venerdì 30 gennaio 2009

E facci un goooool...

lunedì 26 gennaio 2009

(Sopra)vivere ad Imperia IV

Rapinavano le amiche per comprare il rossetto
Denunciate studentesse di 15 e 16 anni

"Bad girls" a Imperia. Botte e minacce per card telefoniche e rossetti. E quando finiscono davanti ai carabinieri e la madre di una, sconvolta, le chiede come ha fatto a fare tre rapine, lei le risponde strafottente: «E queste sono quelle che sai tu».

L'Espresso

Islanda : pecore = Italia : x


Ve la ricordate l'Islanda?

A Ottobre l'avevamo lasciata sull'orlo della bancarotta, primo Stato ad aver subito le conseguenze dell' immane crisi economica internazionale.
Ora le cose non è che siano cambiate di molto, nel senso che il paese è, se possibile, ancora più in bancarotta: la Borsa e la moneta locale sono crollate e le tre banche maggiori sono state nazionalizzate.
Fatto sta che, a differenza della maggioranza dei cittadini europei, sti islandesi, certo non famosi per il loro animo bellicoso, si sono incazzati. E non si sono incazzati come noi, che al massimo riusciamo a ridere per le battute di Grillo. Sono scesi in piazza in massa, hanno manifestato sotto il parlamento per giorni e giorni, hanno bersagliato la limousine (sic!) del premier con lanci di uova (do you remember?) e hanno costretto lui e il suo esecutivo a rassegnare le dimissioni.
Il Guardian dice che "è la peggiore rivolta popolare vista in Islanda dal 1949 quando, fra molte polemiche, il Paese entrò nella Nato".

Qualcuno mi spiega perchè gli islandesi, che vivono in promiscuità con milioni di ovini, sono riusciti a smentire il proverbio "chi va con lo zoppo impara a zoppicare", comportandosi in maniera civile e responsabile e noi invece che viviamo nel nostro bel paese, siamo un popolo di pecoroni?

Teo-pod

L'avranno inventato i Justice?

domenica 25 gennaio 2009

Nuove tecnologie, vecchi ministri

Considerato che se unisco i cervelli dei titolari dei dicasteri istruttivo-culturali italiani, non riesco neanche a fare una persona intelligente, non stupisce che i due ministri tirino fuori idee bizzarre e inutili per portare avanti le loro cosiddette politiche. Così ci troviamo la nostra ministra dell'Istruzione, evidentemente insoddisfatta dalle obsolete circolari, a perseverare nell'uso del suo canale su Youtube, utilizzato stavolta per comunicare le materie della seconda prova per gli istituti superiori. A parte che in tutti i suoi 5 messaggi finora registrati, non ne inizia neanche uno salutando gli ipotetici studenti davanti allo schermo, la votazione media che gli utenti le hanno assegnato per la sua video-propaganda è 2 su 5. Se seguissimo le sue robotiche direttive, dovremmo licenziarla così, su due piedi. Ma non crediate che l'altro illustre esponente dell'intellighenzia nostrana, il poeta Sandro Bondi (qui trovate un'antologia dei suoi versi), sia da meno. Privo di qualsivoglia idea sul mondo di Internet e sul file sharing in particolare, si trova costretto a copiare i provvedimenti adottati da altri paesi per contrastare il dilagante problema del download di contenuti protetti dal diritto d'autore.
Il fatto è che l'esempio seguito in questo caso, è quello demente del presidente francese Sarkozy, che intende "bloccare l’accesso ad Internet agli utenti che scaricano questo tipo di contenuti attraverso reti P2P dopo due avvisi". Invece di pensare a misure che incentivino il più possibile lo sviluppo di una cultura libera e autonoma, si tenta di incatenarla sotto le onnipresenti spoglie della forma-merce, attribuendo un prezzo, e non un valore, ad ogni sua manifestazione e reprimendo duramente gli eventuali trasgressori, considerati alla stregua di comuni criminali.


Quello che mi sconvolge è come questi personaggi, che trasudano vecchiume solo a guardarli, possano ritenersi credibili quando affrontano le problematiche relative alle nuove tecnologie, soprattutto per quanto riguarda il web.

In ogni caso, non vedo l'ora di vedermi spuntare un bel messaggino del Ministero che mi intima di interrompere il download illegale di file protetti da copyright...

Per sdrammatizzare, vi segnalo l'ottimo ed esilarante Bondolyzer, generatore automatico di poesie di Bondi. Provatelo!

sabato 24 gennaio 2009

Bello come una prigione che brucia

Dove passano i muri del carcere nella società moderna?
La brama di controllo e di autocontrollo, l'ossessione di regolare per legge ogni fenomeno, la delega al giudice come certificatore del senso della vita collettiva, come vendicatore della comunità fittizia e rancorosa, pare non avere più freni: la figura meschina del proprietario disposto a mille sacrifici pur di conservare il proprio patrimonio si degrada ulteriormente in quella, che davvero ben poco conserva di umano, del neo-proletario, che non dorme al pensiero di poter essere derubato dalle proprie catene, e reclama ad alta voce di essere guardato di più, e più da vicino, per paura di scomparire del tutto.
Il codice fiscale non é per tanti aspetti la codifica nell'elenco dei funzionari della merce e del lavoro, esattamente come il numero che identificava gli ergastolani, ne marcava l'estinzione come individui, e la riduzione a semplici accessori dell'istituzione? Per tanti aspetti, non possiamo forse percepirci come dei condannati all'ergastolo sociale, con i suoi corollari di perdita della personalità, alienazione, lavoro forzato, coabitazione obbligata e promiscua, supersfruttamento?

