domenica 7 febbraio 2010

Chi vuole imporre a Joy il silenzio?

Diffondiamo l'ulteriore appello lanciato da noinonsiamocomplici sulla vicenda di violenza e omertà di stato che ha travolto la vita di Joy. Questa donna, insieme ad Hellen, la scorsa estate respinse un tentato stupro nel CIE di via Corelli a Milano compiuto dall'ispettore capo del carcere di identificazione ed espulsione, Vittorio Addesso. In occasione di una rivolta lo stesso Vittorio arrestò e picchiò diverse donne tra cui Joy ed Hellen. Loro lo hanno denunciato e per questo motivo ora dovranno temere la reazione dello stato e degli uomini del suo apparato.


Il 04/02/2010 l'avvocato Massimiliano D'Alessio chiama in carcere a Como, per l'istanza depositata nel tribunale di Milano il 2 febbraio scorso, che gli autorizza l'ingresso in carcere insieme all'interprete nigeriana per incontrare in colloquio la sua assistita Joy.


Dall'ufficio colloqui del carcere rispondono che è tutto a posto per la suddetta visita.

Il giorno seguente, venerdì 5 febbraio 2010, l'avvocato insieme all'interprete si presenta all'ufficio colloqui del carcere di Como per incontrare la sua assistita e gli viene detto che Joy il 4 febbraio 2010 ha revocato la nomina al suo avvocato di fiducia, Massimiliano d'Alessio, nominando l'avvocata d'ufficio che le avevano assegnato in precedenza e con la quale non ha mai avuto un colloquio né un contatto.

Non avendo potuto incontrarla non ci spieghiamo come Joy abbia potuto scegliere di cambiare l'avvocato che la seguiva fino a quel momento nel processo di appello per la rivolta dello scorso agosto nel Cie di via Corelli a Milano e nella denuncia per tentata violenza sessuale nei confronti dell'ispettore capo dello stesso Cie, Vittorio Addesso, mettendosi così nelle mani di un'emerita sconosciuta.

Allora ci chiediamo: ma ha fatto la richiesta veramente Joy? Quale 'forza oscura' l'ha indotta a farlo? In questo modo non ha potuto parlare con il suo avvocato e la interprete nigeriana. Perchè succedono queste cose improvvise? C'è qualcuno o qualcosa che non vuole che si sappia come è andata la vicenda?

Non abbiamo potuto vedere Joy, non abbiamo potuto parlare con Joy, non sappiamo come stia, non sappiamo cosa pensi, non abbiamo potuto dirle che il 12 febbraio, giorno della sua scarcerazione, saremo lì fuori ad aspettarla.

Lei continua a lottare, ma purtroppo è in carcere dove non possiamo comunicare con lei perché loro non vogliono.
Dobbiamo far sapere a tutti che non possono zittirla perchè siamo noi la sua voce!

Appuntamento 12 febbraio ore 6.30 di mattina davanti alla stazione di Albate Camerlata Fs. Dalle ore 7 in poi davanti al carcere di Como – in via Bassone 11 – per aspettare Joy!

Invitiamo chi non può venire a Como a costruire iniziative a supporto del presidio nel territorio in cui vive.

Leggete e cliccate anche alcuni articoli di Femminismo a sud e lo stesso noinonsiamocomplici qui, qui, qui e qui.

Nessun commento: