio in cui vive.

Leggete e cliccate anche alcuni articoli di Femminismo a sud e lo stesso noinonsiamocomplici qui, qui, qui e qui.

giovedì 21 gennaio 2010

Hai(u)ti?

vignetta de Lo Scorpione

Al posto degli “aiuti” sarebbe meglio che annullassero il debito estero che Haiti ha con loro. Totalmente e senza condizioni. I “generosi aiuti” provengono soprattutto dai grandi creditori. E’ lecito parlare di “dono” quando sappiamo che la maggior parte di questo denaro servirà peri l pagamento del debito estero? O per uno “sviluppo nazionale” pianificato e deciso in funzione degli interessi delle oligrachie locali e degli stessi creditori?”

Eric Toussainte, direttore del Comitato per l’annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM), avverte che le esperienze negative dei soccorsi internazionali in occasione dello tsunami, convogliati verso il Bangladesh, Indonesia, Sri Lanka e Bangladesh, possono ripetersi puntualmente ora nell’isola caraibica. I fondi raccolti servirono per arricchire le grandi compagnie e le autorità locali. L’esperienza dei soccorsi confluiti nel 2004 ad Haiti in occasione del ciclone Jeanne, non fanno purtroppo sperare in bene.

Tutti gli aiuti finanziari cash sono vincolati e accaparrati dai grandi centri finanziari o dagli organismi internazionali creditori (Club de Paris, FMI ecc).

“Più dell’80% del debito estero di Haiti appartiene al Banco mondiale (BM) ed al Banco Interamericano dello Sviluppo (BID)” dice Toussaint. “Il programma PPME (Iniziativa Paesi Poveri molto indebitati) a cui venne ammesso Haiti nel 2006, è una tipica “operazione di lavaggio” del debito odioso. Il risultato è che solo tre anni dopo, il debito haitiano era aumentato da 1337 a 1884 milioni di dolari”.

Ad Haiti, l’unico ed effettivo aiuto concreto - dagli effetti duraturi - che si possa concedere, è l’annullamento del suo debito estero. In tal senso, gli annunci fatti dalla Francia e dall’Italia vanno nella direzione corretta perchè esonerano gli haitiani dal pagamento del debito esistente.

via America Latina - Altri occhi e parole

domenica 17 gennaio 2010

Attentato incendiaro contro i NO-TAV

COMUNICATO STAMPA
Movimento NO TAV Val Susa, Val Sangone, Torino e Cintura

Ieri sera, forti del clima disgustoso creato dai media, dai politici e dalle istituzioni contro il popolo NO TAV (reo di difendere la legalità e la propria terra, oltre che difendere le finanze dello Stato e dell'Europa dalle grinfie voraci di politici, affaristi & mafiosi) i "soliti ignoti" hanno incendiato il presidio NO TAV di Bruzolo.
Il pronto intervento di cittadini e vigili del fuoco hanno potuto limitare i danni che, al di là dell'odioso gesto di chi fa della violenza le sue ragioni (d'altronde non ne ha altre), restano comunque ingenti.

Adesso il presidio è stato "sequestrato" dalla magistratura per le indagini. Questo "sequestro" deve durare al massimo due o tre giorni. Il presidio deve essere immediatamente ricostruito.

Per dare una risposta FORTE ed IMMEDIATA alle MAFIE che stanno dietro a questo gesto, l'assemblea popolare tenutasi ieri sera al presidio di Susa ha fatto queste proposte:

1. Questa sera, domenica 17 gennaio, alle ore 21 ritrovo al presidio di Bruzolo con fiaccole, pile, candele, lumini e luminarie varie per una marcia contro il clima di violenza, quanto meno verbale, e di intolleranza alla dissidenza nei confronti delle ISTITUZIONI LOCALI REGOLARMENTE E DEMOCRATICAMENTE ELETTE, i COMITATI ed il MOVIMENTO NO TAV, e dei CITTADINI RESISTENTI che non accettano il pensiero unico PRO TAV del Governo, di madama Bresso e di Saitta. Questa campagna istituzionale è stata amplificata e ingigantita oltre ogni decenza da tutti i media, e questo gesto incendiario e sconsiderato è il frutto di questo clima.
Si partirà dal presidio di Bruzolo e si salirà in piazza del municipio.

2. Sabato prossimo nel pomeriggio manifestazione NO TAV e CONTRO TUTTE LE MAFIE dal presidio di Susa al municipio di Susa passando per tutti i siti dove, nel comune di Susa dovrebbero venire impiantati i cantieri delle trivelle.

