mercoledì 29 luglio 2009

Il proibizionismo fa un altro morto

Photobucket

di Patrizio Gonnella

Un’altra vittima innocente della stupidità proibizionista. Si chiamava Stefano Frapporti, cinquantenne, muratore con una mano persa dopo un brutto incidente sul lavoro. Pare che sia stato fermato dai carabinieri mentre andava in bicicletta. Lo avrebbero perquisito, gli avrebbero trovato dell’hashish. Hashish, non pistole, non mitra, non eroina. Secondo i carabinieri ne aveva in tasca circa un etto. Un etto di spinelli a loro è sembrato troppo. E’ così arrestato e condotto nel carcere di Rovereto. Dopo poche ore si ammazza. Era stato ubicato nel reparto osservazione. Pare che Frapporti fosse un consumatore di hashish. Un innocente consumatore di hashish. Si è ammazzato dopo una notte passata in carcere. Ce la potremmo prendere con i carabinieri che hanno applicato una legge ingiusta. Ce la potremmo prendere con l’amministrazione penitenziaria che non ha prestato l’attenzione adeguata che necessitano i nuovi giunti in carcere. Ce la potremmo prendere con il destino. Invece ce la prendiamo con questo cocciuto e brutto Paese che criminalizza tutti, che criminalizza gli stili di vita e gli status individuali. Ce la prendiamo con chi mette sullo stesso piano consumatori di droghe leggere e spacciatori di droghe pesanti. Ce la prendiamo con chi non ha il coraggio del pragmatismo antiproibizionista. Ce la prendiamo con Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi autori di una legge che – visto quanto successo a Rovereto – non esimiamo a definire assassina.

via Baruda

lunedì 27 luglio 2009

Genealogia della rivolta

Photobucket
Se per cambiamento sociale intendiamo relazioni nuove tra le persone, e di conseguenza anche tra le persone e l'ambiente circostante, è evidente che ciò che chiamiamo lotta non contribuisce assolutamente a promuovere rapporti umani egualitari, fraterni e solidali. Di solito la parola lotta si usa per descrivere due azioni differenti tra di loro. Una ha a che fare con la lotta per la sopravvivenza, la lotta quotidiana per assicurare il sostentamento e la riproduzione della vita, lotta che nelle classi popolari richiede il massimo delle energie. Si tratta di una lotta creativa, per la vita. L'altra accezione, quella più frequente tra attivisti e militanti, rimanda alla lotta come guerra o scontro, destinata all'eliminazione di un nemico reale o inventato. La differenza è sostanziale: mentre la lotta come creazione di vita richiede uno sforzo solidale e reciproco tra gli esseri umani, la lotta come logica dello scontro presuppone la creazione di un dispositivo specializzato nella distruzione.

Questo dispositivo presenta necessariamente le caratteristiche di una macchina da guerra, il suo massimo grado di sviluppo è la burocrazia militare, ma lo ritroviamo anche nelle imprese, nella Chiesa cattolica e nell'apparato statale. Divisione di compiti tra chi comanda e chi ubbidisce, tra coloro che danno ordini e coloro che li eseguono, divisione tra la direzione e la base; istituzione di gerarchie piramidali. Sviluppo di una cultura di guerra che consiste nell'invenzione di un nemico per procedere alla sua distruzione ed eliminazione. Prima o poi questa cultura di guerra smette di essere solo una proiezione verso l'esterno e contamina anche il nostro spazio sociale scatenando la caccia alle streghe. [...]
Non è stato forse il dispositivo di lotta-guerra a essere alla base dell'ascesa del capitalismo? Se il meccanismo di lotta tra nazioni, popoli e classi ha favorito l'ascesa del capitalismo non potremo mai uscire da questo sistema adoperando gli stessi meccanismi, dato che, come lo Stato, questi dispositivi costruiscono relazioni sociali capitalistiche. Creare o mantenere il dispositivo di lotta significa rinforzare il capitalismo e lo Stato. Tutte le rivoluzioni vittoriose hanno creato Stati lì dov'erano in crisi o in decomposizione.
D'altra parte, il concetto di lotta, scontro o guerra, presuppone la polarizzazione della società, divide la società in due. Questa logica binaria incatena la molteplicità del conflitto sociale, lo congela solidificando e omogeneizzando ognuna delle parti in lotta. Possiamo chiamare tutto questo militarismo, fascismo, stalinismo o in qualunque altro modo; quel che è certo è che in un tipo di società congelata, la trasformazione sociale si consuma, diventa impossibile poiché richiede esattamente il contrario: fluidità, movimento, slittamento delle posizioni occupate dalle persone e dai diversi settori sociali.
Una delle caratteristiche della dominazione consiste nell'ancorare ogni persona e ogni collettivo a un luogo. Le caserme sono il paradigma di quella immobilità che ben presto si è trasferita nella fabbrica taylorista-fordista. Lì nulla fluisce, niente può cambiare di posto. Il “restare fermi” della maestra detto ai bambini delle scuole sintetizza questa attitudine dei dispositivi di dominio. Diciamo che il dispositivo di lotta distrugge i movimenti sociali, li sterilizza, annulla le loro capacità di movimento. Le élites lo sanno e preferiscono militarizzare le lotte sociali.
Eppure, la lotta è utile perché apre spazi sociali dove i movimenti si sviluppano e crescono, ed è necessaria per frenare le classi dominanti. In questo senso, utilizzare uno stesso termine per riferirci sia alla creazione della vita, alla difesa della vita, sia all'eliminazione di un nemico, crea confusione.
Sarebbe più giusto parlare di guerra o di logica dello scontro per quest'ultimo caso e riservarci il concetto di vita o di speranza per gli sforzi volti a creare un mondo nuovo.
Esiste infine una terza dimensione della lotta: si lotta solo per un breve periodo se per lotta intendiamo lo scontro o la resistenza fisica. Questo breve tempo, che è il tempo delle battaglie, consuma parecchie energie e richiede a sua volta molto tempo e lavoro per riparare i danni subiti, per rimettere in piedi i protagonisti dello scontro. Questo breve tempo di lotta subordina tutta la società o il settore sociale interessato e lo mette al servizio del funzionamento della macchina da guerra. Sia il tempo di preparazione della guerra sia quello dedicato a curare le ferite smettono di essere tempi di ri-produzione della vita, trasformandosi in tempi di produzione per alimentare la macchina da guerra. Insomma la vita si aliena nella distruzione della vita.