C.S.O.A. COX 18, Milano
17 aprile 2002


venerdì 23 gennaio 2009

Comunicato di Amnesty International

Israele deve rivelare quali armi e munizioni ha usato a Gaza

Amnesty International ha chiesto alle autorità israeliane di rivelare quali armi e munizioni siano state usate durante le
tre settimane della campagna militare iniziata il 27 dicembre.

"Sappiamo che munizioni al fosforo bianco sono state usate in aree civili, sebbene in precedenza le autorità israeliane lo avessero negato" - ha dichiarato Donatella Rovera, che sta guidando la missione d'indagine di Amnesty International a Gaza. "Ora abbiamo prove inconfutabili dell'uso del fosforo bianco, ma i medici che hanno curato i primi feriti non sapevano di cosa si trattasse".

Altre vittime del conflitto hanno ferite che i medici non riescono a curare in modo efficace perché non è chiara la natura delle munizioni che le hanno provocate.

"I medici ci hanno riferito di tipi di ferite nuove e inspiegabili. Alcune vittime degli attacchi aerei israeliani sono arrivate in ospedale con arti carbonizzati e profondamente recisi. I medici che le stanno curando hanno bisogno di sapere quali armi siano state usate":

Il dottor Subhi Skeik, primario della divisione chirurgica dell'ospedale al-Shida, ha dichiarato ai delegati di Amnesty International: "Abbiamo molti pazienti con amputazioni e ricostruzioni vascolari. In casi del genere, normalmente, dopo l'operazione inizia la ripresa. Invece, a distanza di una o due ore, molti di loro sono morti. È drammatico".

"È urgente e vitale che le autori
tà israeliane rivelino tutte le informazioni utili, comprese quelle relative alle armi e alle munizioni usate" - "Non si possono perdere altre vite umane perché i medici non conoscono quale sia l'origine delle ferite e quali complicazioni possano sopraggiungere. Devono essere pienamente informati affinché possano operare in modo efficace per salvare la vita dei loro pazienti" - ha aggiunto Rovera.Il fatto che in precedenza Israele avesse negato l'uso del fosforo bianco ha fatto sì che i medici non siano stati in grado di prestare le cure mediche adeguate. Le particelle di fosforo bianco all'interno dell'organismo possono continuare a bruciare, causando intenso dolore via via che le ustioni si allargano ed entrano in profondità, fino anche a provocare danni irreparabili agli organi interni. Il fosforo bianco può contaminare altre parti dell'organismo e anche coloro che stanno trattando le ferite.

"Abbiamo riscontrato bruciature diverse, mai viste finora" - ha riferito alla missione di Amnesty International uno specialista in ustioni dell'ospedale al-Shifa di Gaza. "Dopo alcune ore le bruciature diventano più ampie e profonde, si sprigiona un odore rivoltante e poi iniziano a fumare".

Le condizioni delle persone che sono state colpite dal fosforo bianco possono deteriorarsi rapidamente, fino alla morte, persino nei casi in cui le bruciature interessino solo il 10 o il 15 per cento del corpo. I medici palestinesi hanno compreso di cosa si trattasse solo diversi giorni dopo il ricovero dei feriti, con l'arrivo nella Striscia di Gaza di colleghi stranieri.

Alle 8 di sera del 10 gennaio Samia Salman Al-Manay'a, una ragazza di sedici anni, si trovava in casa, nel campo profughi di Jabalia, quando il primo piano è stato colpito da un proiettile al fosforo bianco, che l'ha raggiunta al volto e alle gambe. Dieci giorni dopo, nel suo letto d'ospedale, ha raccontato ai delegati di Amnesty International: "Il dolore è terribile, è come se un fuoco mi bruciasse dentro. Non ce la faccio a sopportarlo. Nonostante le medicine che mi danno, il dolore è ancora troppo forte".

Senza sapere di cosa si trattasse, i palestinesi le cui case erano state colpite da proiettili al fosforo bianco, gettavano acqua sulle fiamme col risultato di alimentarle ulteriormente. Quando i medici, a loro volta ignari, trattavano i feriti con soluzioni saline, questi iniziavano a urlare; ogni volta che cambiavano le garze, vedevano salire il fumo dalle ferite; quando effettuavano analisi su dei campioni, questi al contatto con l'aria cominciavano a bruciare.

"Le autorità israeliane hanno detto ripetutamente che la loro operazione militare era contro Hamas, non contro la popolazione di Gaza. Non può esserci più alcuna scusa per continuare a nascondere informazioni vitali per curare efficacemente le persone ferite negli attacchi israeliani. La mancanza di cooperazione da parte di Israele sta determinando morti e sofferenze del tutto inutili" - ha concluso Rovera. "Le autorità israeliane devono rispettare il proprio obbligo di garantire cure tempestive e adeguate ai feriti, fornendo informazioni complete sulle armi e sulle munizioni usate a Gaza e ogni altro elemento che possa aiutare i medici".

Ulteriori informazioni

Dal 27 dicembre 2008 al cessate il fuoco dichiarato da Israele il 18 gennaio 2009, sono stati uccisi circa 1300 palestinesi (tra cui oltre 400 bambini e 100 donne) e oltre 5300 sono rimasti feriti, molti in modo permanente. Nello stesso periodo, 13 israeliani (tra cui tre civili) sono stati uccisi dagli attacchi di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi.