Susa, 17 gennaio 2010
Movimento NO-TAV

sabato 9 gennaio 2010

La città di cartone


Nei mesi invernali migliaia di immigrati si riversano nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria, per lavorare come braccianti alla raccolta degli agrumi. Il 90% vive in strutture abbandonate, in condizioni disumane. Allex cartiera, fabbrica dimessa nel comune di San Ferdinando, vivono 6-700 persone in una baraccopoli fatta con il cartone. Sono sfruttati con salari da fame da mafia e caporalato. Una realtà estrema di semi schiavitù e degrado.

tratto da La città di cartone di Gialuigi Lopes - Premio "L'anello debole" 2009 - Opera menzionata, sezione "TV"

martedì 22 dicembre 2009

Non continuiamo a parlare con certi ticinesi


...come questo qui, autonominatosi "presidente a vita" della Lega dei Ticinesi.

sabato 19 dicembre 2009

Alta tensione

venerdì 18 dicembre 2009

Nessuno è Stato!

Il gip Ricciarelli archivia il fascicolo per omicidio: "Cause naturali in seguito ad aneurisma". E' stata archiviata dal gip del tribunale di Perugia l'inchiesta per omicidio a carico di ignoti per la morte nel carcere del capoluogo umbro, nell'ottobre di due anni fa, di Aldo Bianzino, il falegname che era stato arrestato pochi giorni prima per la coltivazione di alcune piante di canapa indiana.
Secondo il giudice, il decesso avvenne per cause naturali in seguito ad un aneurisma cerebrale. A riportare la notizia è oggi il Corriere dell'Umbria. Il giudice ha accolto la seconda richiesta di archiviazione del fascicolo avanzata dal pm Giuseppe Petrazzini. Ad entrambe le istanze si erano invece opposti i familiari di Bianzino.
In base agli accertamenti svolti dai consulenti della procura, il giudice ha però ritenuto che la lesione riscontrata al fegato del falegname sia legata alle manovre di rianimazione dopo l'aneurisma.
Ha quindi disposto l'archiviazione del fascicolo.

via VeritàperAldo

domenica 6 dicembre 2009

Chi dimentica il passato è condannato a riviverlo

Alexandros Grigoropoulos (1993-2008)

Ci sono cinque cittadini italiani tra le 162 persone che la polizia greca ha arrestato ieri, alla vigilia delle manifestazioni organizzate per il primo anniversario della morte di un ragazzo ucciso da un poliziotto ad Atene.

La morte del 15enne Alexis Grigoropoulos scateno' lo scorso inverno una guerriglia urbana mai vista nel Paese. Un gruppo di dodici sospetti militanti anarchici, tra i quali cinque italiani (quattro uomini e una donna) e tre albanesi, sono stati bloccati nella capitale greca dopo che due automobili sono state incendiate nel quartiere centrale di Exarchia, lo stesso in cui fu ucciso Grigoropoulos il 6 dicembre 2008. Altri 81 presunti militanti sono stati fermati per essere interrogati.
Altri venti sono stati arrestati in un covo di presunti anarchici a Keratsini, una citta' vicina alla capitale, dove i poliziotti hanno trovato due taniche di benzina e tredici maschere antigas, secondo le forze dell'ordine. "Le operazioni di ricerca hanno confermato le prime informazioni, che segnalavano che questo luogo era utilizzato per fabbricare esplosivi e lanciare attacchi", ha reso noto la polizia in un comunicato.
Anche altri quarantuno attivisti no-global, che avevano brevemente occupato il comune della citta', sono stati arrestati dopo che la polizia ha fatto irruzione nell'edificio.
Ad Atene, circa 6mila poliziotti sono chiamati a vigilare sulle manifestazioni previste oggi e domani, organizzate da coordinamenti studenteschi e licei, organizzazioni di sinistra e sindacati. Migliaia di persone, molte arrivate dall'estero, sono attese oggi nelle strade della capitale greca, secondo gli organi di informazione locali. La manifestazione e' prevista al termine di una cerimonia religiosa organizzata nel cimitero dove riposa Alexis Grigoropoulos a Palio Faliro, un sobborgo della capitale.
Quasi 500 persone hanno partecipato ieri sera a una prima manifestazione a Salonicco, nel nord della Grecia, secondo la polizia locale.
Ieri, i sindacati del corpo docente avevano segnalato che decine di universita' e istituti erano occupati da studenti per ricordare questo anniversario. Forze saranno dispiegate in tutte le grandi citta' e tutto il personale sara' in stato di allerta.
Il governo socialista ha inoltre chiesto ai partiti di opposizione di controllare i loro movimenti giovanili. "Io spero che la memoria di Alexis sia onorata in modo pacifico, e' il minimo che gli dobbiamo", ha dichiarato il capo dello stato, Carolos Papoulias,in un messaggio. "Non tollereremo violenze", ha chiarito da parte sua il vice primo ministro, Theodore Pangalos. In custodia cautelare, il poliziotto che fece partire i colpi che uccisero Alexis Grigoropoulos deve essere processato per omicidiovolontario dal prossimo 20 gennaio 2010.

via Informa-azione