Raul Zibechi, Genealogia della rivolta. Argentina. La società in movimento, Luca Sossella Editore, 2003

Cliccando sul titolo del libro troverete il testo completo da scaricare, messo a disposizione dall'editore stesso.

domenica 26 luglio 2009

Il denaro del servizio pubblico non deve più essere al servizio del denaro

Photobucket

L'educazione appartiene alla creazione dell'uomo, non alla produzione di merci. Avremmo dunque revocato l'assurdo dispotismo degli dei per tollerare il fatalismo di un'economia che corrompe e degrada la vita sul pianeta e nella nostra esistenza quotidiana?
La sola arma di cui disponiamo è la volontà di vivere, alleata alla coscienza che la propaga. A giudicare dalla capacità dell'uomo a sovvertire ciò che lo uccide, può essere un'arma assoluta.
[...]
O entrerete come clienti nel mercato europeo del sapere lucrativo - cioè come schiavi di una burocrazia parassitaria, condannata a crollare sotto il peso crescente della sua inutilità -, o vi batterete per la vostra autonomia, getterete le basi per una scuola ed una società nuove, e recupererete, per investirlo nella qualità della vita, il denaro dilapidato ogni giorno nella corruzione ordinaria delle operazioni finanziarie.
[...]
Il denaro rubato alla vita è messo al servizio del denaro. Tale è la realtà nascosta dall'ombra assurda e minacciosa delle grandi istituzioni economiche: Banca mondiale, Fondo monetario internazionale, Organizzazione di cooperazione e di sviluppo economico, Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio, Commissione europea, Banca di Francia, eccetera. Il loro sostegno alle fondazioni e ai centri di ricerca universitaria richiede in cambio che sia propagato il vangelo del profitto, facilmente trasfigurato in verità universale dalla venialità della stampa, della radio, della televisione.
[...]
Tassare le grandi fortune (l'1% dei francesi possiede il 25% della ricchezza nazionale e il 10% ne detiene il 55%), tassare gli introiti incassati dagli uomini d'affari, denunciare lo scandalo delle spese di rappresentanza, colpire con pesanti multe i gestori della corruzione, bloccare gli averi della frode internazionale indicando a sufficienza, su una carta leggibile da tutti, gli accessi al tesoro che i cittadini alimentano e di cui sono sistematicamente spogliati. Non è meno vero che la pista si confonderà sotto l'effetto devastante della rassegnazione se il denaro non sarà recuperato per essere investito nel solo campo che sia veramente di interesse generale: la qualità della vita quotidiana e del suo ambiente.
[...]
L'insegnamento si trova nello stato di quegli alloggi non occupati che i proprietari preferiscono abbandonare al degrado perché lo spazio vuoto è redditizio mentre accogliervi degli uomini, delle donne, dei bambini, spogliati del loro diritto all'habitat, non lo è.
[...]
Tuttavia, requisire un edificio per trovare un riparo alla miseria - voglio dire installarvisi passivamente perché ci si sta al caldo - non sfugge in ultima istanza al piano di distruzione dei beni utili al quale conducono l'inflazione dei settori parassitari e la burocrazia proliferante da lei generata.
Ciò di cui vi impadronirete vi apparterrà veramente soltanto se lo renderete migliore; nel senso stesso in cui vivere significa vivere meglio. Occupate dunque gli edifici scolastici anziché lasciarvi possedere dal loro sfacelo programmato. Abbelliteli secondo il vostro gusto, ché la bellezza incita alla creazione e all'amore, mentre la bruttezza attira l'odio e l'annientamento. Trasformateli in ateliers creativi, in centri di incontro, in parchi dell'intelligenza attraente. Che le scuole siano i frutteti di un gaio sapere, come gli orti che i disoccupati e i più deboli non hanno ancora avuto l'immaginazione di piantare nelle grandi città sfondando il bitume e il cemento.
[...]
Noi siamo nati, diceva Shakespeare, per camminare sulla testa dei re. I re e i loro eserciti di boia sono ormai polvere. Imparate a camminare soli e sfiorerete coi piedi quelli che, nel loro mondo che muore, non hanno che l'ambizione di morire con lui.
Sta alle collettività di allievi e professori il compito di strappare la scuola alla glaciazione del profitto e renderla alla semplice generosità dell'umano. Perché bisognerà presto o tardi che la qualità della vita trovi accesso alla sovranità che un'economia ridotta a vendere e a valorizzare il suo fallimento le nega.
Dal momento in cui voi formulerete il progetto di un insegnamento fondato su un patto naturale con la vita, non dovrete più mendicare il denaro di quelli che vi sfruttano e vi disprezzano approfittando di voi. Quel denaro lo esigerete perché saprete come e perché impadronirvene.
Si è al di sotto di ogni speranza di vita finché si resta al di qua delle proprie capacità.