Roma, 23 gennaio 2009


AMNESTY ITALIA

giovedì 22 gennaio 2009

Il pacchetto sicurezza

martedì 20 gennaio 2009

Bologna, donne in piazza per dire basta al massacro

Mercoledì 21 gennaio dalle 17 alle 19 saremo in Piazza Nettuno (Bologna) donne singole, di associazioni, della rete delle donne, per tentare di far sentire la nostra vicinanza e sorellanza alle donne di Gaza così drammaticamente colpite dal massacro portato avanti dall'esercito israeliano, per esprimere il nostro BASTA AL MASSACRO, la nostra volontà di chiedere che lo stato israeliano sia chiamato a rispondere davanti al tribunale internazionale per i crimini di guerra e contro i diritti umani che ha compiuto e sta compiendo in nome di una fantomatica sicurezza mentre nega dignità alla popolazione palestinese e infligge a donne e uomini, bambine e bambini, umiliazioni e violenze infinite, sradica ulivi, ruba terra ogni giorno di più, costruisce muri, check point dove nega il passaggio verso un ospedale e costringe le donne a partorire dietro un masso senza curarsi se questo procurerà la morte della madre o del neonato o di entrambi.

C'è un'opposizione in Israele composta da donne e uomini che dedicano la maggior parte del loro tempo a manifestare, a compiere piccoli e grandi atti definiti di "tradimento dello stato ebraico", a cercare di impedire soprusi, a difendere legalmente i palestinesi, a lottare accanto ai palestinesi, a chiedere che si metta fine al massacro, siamo qui anche per sostenere questa opposizione che per quanto minoritaria, fa tutto quello che è possibile fare continuando a ripetere che bisogna cessare l'occupazione dei territori oltre che smettere di massacrare la popolazione di Gaza.

Se guardiamo l'evolversi negli anni della carta geografica del territorio Israelo palestinese, con il progressivo ridursi dei territori dove i palestinesi possono vivere come in bantustan , vediamo chiaramente "Chi vuole mandare via chi":


Lo stato israeliano esiste ed è riconosciuto dal mondo benché non da hamas mentre lo stato palestinese senza la restituzione dei territori rubati non potrà mai esistere.

Siamo qui anche per denunciare le menzogne della maggior parte della stampa e dei media italiani che operando autocensura preventiva,si schierano con Israele dimostrando una mancanza di umanità e ormai una assuefazione alla menzogna che fa veramente orrore, il giornalismo crediamo debba essere un'altra cosa, un massacro è un massacro non è né una guerra, né un conflitto.

Siamo qui anche per denunciare l'uso ancora una volta interno che la politica italiana fa della questione di gaza mettendo in evidenza tutto il suo cinismo e la sua amoralità, qualche esempio positivo di impegno e generosità non fa altro che mettere maggiomente in evidenza la pochezza generale ed i giochi di potere che prevalgono.

Siamo inoltre qui per denunciare lo scarso coraggio dell'Europa, di fronte all'ingiustizia fatale di quanto accade a Gaza, meno male che per iniziativa di Luisa Morgantini e altri parlamentari si sta rallentando l'iter della procedura di perfezionamento dei rapporti con Israele che avrebbe dovuto rafforzare ancora di più i legami prima di tutto economici e poi politici che legano con nodi strettissimi l'Europa e Israele.

Siamo qui per dire che bisogna inventare sempre nuove forme di lotta per dire no alla violenza, perché si metta fine alla mattanza avviando un vero cammino di pace che riconosca l'esistenza e la dignità di tutti.

La rete delle donne


Donne ebree e mussulmane unite contro il massacro di Gaza



Ieri a Londra un presidio di donne ebree e mussulmane, gemellato a quella di domani a Bologna, ha denunciato le gravissime colpe di Israele, dei media e degli stati che appoggiano tali stermini.

Eccovi il comunicato:

Donne mussulmane ed ebree

Presidio e denuncia contro il massacro a Gaza Lunedì 19 gennaio 2009, 17.30-19 BBC Broadcasting House Portland Place, London W1A 1AA
(vicino a Oxford Circus). Aperto a tutte le donne

Ci uniamo per dire chiaramente la verità sulla Palestina Occupata che i media, a cominciare dalla BBC, rifiutano di descrivere - l'apartheid sionista, le donne che partoriscono ai checkpoint, le espulsioni, il furto di terra e di risorse, l'incarcerazione dei bambini, le piscine nelle colonie sionista riempite rubando l'acqua da bere dei Palestinesi. La BBC non ha pubblicamente protestato contro Israele che proibisce ai giornalisti di entrare a Gaza per testimoniare di prima mano sui bombardamenti e l'invasione. E non parla dell'opposizione degli Ebrei a questa strage sionista degli innocenti.

Siamo donne mussulmane ed ebree che protestano contro il massacro e la devastazione di Gaza da parte di Israele. Noi, come il resto del mondo, siamo shoccate da quello che vediamo sugli schermi televisivi, una piccola parte dell'orrenda verità. Ma non siamo sorprese da quest'orrore. Israele caccia i Palestinesi dalle loro case, uccide e ferisce donne, bambini e uomini, abbatte e bombarda le loro infrastrutture dal 1948, quando l'ONU diede il suo permesso all'imposizione di uno stato sionista in terra palestinese. Nessuno lavora di più delle donne nella Palestina Occupata per mantenere in vita famiglie, vicini e amici.