20 febbraio 1995

venerdì 24 luglio 2009

Durate e frequenze

MTV = Mercifichiamo Tutti Voi

Photobucket

Primo sciopero in dodici anni per i lavoratori di MTV Italia. L'azienda prima annuncia da un giorno all'altro che non rinnoverà i contratti a cento precari su trecento, poi assume come vigèi le tette di Cristina, ultima maggiorata del Grande Fratello.
La tivù dei giovani, per i giovani, davanti e dentro ai giovani, in tempi di crisi sembra non farsi troppi problemi a sfruttare per benino quegli stessi ragazzi che contribuiscono alla realizzazione dei programmi. Così i giovani si organizzano, diffondono la notizia il più possibile e aprono pure un blog per rivendicare le loro ragioni.
Non paghi di aver rovinato, e di continuare a rovinare, intere generazioni di adolescenti, massificandone e omologandone gli stili di vita, ora provano anche a rendere la vita difficile a onesti e speranzosi lavoratori...
Nonostante l'origine americana dell'azienda, l'operazione in questione reca l'inequivocabile zampino di uno dei peggiori imprenditori del belpaese: ricordiamo infatti che l'azionista di maggioranza di Mtv Italia è Telecom Italia.

martedì 21 luglio 2009

Quindicenni alcolizzati e politici ciellini

Photobucket

I cervelli dei politici sono veramente contorti.
La prima a darne dimostrazione è stata il sindaco di Milano Letizia Moratti. Lei e la sua giunta hanno da poco approvato l'ordinanza che vieta ai minori di sedici anni l'acquisto e il consumo (e forse anche il rigetto) di alcolici in luogo pubblico, pena multe salatissime, fino a 500 euro.
Il provvedimento è idiota e ignorante sotto almeno due punti di vista.
1. Etica e morale: lo Stato, incarnato in questo caso dal comune di Milano, si erge a precettore e catechista delle abitudini dei ragazzini, nel paradossale tentativo di irreggimentarli. E fa ciò proprio nel momento in cui l'erotomane a capo del Governo, viene sputtanato per l'ennesima volta da una "signorina nessuno" (D'Addario perdonami), la quale racconta la smania dell'erotomane stesso di assistere a spettacolini lesbo.
2. Diritto: possibile che colui che legifera su tali questioni non si informi un minimo sull'argomento? Che pensi esclusivamente a fare cassa per rimpinguare i bilanci comunali? Possibile che non abbia letto che l'ONU (non Fabrizio Corona) si è accorto, con il solito ritardo, che un secolo di repressione contro gli stupefacenti è stato totalmente inutile, ammettendo, di fatto, la dannosità della legislazione proibizionista? Come fa a non pensare alle conseguenze del provvedimento? Se a Milano non posso bere, sarà sufficiente che io mi sposti nel comune limitrofo per ingollare fusti interi di birra o autocisterne di superalcolici. Con un piccolo dettaglio di differenza: per andare nel comune dove non è in vigore l'ordinanza restrittiva dovrò fare uso di qualche mezzo di locomozione diverso dalle gambe. Nel caso dei minori di 16 anni, nel 90% dei casi si tratterà di un motorino. E non vede il legislatore i pericoli insiti in tale ordinanza?

No. Non li vede.

Ma non basta. A dargli manforte adesso arrivano anche i pezzi grossi del Parlamento (tra i quali anche l'erotomane di prima) che, con l'acume che li contraddistingue, sono riusciti a trovare una soluzione al problema.
Facile, dicono loro: basta estendere questa ordinanza a tutto il territorio nazionale.
CLAP, CLAP, CLAP, CLAP.
Logica l'è morta.

lunedì 20 luglio 2009

Chi non ha memoria non ha futuro

Photobucket

venerdì 17 luglio 2009

Italia Wave festival 2009 in streaming

Photobucket

Siccome la insultiamo sempre, mi sembra giusto elogiarla quando fa qualcosa di buono e si lancia in un'iniziativa lodevole.
Sì, la Rai trasmetterà in diretta (streaming) l'Italia Wave festival che si svolgerà a Livorno fino al 19 luglio. O almeno i live degli artisti che calcheranno il palco principale.
Da non perdere assolutamente la serata di sabato. La scaletta infatti prevede:
- OFFLAGADISCOPAX
- KRAFTWERK
- APHEX TWIN
Ciò che la Rai non trasmetterà saranno tutti gli altri concerti, grandi e piccoli, sparsi in diverse location del capoluogo toscano.
Ovviamente sarebbe meglio, tasche permettendo, muovere i culetti e andarci di persona a Livorno, che con tutte le band presenti in programma di sicuro troverete quella che fa al caso vostro.
Macchevvelodicoaffà?

giovedì 16 luglio 2009

Standstill - Ride down the slope

mercoledì 15 luglio 2009

Chi vivrà vedrà

Photobucket

"Vidi il poliziotto cercare la mira per cinque secondi a braccia tese, poi esplose il colpo verso l’auto in movimento".
Sono le parole di un testimone chiave nel processo Sandri. Dunque omicidio volontario. E non omicidio colposo con l'aggravante della previsione del fatto. Perifrasi del cazzo che indica proprio la consapevolezza, da parte dell'agente, della pericolosità del gesto che stava per compiere.
Mi sembrava giusto appuntarsi anche quest'altra infamia poliziesca, che va ad aggiungersi ad un elenco già troppo lungo.
Intanto questo è il secondo poliziotto condannato per omicidio in meno di un mese.
E adesso tocca a De Gennaro.
Ora più che mai: chi vivrà vedrà!

La squola fa bene

Photobucket

Aumentano i bocciati alla maturità del 20%.
Aumentano i non ammessi all'esame.
Si registrano per la prima volta i non ammessi alla prova finale a causa del 5 in condotta: 6500 alle superiori e 3000 (!) alle medie.
30000 ragazzi sono sospesi nel limbo fino a settembre per aver riportato anche solo un'insufficienza a fine anno.
Il generale Gelmini gioisce soddisfatta ai risultati: «E' segno di una scuola che fa il bene del ragazzo».
Altrochè, è il sintomo di una scuola che fa il bene di questa società mercantile: più lavoratori ignoranti e meno spiriti critici tra i piedi.
E la proposta di riforma dell'Università annunciata ieri, non promette niente di buono.
Berlinguer-Moratti-Gelmini: una porcata tira l'altra. Da vent'anni.

martedì 14 luglio 2009

Cos'è il PD?

Photobucket

La storia la sapete tutti. Grillo, in un eccesso di grillismo, ha deciso di candidarsi per il PD.
Esclusa qualsiasi considerazione sul fatto in sè, che derubrico sotto la categoria "provocazione", mi hanno stupito le reazioni dell'intellighenzia del partito.

FASSINO: Il partito non è un taxi, dove si paga la corsa e si scende.
BERSANI: Il Partito democratico non è un autobus dove uno salta su per fare un giretto.
MELANDRI: Il Pd non è un tram su cui si può salire all'occorrenza.

Abbiamo capito che non è un mezzo pubblico.
Ora resta da sapere cosa diamine sia sto PD.
Forse un'utilitaria?
Un'Ape?
O un triciclo?
A voi l'ardua decisione.

UPDATE

Ho scritto il post prima che Grillo pubblicasse il suo ultimo video. Nè ero lì mentre lo girava.
Giusto perchè non pensiate male.

sabato 11 luglio 2009

Le radici cristiane dell'Italia

Photobucket

Attenzione! Perchè mentre noi siamo distratti, quattro invasati che hanno diritto di parola in Parlamento stanno cercando di cambiare il primo articolo della Costituzione.

Art. 1.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro [sic].

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


I banditi in questione sono ALESSANDRA MUSSOLINI, ANTONIO PEPE, RENATO FARINA, MANUELA DI CENTA.
Sì, quel Renato Farina. E sì, quella Manuela Di Centa.
Nelle motivazioni allegate alla loro indecente proposta di legge, si possono assaporare rievocazioni storiche di pansiana memoria e un'analisi sociologica della società attuale di chiara derivazione crepetiana:

Onorevoli Colleghi! - I Padri costituenti, dopo l'esperienza della guerra, vollero marcare, con il primo articolo della Costituzione, la volontà di ricostruzione del popolo italiano. Ricostruzione in senso materiale e morale, e per questa ragione fu giustamente introdotto come fondante il lavoro.
In quel momento non c'era bisogno di notare l'ovvio, e che cioè esistesse, più profondo delle divisioni ideologiche, un sostrato comune, un «ethos» nazionale e locale che non può che definirsi «cristiano». Oggi, in un momento di diffuso smarrimento, specie delle giovani generazioni, è importante che quanto era sottinteso nella visione dei Padri costituenti sia esplicitato e posto come visibile punto di coesione del nostro popolo e come punto di paragone necessario per uomini di altre culture e tradizioni che, stabilendosi in Italia, la vogliano arricchire con la loro differenza integrandola, però, con il portato della nostra civiltà.
Siamo consapevoli che in questa definizione di civiltà cristiana concorrono gli apporti della cultura classica, di quella giudaica, di quella celtica e, in fasi successive, di quella illuministica. Ma la cultura-civiltà cristiana è da intendere come il luogo sintetico e simbolico più importante e caratterizzante della nostra storia e del nostro presente. Ed è per questo che qui si propone di modificare l'articolo 1 della Carta costituzionale, introducendo il riconoscimento delle radici cristiane come fondamento della nostra civiltà.