A Gaza, sotto stress per la mancanza delle necessità più elementari come risultato del blocco -- appoggiato dall'Unione Europea -- le donne sotto i bombardamenti e durante l'invasione devono assistere all'uccisione e al ferimento dei loro neonati. Questo è l'atto d'accusa più potente dell'assassinio arrogante, razzista e sessista perpetrato da Israele. Dobbiamo denunciare come, per giustificare la guerra di USA/Israele contro i popoli del Medio Oriente, il Regno Unito ha lanciato una guerra razzista contro i Mussulmani in Gran Bretagna.

Perciò noi, donne mussulmane ed ebree, ci uniamo in un presidio e una denuncia. Finalmente le donne racconteranno la loro storia, di quello che devono fare e sopportare per tentare di preservare la vita e resistere a occupazione e genocidio. In ogni società noi donne siamo le lavoratrici di cura della razza umana. Il nostro lavoro è la sopravvivenza umana. Vogliamo esercitare questo potere per contribuire a fermare la guerra di Israele contro la Palestina.

Link che porta ad un contributo
di Ruba Salih su femminismo e islamismo in epoca post coloniale.

lunedì 19 gennaio 2009

Consigli d.i.y. - #1 Pellet autoprodotti

Non sempre chi possiede una stufa a legna, riesce a procurarsi con facilità la materia prima da ardere. Così da qualche anno a questa parte, almeno in Italia, si è soliti adoperare in alternativa i più comodamente reperibili tronchetti di pellet. In realtà l'utilizzo di legno pressato come combustibile, è stato sperimentato per la prima volta sul finire degli anni '50 negli USA, per poi sbarcare in Europa (Svezia principalmente) solo negli anni '80.

Ora, avendo scoperto da poco questo incredibile sito, pieno zeppo di consigli utili sul risparmio energetico, di invenzioni bizzarre e fantasiose, il tutto in un ottica rigorosamente d.i.y. (fai da te), ecologista e mirata al riciclo, ritengo utile diffondere un metodo, tanto semplice quanto ovvio, per autoprodursi degli utili pellet da usare nella propria stufa.

Ingredienti:

Acqua
Quotidiani (preferibilmente Il Foglio, Libero e Il Giornale: c'è più gusto nel bruciarli anche se puzzano un pochettino)
1 secchio
1 mazzetta in gomma
1 tubo di plastica o metallo

1.Piegate 3 o 4 giornali e metteteli nel secchio.
2.Riempite il secchio d'acqua, piovana sarebbe il massimo (i giornali tenderanno a galleggiare, metteteci un peso sopra!).
3.Lasciate macerare i giornali per 2 giorni (se avete fretta, aggiungete uno schizzo di detersivo nell'acqua. Sarà così sufficiente lasciare i giornali ammolo solo un giorno).
4.Fate quello che fa l'omino nel video
5.Lasciateli asciugare: al sole (a 30° gradi impiegano un giorno) o vicino alla stufa accesa.

Il risultato che si dovrebbe ottenere è simile a questo

In caso di dubbi, qua c'è un comodo pdf esplicativo (anche se in inglese) con tutte le istruzioni e le foto passo per passo.
Spero vi sia utile.

Chi paga il conto?


Fermate le armi si fanno due conti e quello che si capisce è che la distruzione portata da Israele a Gaza non aveva affatto Hamas come obiettivo. Sembra piuttosto che ad Israele interessasse di più distruggere Gaza e "dare una lezione" ai palestinesi, quella che nelle convezioni internazionali si chiama "punizione collettiva" ed è severamente proibita.

Non si spiegherebbe altrimenti la portata della distruzione a Gaza, dove nel corso della presunta caccia ai militanti di Hamas, Israele ha distrutto oltre 4.000 edifici. Se oltre la metà delle circa 1.300 vittime sono civili (donne e bambini perchè gli uomini sono tutti "terroristi" per la propaganda israeliana), se sono stati uccisi e feriti quasi 2.000 bambini, il dato che più colpisce e che meno è sottolineato in queste ore è che per colpire circa 600 "terroristi" sono stati rasi al suolo circa 4.000 edifici, cioè sei o sette per ogni "terrorista" ucciso.

Sembra ovvio che 600 "terroristi" non possano servirsi di 4000 edifici (e di chissà quanti appartamenti in quelli) e che quindi le pretese della propaganda israliana fossero e si confermino false. Ugualmente falsa la pretesa che Hamas usi "scudi umani" per proteggersi, visto che è chiaro che in almeno 3.500 dei 4000 edifici rasi al suolo non ci poteva essere alcun militante di Hamas individuato come bersaglio dagli israeliani.

L'obiettivo di Israele era quindi quello di infliggere una tremenda punizione collettiva a Gaza, demolire migliaia di edifici per ricacciare ancora di più nella miseria e nella disperazione il milione e mezzo di palestinesi detenuti a Gaza. Detenuti che ora sono senza un tetto e che ricevono, in virtù della "tregua", aiuti alimentari razionati secondo la volontà del carceriere israeliano.

I padroni della prigione di Gaza hanno così conseguito il loro fine, un massacro allo scadere della presidenza Bush che aiuterà la rielezione dei criminali al potere, criminali che non hanno esitato a fare campagna elettorale spargendo il sangue di migliaia di abitanti di Gaza.

via mazzetta

sabato 17 gennaio 2009

Mavaffanculova [cit.]