Loro il primo articolo della Costituzione lo vorrebbero così:

Art. 1.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro [sic], e riconosce le radici cristiane come fondamento della civiltà italiana.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


Noi no!

venerdì 10 luglio 2009

Tutto il papi è paese

Photobucket

Non si capisce se per spirito di emulazione, se per senso di inferiorità, o chissà per cos'altro, ma pare che il paese faccia di tutto per abbassare il livello di credibilità e serietà generale a quello incarnato dall'estroverso padrone di casa.
Così, il polo romagnolo dell'Università di Bologna (che, giusto per la cronaca, è in Emilia), ha deciso di incentivare le nuove generazioni appena uscite dalla "scuola buonista del '68" [cit.], stampando questi manifesti sui quali campeggiano 4 giovani e belle power ranger della cultura.
Tutine attillatissime, chiome fluenti al vento, trucco abbondante, cinturone trendy e guantini d'ordinanza. Come dire: "Iscrivetevi alle Università romagnole: sono piene di figa!".
Geniali davvero questi pubblicitari odierni: l'unico modo che conoscono per invogliare la gente a "comprare" i loro prodotti, è seducendola. Ne avevano già data ampia dimostrazione, ma quando la merce da pubblicizzare è la cultura e il committente è l'Università, la cosa si fa alquanto grave.
Talmente grave che qualche mente, non ancora del tutto obnubilata, si è accorta del bassissimo tasso di gradimento nei confronti dei manifesti e ha deciso la rimozione e l'oscuramento degli stessi.
Sembra troppo chiedere ai signori che tirano i fili dell'Università di controllare ed informarsi meglio sulle iniziative sponsorizzate? E com'è che prima vengono affissi i manifesti e solo dopo la campagna passa al vaglio delle strutture decisionali?

giovedì 9 luglio 2009

Ce vole n aut aut mò

Photobucket
Una non-notizia. Sono capitato per caso su Indymedia Roma e sono subito stato attratto da una news che recita: VERGOGNOSI DISOBBA.
Si parla di uno scazzo avvenuto fuori dalla Sapienza tra una ragazza ("autonoma") armata di bomboletta e alcuni disobbedienti facenti parte della Rete dell' autoformazione. Lei voleva scrivere sul muro "meno disobbedienza, più violenza". Loro l'hanno malmenata.

Da sganasciarsi questo commento, da leggere in romanesco puro:
cmq mi pare che se stiano ad allargà un pò troppo eh,mò oltre ad essè inavvicinabili e a sentirsi i padroni dell'università,se permettono persino de menà ragazze e sottolineo ragazze non d'accordo colloro.Tocca daje n aut aut alla svelta che stanno a diventà troppo arroganti.
E sono anche d'accordo.

mercoledì 8 luglio 2009

Meritocrazia

Photobucket
Notizia qui e vignetta qui.
Lo dicevo che non era credibile.

martedì 7 luglio 2009

E allora prendetemi la targa!

Photobucket

Non si può mai stare tranquilli.
Nascosto nelle pieghe, o piaghe, del recente pacchetto sicurezza, un articolino idiota mette a rischio le sane abitudini dei cittadini più civili: commettere violazioni in bicicletta, solo nel caso in cui si sia patentati, è da oggi equiparato a commetterle alla guida di veicoli a motore. Coloro invece che non posseggono la patente non incorreranno neanche nella sanzione amministrativa (?).
E noi patentati che credevamo di fare cosa intelligente a tornare pedalando a casa dopo una serata un po' alcolica...
Il fatto è che nel 99% dei casi chi usa la bicicletta in città, lo fa per spostamenti brevi. La media oraria tra semafori, attraversamenti, stop e precedenze, è praticamente ridicola. Non è un caso che per andare in bici non sia obbligatorio l'uso del casco. Dunque diciamo che anche con qualche birra in più sul groppone, ce la caviamo più che dignitosamente nei tortuosi percorsi cittadini notturni che ci troviamo costretti a creare per via della mancanza totale di piste ciclabili. Per dire, non mi sognerei mai di percorrere strade statali o provinciali, di notte, senza luci, e magari anche un po' alticcio. Sarebbe un suicidio.
E allora cosa fare? Non posso che consigliare di mantenervi in allenamento e studiare bene la mappa della vostra città: alla prima paletta--->etilometro, un pronto scatto sui pedali potrebbe essere salvifico tanto quanto un'ottima conoscenza di vicoli, contromano e scorciatoie di sorta.
Che tanto la targa non ce la possono prendere!

Allego interessante riflessione criticalmassiana trovata su Zic:

Le rare volte in cui riesco a mettere le mani su una delle bici rosse del Comune (non ho una bici mia, a Bologna) vado verso il centro pedalando lungo una quantità indescrivibile di sensi vietati, marciapiedi e portici - con la massima attenzione e rispetto per i pedoni. Dovrei forse condividere la strada con autobus snodabili, camioncini e la massa infinita di titolari di permesso per la ZTL? Il Codice della Strada, proprio come ogni altra legge, è espressione dei rapporti di forza in atto nella società: le durate dei semafori pedonali rispetto a quelli per le automobili lo testimoniano in modo matematicamente inequivocabile, e la mancata distinzione tra utenza forte e utenza debole della strada ne fa una legge iniqua. E una legge iniqua che ti espone a rischi personali va, quantomeno, elusa.

Ora, come certamente avrete letto, alcuni dei comportamenti sopra elencati - soprattutto nel tardo pomeriggio, dopo lo spritz - potrebbero costarmi dei punti sulla patente, quei punti che la mia guida automobilistica - al contrario di quella ciclistica, irreprensibile - aveva preservato: secondo l'articolo comma 48, sub 2 (o qualcosa del genere: l'architettura di questi decretoni è delirante) del decreto sicurezza approvato pochi giorni fa se il conducente è persona munita (...) di patente di guida, nell'ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, sono stabilite le sanzioni amministrative accessorie del ritiro, della sospensione o della revoca della patente di guida, le stesse sanzioni amministrative accessorie si applicano anche quando le violazioni sono commesse alla guida di un veicolo per il quale non è richiesta la patente di guida.

In città sviluppatesi contro pedoni e ciclisti la fine dell'elasticità nell'applicazione del C.d.S. nei loro confronti significa privarli della loro sola autodifesa, e derubarci dell'appeal che questi mezzi non inquinanti (gli unici davvero tali) possedevano. Ma la cosa ancora più preoccupante è come (anche) questa norma tracci la via verso una società in cui non già la devianza, ma addirittura i comportamenti quotidiani non perfettamente mainstream (e lucrativi) vengano visti con sospetto o posti sotto l'osservazione occhiuta delle autorità.

L'area del non-normato e l'area del non-perseguito (benché formalmente perseguibile) sono spazi di libertà in cui si allentano i conflitti tra struttura e individuo, si individuano soluzioni diverse dallo standard e si lasciano semplicemente respirare e interagire le persone. Non a caso il paradigma di una società totalmente oppressiva è quello tratteggiato dal motto tutto ciò che non è permesso è vietato; al quale aggiungerei per completezza e tutte le norme emesse vengono applicate. Qui e ora, tra uso propagandistico della norma e sincero delirio law & order, stiamo subendo un'ipernormazione pericolosa e volta a intimidire – non a caso, e contestualmente a ciò di cui stiamo parlando, da oggi il semplice esistere come individuo privo di permesso di soggiorno sul territorio nazionale configura un reato, un reato compiuto essendo ciò che si è, prescindendo dalle azioni.

Il fanatismo normativo, inoltre, non è che la torsione a 360 gradi del più scoperto arbitrio: ci sono talmente tante norme che mai sarai in regola – quindi non ho che da scegliere con quale pretesto colpirti. Partecipi a una critical mass? Bene, dì addio alla patente – e questo è solo un esempio; nel momento poi in cui una parte (minoritaria) di chi usa la bicicletta riconosce e rivendica questa pratica anche come atto politico, il potere minaccia la sanzione economica o con risvolti economici nei confronti di chi va in bici esattamente come si va in bici (ovvero rispettando norme di buonsenso e non norme per automobili).

O nel collassante mainstream fino al collo, o spinti ai margini della società; minestra o finestra è il messaggio di una massa travolgente di provvedimenti legislativi europei o nazionali – ed è invece proprio in mezzo ai pendolari tra queste due dimensioni che dobbiamo costruire la massa critica per la tutela dell'agibilità esistenziale del territorio, o, per dirlo diversamente, la resistenza all'oppressione e alla persuasione.

Wolf Bukowski, 7 luglio 2009

Questione di proporzioni?

Photobucket
Sì che sono lontani, sì che noi abbiamo da pensare al giOTTO e al padrone di casa, ma noto un silenzio assordante dei blogger riguardo a ciò che sta succedendo in Cina.

Questa minoranza musulmana è scesa in piazza per protestare dopo l'assassinio del 26 giugno di due operai di una fabbrica di giocattoli a Canton accusati di aver violentato una giovane.
In un giorno la polizia ne ha uccisi 156 e arrestati 1500.
Dite che è solo questione di proporzioni?