Nel caso rimanesse ancora qualche dubbio, in questo video potrete ascoltare il portavoce del primo ministro israeliano ammettere che Hamas non ha violato la tregua concordata nel corso del 2008.
Solo dopo l'attacco di Israele del 4 novembre 2008 contro sei membri di Hamas, è ricominciato il lancio di razzi.

venerdì 16 gennaio 2009

Se Dio esistesse bisognerebbe abolirlo

Tanto clamore e alla fine la società IGPDecaux, concessionaria IGPDecaux degli spazi pubblicitari sui bus dell'Amt di Genova, ha deciso di non concedere all'Unione degli atei, razionalisti ed agnostici (Uaar) gli spazi per lo slogan "La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno".
Mi sembrava troppo bello per essere vero.
Ora, lascio la parola a Bakunin:

C’è una categoria di persone, che, se non credono, devono almeno fare sembiante di credere. Sono tutti i tormentatori, tutti gli oppressori, e tutti gli speculatori dell’umanità: preti, monarchi, uomini di stato, uomini di guerra finanzieri pubblici e privati, funzionari di ogni sorta, poliziotti, gendarmi, carcerieri e carnefici, monopolisti, capitalisti, usurai, appaltatori e proprietari, avvocati, economisti, politicanti di ogni colore, fino all’ultimo venditore di droghe, tutti insieme ripeteranno queste parole del Voltaire:

Se Dio non esistesse bisognerebbe inventarlo.

La contraddizione è questa: essi vogliono Dio e vogliono l’umanità. Si ostinano a mettere insieme due termini che, una volta separati non possono piú incontrarsi che per distruggersi a vicenda. Essi dicono d’un sol fiato: Dio è la libertà degli uomini, Dio è la dignità, la giustizia, l’eguaglianza, la fratellanza, la prosperità degli uomini, senza curarsi della logica fatale, in virtú della quale, se Dio esiste, tutto ciò è condannato a non esistere. Perché se Dio è, egli è necessariamente il padrone eterno, supremo, assoluto; e se questo padrone esiste, l’uomo è schiavo; ora se è schiavo non ci ha né giustizia, né eguaglianza, né fraternità, né prosperità possibile. Potranno bene contrariamente al buon senso e a tutte le esperienze della storia, rappresentarsi il loro Dio animato dal piú tenero amore per la libertà umana, ma un padrone per quanto faccia e voglia mostrarsi liberale, resta sempre un padrone. La sua esistenza implica necessariamente la schiavitú di tutto ciò che si trova al disotto di lui. Dunque, se Dio esistesse, non ci sarebbe per lui che un solo mezzo per servire la libertà umana: e questo sarebbe ch’egli cessasse d’esistere.

Amante geloso della libertà umana che considero come la condizione assoluta di tutto ciò che adoriamo e rispettiamo nell’umanità, io rovescio la frase di Voltaire, e dico che, se Dio esistesse bisognerebbe abolirlo.

M. Bakunin, Dio e lo Stato, Nerbini, 1903,

giovedì 15 gennaio 2009

Solo coloro che posseggono la chiave dei campi e la chiave dei sogni apriranno la scuola su una società aperta

La prospettiva di una redditività a tutti i costi è la cortina di ferro di un mondo chiuso dall'economia. La prospettiva di vita si apre su un mondo dove tutto è da esplorare e da creare. L'istituzione scolastica, invece, appartiene al mondo degli affari che la vorrebbe gestire cinicamente, senza l'ingombro del vecchio formalismo umanitario. Resta da sapere se allievi e professori si lasceranno ridurre alla funzione di meccanismi lucrativi, o se, non aspettandosi niente di buono dalla gestione, alla quale li si invita, di un universo in rovina, scommetteranno sull'ipotesi di imparare a vivere anziché a economizzarsi. Tutto si gioca su un cambiamento di mentalità, di visione, di prospettiva.
[...]
Colui che porta nel suo cuore il cadavere della propria infanzia non educherà mai nient'altro che delle anime morte.
[...]
Il corpo umano, il comportamento animale, il fiore, la speculazione filosofica, la coltura del grano, l'acqua, la pietra, il fuoco, l'elettricità, la lavorazione del legno, l'equitazione, la fisica quantica, l'astronomia, la musica, un improvviso momento privilegiato nella vita quotidiana, tutto nasce dal meraviglioso, non per mistica contemplativa, ma perché la scelta di una preminenza di ciò che è vivo cessa di piegarsi agli imperativi tradizionali dello sfruttamento lucrativo.
Quando la foresta è il polmone della terra e non il prezzo di un certo numero di are o uno spazio da devastare per interesse immobiliare, allora si manifesta il senso umano di una natura che offre le sue risorse energetiche a chi l'affronta senza violentarla.
L'apprendimento della vita è una passeggiata nell'universo del dono. Un andar per funghi per così dire, dove la guida insegna a distinguere i funghi commestibili dagli altri, inadatti al consumo, se non mortali, ma dai quali un trattamento appropriato può trarre virtù curative.
[...]
Che l'apertura sul mondo culturale sia anche l'apertura sulla diversità delle età! Perché riservare ai giovani il diritto all'istruzione, escludendo gli adulti interessati ad iniziarsi alla letteratura o alla matematica? Non avremmo tutti da guadagnare da un contatto che rompesse l'opposizione fittizia tra le classi di età?
Ma non esiste né ricetta né panacea. Appartiene solo alla volontà di vivere di ciascuno di aprire ciò che è stato chiuso dalla violenza del totalitarismo economico. In questo l'immaginazione dimostrerà la sua potenza.
Non passa anno che dozzine di maestri e professori inventivi non suggeriscano metodi di insegnamento fondati su un nuovo accordo degli esseri e delle cose.
[...]
La peggior rassegnazione è quella che veste gli abiti della rivolta. Nutrite per voi stessi così poca stima da non prendere il tempo di riconoscere i vostri desideri di vita, da non sapere quale esistenza volete condurre? Non concepite dunque altra scelta che l'alternativa che vi è ufficialmente proposta tra la povertà del ricco e la miseria del povero?
Il desolante avvenire di una vita passata a racimolare il denaro del mese deve sembrarvi luminoso solo perché l'ombra della disoccupazione cresce ovunque regni il sole mediatico del pieno impiego? Nulla uccide con più sicurezza che accontentarsi di sopravvivere.

Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1996

Appello per una mobilitazione contro il pacchetto sicurezza

Il 19 gennaio prossimo comincerà in Senato la discussione del "Pacchetto sicurezza" (ddl 733), che colpisce in primo luogo le persone migranti.

Se il pacchetto sicurezza sarà approvato chi è senza permesso di soggiorno:
non potrà più andare al Pronto Soccorso e ricevere cure mediche perché il medico sarà obbligato a denunciarlo/a.
non potrà più riconoscere figli e figlie, sposarsi e iscriversi al servizio sanitario nazionale (perché non potrà iscriversi all'anagrafe).
non potrà più ricevere e inviare soldi a casa perché il gestore del money transfer sarà obbligato a denunciarlo/a.

Inoltre per chi entra in Italia senza il permesso di soggiorno è prevista la detenzione nei CIE (ex CPT) fino 18 mesi, perché il pacchetto sicurezza introduce il reato di ingresso illegale nello stato.

Anche chi ha già un permesso di soggiorno sarà colpito/a dalle norme del pacchetto sicurezza:
verrà introdotto il permesso di soggiorno a punti: chi commetterà reati, sia penali che amministrativi, perderà i punti fino a perdere il permesso di soggiorno.
per rinnovare o richiedere il permesso di soggiorno bisognerà pagare una tassa di 200 euro.
per iscriversi all'anagrafe, oltre al permesso di soggiorno, sarà necessario avere l'idoneità alloggiativa, cioè dimostrare di vivere in una casa che risponde alle caratteristiche richieste dalla legge. Questa norma colpisce, oltre alle persone migranti, anche senzatetto, occupanti di casa e chiunque non possa permettersi un'abitazione idonea.

Questa necessità di sicurezza esplode mentre il governo decide di sostenere le banche e le aziende in crisi, invece di pensare a politiche sociali a favore di tutti/e coloro che vivono e lavorano nel nostro paese, migranti e non. L'unica immigrazione che piace alla politica italiana è quella legata al lavoro domestico: su 150.000 ingressi consentiti con l'ultimo decreto flussi, 104.000 circa sono riservati a colf e "badanti". Nella società della sicurezza i figli e le figlie delle persone migranti andranno a scuola in classi separate da quelle dei bambini e delle bambine italiane.

La loro risposta alla crisi è il governo della paura.
La nostra risposta è un grido:
NOI NON ACCETTIAMO LA SOCIETÀ DEL RAZZISMO, DELLO SFRUTTAMENTO E DEL CONTROLLO!

lunedì 19 gennaio >> sit-in sotto il Senato, dalle 10:00 a Piazza Navona
sabato 31 gennaio >> manifestazione a Roma, ore 14:30 a Piazza Maggiore

maggiori info su nopacchettosicurezza

martedì 13 gennaio 2009

Ricardo goes to Vaticano

Uno dei tanti amministratori di settore della Vaticano spa, tale cardinale Antonelli, ha pronunciato una frase sensata. A proposito del lavoro domestico ha infatti detto: "non si capisce come possa valere di meno se svolto da una madre anziché da una colf: quest'ultimo entra nel Pil e l'altro non è considerato per nulla".
Tuttavia, a dispetto dell'apparente acume del pensiero, si scoprono presto i soliti altarini sanpietrini (sic). Infatti, ad essere meritevoli di un sostegno economico da parte dello Stato non sarebbero proprio tutte, tutte, le donne: lo si evince dalla imminente proposta vaticana di una "petizione per il sostegno della famiglia fondata sul matrimonio".
Quindi, a quanto pare, le nuove strategie di marketing della Vaticano spa, l'hanno spinta ad aprire col botto la nuova campagna tesseramenti 2009. Ve l'immaginate voi quale potrebbe essere l'unica conseguenza di una simile decisione, in Italia? Tempo due secondi, e le chiese si riempirebbero di estemporanei credenti pronti a celebrare matrimoni farlocchi, giurando eterna fedeltà al fantasma inchiodato al crocifisso, e in altri tre secondi lo Stato dovrebbe dichiarare bancarotta.