La colazione dei campioni

Photobucket
Ci siamo quasi. Tutto è ormai pronto. Mr. B. qualche giorno fa ha messo alla prova i suoi poteri occulti scatenando un terremoto quasi potente come quello che ha distrutto la cittadina abruzzese. Solo che l'epicentro era a un chilometro dalla caserma della G.d.F. che ospiterà gli 8 big. Ma era solo una prova.
Per curiosità ho letto il programma del vertice che si svolgerà dall'8 al 10 luglio.
Lo trovate qui.

La prima cosa che balza all'occhio è la colazione di lavoro che si svolgerà il primo giorno dalle 13 alle 15.
Belin che colazione!! Fanno le ore piccole i mitici 8! E poi in due ore di colazione quanto cibo puoi ingurgitare? Ma forse tutto si spiega leggendo le parole magiche in parentesi che specificano "economia mondiale". Tra un cappuccino, una birra, una brioche e del cinghiale locale, i capi di stato parleranno di economia mondiale. Ok. Spero solo che il traduttore che seguirà Mr. B. non traduca davvero tutto quello che lui dice.
Segue alle 15.30 una sessione di lavoro, tra virgolette, di un paio d'ore. L'oggetto della conferenza sono i temi globali. Globali. Riguardano tutti, tutto il mondo. Due ore direi che possono bastare. Lo stesso tempo dedicato alla colazione.
Poi ci sarà un'eventuale conferenza stampa. Vediamo. Si farà solo se i capetti non saranno troppo stanchi dopo una giornata così stressante.
Ma finalmente la sera si avvicina e arriva l'ora del pranzo di lavoro. Ahahhahh!! Mi viene da ridere!! Pranzo di lavoro! Sì ma non si scherza qui. Si parlerà di temi politici internazionali. Mica cazzi!
Cosa dirà il nostro Presidente? E' a conoscenza di ciò che accade nel resto del mondo e non solo nei paradisi fiscali? Noi già partiamo male con tutte le figuracce accumulate in questi anni.
Il resto del programma leggetevelo voi se ne avete voglia.
Tanto c'è poco da sapere. Ci saranno banchetti, formalità, strette di mano, sorrisi, fotografie, poche parole e all'esterno scontri, pestaggi, arresti. Gli arresti, tra le altre cose, ci sono già stati oggi, ancor prima dell'apertura delle danze.
Tutto è sotto controllo. Un aereo senza pilota sorvolerà il cielo per fotografare la città. Gli aerei della marina militare sono già pronti a intervenire in caso di necessità. L'autostrada è super controllata e cecchini saranno appostati sui tetti. E addirittura i desueti carabinieri a cavallo pattuglieranno le alture circostanti.

L'Aquila, città distrutta dentro e fuori non trarrà alcun beneficio da questo summit, la gente rimarrà nelle proprie tende, come sempre, a soffrire il caldo tropicale, a subire il controllo ferreo delle forze dell'ordine e continuerà a sperare in un ritorno nelle proprie case.

Confidiamo in un terremoto chirurgico: Viale Delle Fiamme Gialle, 67100 Coppito (AQ)‎.

La ruota di scorta

Photobucket
Bellissima sta storia del neo-scapolo Berlusconi, in difficoltà ad accogliere le altre mogli dei G8 senza la propria first lady al suo fianco, che decide di ripiegare sulla fedelissima Mara.

Il Telegraph si diverte con noi poveri deficienti italiani, affermando che così facendo il nostro presdelcons ha trovato una soluzione all'altezza della sua reputazione.
Il quotidiano inglese continua osservando, con un po' di ingenuità, che l'ex-topless girl sarà coadiuvata nelle sue mansioni da receptionist da un'altra giovane e ATTRAENTE ministra.
La Gelmini.
Ah, lo humor inglese!

grazie Favollo!

lunedì 6 luglio 2009

Colpevoli e condannati

LUCA POLLASTRI
1970

MONICA SEGATTO
1964

ENZO PONTANI
1965

PAOLO FORLANI
1961

Sembra incredibile.
Il pm aveva chiesto 3 anni e 8 mesi (il massimo per il reato di omicidio colposo è 5 anni) e il giudice li ha condannati a 3 anni e 6 mesi.