In qualunque altro paese, questa sarebbe considerata ridicola propaganda, ma siamo in Italia e non mi stupirei affatto se...

lunedì 12 gennaio 2009

Più infami delle guerre

L'International Solidarity Movement è un movimento a guida palestinese, fondato nel 2001 da un piccolo gruppo di attivisti, intenzionato a resistere all'occupazione da parte di Israele della terra palestinese, usando metodi e principi nonviolenti di azione diretta. Esso intende supportare e rafforzare la resistenza popolare palestinese aiutando la popolazione palestinese con due risorse, protezione internazionale e una voce con la quale resistere nonviolentemente ad una schiacciante forza di occupazione militare.
(dal sito web dell'ISM)

Ora, questi pericolosi terroristi filo-alqaedisti, che nella loro home page hanno scritto a caratteri cubitali NONVIOLENCE, JUSTICE, FREEDOM (che significano rispettivamente, per chi non lo sapesse, VIOLENZA, INGIUSTIZA e DITTATURA), sono stati presi di mira da una combriccola di ultra-invasati ebrei yankee.
Questa viscida gentaglia ammericana con la kippà in testa, ha deciso, dall'altro capo del mondo, che chiunque aiuti la Palestina e il suo popolo, meriti la morte. E fino qua nulla di sconvolgente.

Il fatto è che hanno creato un sito anti-ISM (anzi Stop the Ism), ovviamente farcito della più becera retorica anti-araba tanto cara ai destrorsi statunitensi, e non paghi hanno messo in bella vista sulla home page, l'elenco di 7 persone (con tanto di foto) dedite a supportare la causa palestinese, INVITANDO L'ESERCITO ISRAELIANO AD UCCIDERLE E LA POPOLAZIONE A SEGNALARE LA LORO POSIZIONE AI MILITARI.
Si tratta per lo più di attivisti dei diritti umani di mezza Europa e tra di essi vi sono ben 5 donne (come sono progressisti questi sionisti..).

Incredibilmente al primo posto della lista, pericolo pubblico numero uno, indovinate chi c'è?
Sì, è proprio lui, il nostro Vik, ora inviato per il manifesto (sono commosso. E' la prima volta che mi sento quasi fiero di essere italiano).
Spettacolari le brevi e infamanti biografie che accompagnano le fotografie: gli attivisti sono per lo più schedati come anarchici bombaroli i quali non fanno altro che sostenere la propaganda di Hamas con i mezzi più svariati. I seguaci a stelle e strisce di Javè riescono persino ad affermare che "tutti questi marxisti-anarchici (??? E' nota a tutti la grande affinità di pensiero che legava il vecchio Karletto a, che so io, un Bakunin) sono responsabili della proliferazione dei tunnel per il contrabbando d'armi"!!!

Basta, non voglio spendere una parola di più su questi luridi vermi d'oltreoceano.

Insultateli un po' voi.


So che c'è in giro sul web un appello al governo italiano per prendere provvedimenti contro questa vergognosa istigazione all'omicidio, ma sapendo chi è il capo, non so neanche perchè ho perso tempo a dirvelo.

domenica 11 gennaio 2009

Aldro, «fu morte violenta»

Processo Aldrovandi, si è tenuta il 9 gennaio la ventiquattresima udienza

Aldro è morto per un'asistolia da ematoma. E' una cartezza, nelle parole Gaethano Thiene, anatomo-patologo dell'Università di Padova, esperto di fama mondiale, ex presidente della Società americana di Patologia Cardiovascolare, che durante l'udienza di venerdì scorso del Processo Aldrovandi ha confermato quanto scritto di suo pugno nella memoria presentata nell'udienza del 24 novembre. E l'unica causa possibile di tale asistolia sarebbe «una forza notevole, una pressione molto molto pesante» sul torace.
Thiene scarta decisamente ogni altra spiegazione: l'ematoma non può essersi formato dopo la morte del ragazzo, non si può trattare della excited delirium syndrome ipotizzata nelle perizie disposte dalla difesa, una morte per intossicazione da stupefacenti presenterebbe sintomi diversi.
Il cuore di Aldro insomma era sano, non si è trattato di morte naturale ma di morte traumatica. Una simile emorragia porta al decesso in alcuni minuti, ha aggiunto, «chi la subisce è coscente e lucido e può chiedere aiuto».
Riguardo ai consulenti che non hanno riscontrato prove di tale dinamica della morte di Federico, il commento di Thiene è lapidario: «nessuno di loro è patologo cardiovascolare».

via Zic.it

venerdì 9 gennaio 2009

Cento a uno

Hacking di Stato

07/01/2009


Il Consiglio dei Ministri Europeo ha dato l'assenso e subito Inghilterra e Germania si sono mosse per adeguarsi con gioia al nuovo corso: nell'Unione Europea è ora possibile l'hacking di Stato.

Le forze di polizia degli Stati membri non hanno più bisogno di un mandato e di essere in possesso di prove per perquisire da remoto i computer dei cittadini: ora hanno ufficialmente il permesso di avviare una "sorveglianza intrusiva della proprietà privata" in maniera del tutto autonoma e anonima.

I gruppi in difesa dei diritti umani, Liberty in testa, stanno insorgendo. Shami Chakrabarti, membro di Liberty, sostiene che "Non è diverso dall'irrompere a casa di qualcuno, analizzare i suoi documenti e sequestrare l'hard disk". Solo che in questo modo il sospettato (se ancora così lo si può definire) non ne ha nemmeno coscienza.

Ovviamente, intromettersi nel computer di qualcuno è un'attività che richiede la compromissione del sistema che opera su quel determinato Pc: assisteremo forse all'invio di mail che contengono virus da parte delle forza dell'ordine? E i produttori di antivirus e software per la sicurezza come si porranno in questa situazione?


Nonostante il Ministero dell'Interno inglese si sia subito attivato per sminuire la portata di questo provvedimento ma senza negare le conseguenze paventate, non solo la privacy dei cittadini viene messa a rischio (qualcuno potrebbe anche dire "Ma tanto io non ho nulla da nascondere") ma la sicurezza stessa dei loro computer.


Senza contare, poi, le sempre presenti possibilità di abuso di un potere esercitabile senza bisogno dell'autorizzazione di alcuno.


Via Zeusnews

mercoledì 7 gennaio 2009

Ventuno ore di follia quotidiana

Chiamare TREGUA, l'interruzione per tre fottutissime ore al giorno dei bombardamenti su Gaza, motivandola con paradossali intenzioni umanitarie, è un po' come dire che gli Stati Uniti hanno portato la democrazia in Iraq perchè lì ci sono state delle elezioni.
E pensare che c'è chi si permette di giustificare l'invasione israeliana in nome di una sua presunta superiorità civile, morale. Occidentale direi.
La loro unica superiorità possibile è quella riguardante la maggiore tecnologia negli armamenti.
Volete mettere quanto sono più democratiche e civilizzate le bombe israeliane (su scuole, ospedali, case) in confronto ai terroristici e anarco-insurrezionalisti razzi palestinesi?

Finchè Israele non dimostrerà un minimo di umiltà e non placherà l'arroganza che ha contraddistinto le sue politiche dal lontano 1948, sarò fiero di sentirmi anti-israeliano e filo-palestinese.

martedì 6 gennaio 2009

Carenze di fosforo? Chiamate Israele!

Avevo visto le immagini dei bombardamenti aerei a Gaza, e mi sembrava evidente che quelle che vedevo non fossero normali bombe sganciate sull'abitato, ma degli strani fuochi artificiali che lasciavano evidenti scie bianche.

Non stupisce scoprire ora che l'esercito israeliano stia utilizzando fosforo bianco per i raid aerei su Gaza.
Adesso è finalmente chiaro quale recondito significato si celava dietro l'esplicita operazione "piombo fuso".
Grazie Israle per le vostre interminabili lezioni di democrazia.

Il fosforo bianco, impiegato nelle ore notturne a scopo di illuminazione, in base al Trattato di Ginevra del 1980 non può essere usato su aree civili perché a contatto con la pelle causa bruciature letali.
Bruciature.
Tipo queste

domenica 4 gennaio 2009

L'akrasia aristotelica

La nozione di akrasia (incontinenza, mancanza di autocontrollo o debolezza della volontà) è stata per la prima volta introdotta da Aristotele (Etica Nicomachea, VII, 1145a15-1151a30).
Aristotele rigetta la possibilità dell’akrasia come nozione dotata di intenzionalità:
L’incontinenza è contraria alla scelta (…) un uomo non può essere dotato di saggezza pratica e nel contempo essere incontinente”.

La volontà di un agente è debole se egli agisce, e agisce intenzionalmente, contro il suo miglior giudizio.

Esempio:

Mi sono appena rilassato nel letto dopo una dura giornata quando ricordo di non essermi lavato i denti. La preoccupazione per la mia salute mi ordina di alzarmi e lavarmi; la soddisfazione data dal piacere di essere disteso sul letto mi suggerisce di dimenticare per una volta i miei denti. Soppeso le alternative alla luce delle ragioni: da un lato, la mia dentatura è buona e, alla mia età il degrado è lento. Non importerà molto se non li lavo. Dall’altro, se mi alzo, guasterò la tranquillità che ho raggiunto, e il risultato potrebbe essere quello di dormire male durante la notte. Tutto sommato, giudico che farei meglio a stare a letto. Tuttavia, la sensazione di dovermi lavare i denti è troppo forte; stancamente, abbandono il letto e mi lavo i denti. Il mio atto è chiaramente intenzionale, anche se contrario al mio miglior giudizio, e quindi è incontinente.

Un altro interessante esempio è quello riguardante il vizio del fumo. So che fumare fa male, tuttavia continuo a farlo noncurante dei danni.

fonte: Eddy Carli, Akrasia e razionalità

(S)consigli per gli acquisti

Quando andate al supermercato controllate la provenienza dei prodotti che acquistate. Se il codice a barre riporta il numero 729 non comprateli.

www.boycottisrael.co.uk

ps: noi ci proviamo, ma certo che se quegli altri decidono di fare un regalino da 30.000.000.000 $, allora...

sabato 3 gennaio 2009

Giocare alla guerra nel duemilanove

Anno nuovo, mondo di merda sempre uguale.
Il vecchio George spara i suoi ultimi colpi a (s)proposito della situazione palestinese (come se ce ne fosse bisogno): Il presidente americano Bush, ha definito "atti di terrorismo" il lancio di missili da parte di Hamas contro Israele.
Da tutte le parti si leggono inviti ad Hamas a cessare i lanci di razzi verso Israele.
Che poi gli israeliani abbiano iniziato il nuovo anno con la campagna denominata "piombo fuso" - tanto per mettere subito le cose in chiaro -, che in pochi giorni abbiano già ucciso più di 500 persone con i loro aerei e che, non paghi, adesso continuino la devastazione via terra, questo non importa.
E' una guerra, si legge. Il solito, interminabile conflitto israelo-palestinese.

Guerra?
Dove in uno schieramento muoiono 5 persone e nell'altro 500?
Continuate ancora a chiamarla guerra?
Come quelle irachena e afgana (a suon di fosforo)?
Questo è uno sterminio.
In ogni caso, gli si può dedicare al massimo un servizio di cinque minuti in apertura di tiggì.
Nulla di più.
Che tanto adesso ci sono i saldi e quelli alla ggente interessano per davvero.