domenica 5 luglio 2009

Vivi la tua città. Ma in silenzio

Photobucket

Da qualche anno a questa parte ci vanno raccontando che le nostre città sono state contagiate da un pericolosissimo virus, da combattere e debellare anche mediante lo schieramento di forze dell'ordine: il degrado.
Sicuramente anche la vostra ridente cittadina ha conosciuto ultimamente qualche legislazione antibivacco, qualche ordinanza che vieta il consumo di alcol nelle strade e nelle piazze, qualche provvedimento dal vago sapore di coprifuoco. In alcuni, estremi, casi si è addirittura individuata la minaccia nel consumo di kebab o gelati da asporto.
In preda a questa mania securitaria e proibizionista, tesa a reprimere ogni minima espressione di vitalità dell'individuo, ogni tentativo di socializzazione fra persone sempre più atomizzate, ed espressione dell'atavico terrore delle classi abbienti e reazionarie verso il popolino, a Pisa sono riusciti, con uno sforzo intellettivo oltre la media, ad illustrare il tutto in un pratico depliant informativo. Nel demente foglietto, scritto dagli odierni Della Casa, 6 vignette dovrebbero indicare i comportamenti irrispettosi e le relative correzioni da apportare, per essere considerato un cittadino modello.
Si preferisce un citizen educato che utilizza il bagno del locale piuttosto che orinare in strada (ma i vespasiani dove sono finiti?? Anche se basterebbero i più antiestetici bagni chimici..). Si valorizza il cittadino sobrio, pacifico, di boyscoutiana memoria direi, rispetto a quello sbragato, rumoroso e magari anche un po' beone. Si condanna (a morte?) l'intera categoria dei bongoloidi, preferendovi l'anonimo, asociale e obbediente cittadino ipod-munito.
L'assurdità è che coloro che vogliono le piazze vuote, la gente sorda e muta, e i locali silenziosi, sono gli stessi che sostengono un principio di produttività esasperata e mirata esclusivamente all'incremento del profitto.
Per fortuna, ci hanno pensato i soliti noti a detournare prontamente il suddetto foglietto, ridicolizzandone i moralistici precetti.

AGGIORNAMENTO

Ecco, uno non fa nemmeno in tempo a scrivere un post, che la realtà lo sorpassa a duemila all'ora sulla destra e senza freccia.
Il nuovo sindaco di Sanremo ha infatti deciso di dare subito di matto, proclamando la tolleranza zero e adottando contemporaneamente sette ordinanze restrittive, tra le quali:

- vietato andare in giro a torso nudo, ciabatte e costume;
- vietato sostare e consumare cibi e bevande su panchine (che verranno rimosse in molte zone) e spazi pubblici;
- divieto di stendere i panni sui terrazzi;
- vietato fumare presso aree verdi;
- vietato l’utilizzo delle fontane comunali per scopi diversi da quelli stabiliti.

Siamo pazzi.
Siano maledetti tutti coloro che hanno votato questa gentaglia.

Sull'aiuto indispensabile al rifiuto dell'assistenza permanente

Photobucket

Il cammino dell'autonomia è simile a quello del bambino che impara a camminare.
Non ci si riesce senza lacrime e sforzi. Il rischio di cadere, di farsi male, di soffrire aggiunge ai primi passi l'ostacolo della paura. Tuttavia il soccorso di un affetto che incoraggia a rialzarsi, a ricominciare, ad ostinarsi, a coordinare i gesti dimostra che la padronanza dei movimenti si acquisisce meglio e più presto che nelle condizioni di un tempo in cui si trattava di progredire non solo sotto i fuochi incrociati della vanità beffarda, della minaccia diffusa, dell'angoscia di non essere più amati se non ci si applica, ma soprattutto attraverso un malessere, discretamente nutrito dall'ambiguità dei genitori desiderosi e nello stesso tempo timorosi che il loro bambino faccia i suoi primi passi verso un'autonomia che lo sottrarrebbe alla loro autorità tutelare e toglierebbe loro la sensazione di essere indispensabili.
[...]
La rottura è brutale all'ingresso nelle superiori. Si regredisce nella famiglia arcaica dove il fanciullo imparava a cavarsela da solo unicamente firmando un atto di una riconoscenza eterna a coloro che avevano assicurato il suo ammaestramento. La fiducia in sé, minata e compensata con l'insolenza, ricompone la ripugnante mescolanza di superbia e servilità che formava, nel passato, la norma del comportamento sociale.
Al desiderio sincero di fare dell'adolescente un essere umano a tutti gli effetti si sovrappone in un evitabile malessere l'esercizio di un potere al quale la struttura gerarchica costringe l'insegnante. Come potrebbe non vincere la tentazione di rendersi indispensabile e di coltivare nello studente una debolezza che ne rende più facile il dominio? Chi vende stampelle ha bisogno di zoppi.
Usciamo appena e con pena da una società in cui, non avendo mai potuto credere in se stessi, gli individui hanno accordato la loro credenza a tutti i poteri che li storpiavano facendoli marciare. Dio, chiese, Stato, patria, partito, leaders e piccoli padri dei popoli, tutto è stato ragionevole pretesto per non dover vivere da se stessi. Questi bambini che un tempo rialzavamo per farli cadere, è tempo di insegnar loro a imparare da soli.

Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1996

venerdì 3 luglio 2009

Descendents - Thank you (live)


La canzone universale da dedicare ai gruppi o agli artisti che vi hanno cambiato la vita.

Grazie Descendents!


I listen to you for hours, I'll listen all day
Just keep hitting me the right way
Sing your song in the shower
Cause you got a way
To say what I can never say right - right on
When I feel weak you make me feel strong
Make me feel strong

I won't say your name
But you know who you are
I'll never be the same again now - no way
I just want to say
Thank you for playing the way you play

You don't get played on the radio
That's not the game you play
Well I don't care anyway
I glued your tape in the stereo
So I know every word, every note
And every chord is right - right on
When I feel weak you make me feel strong
Make me feel strong feel like nothing's wrong

I won't say your name
You know who you are
I'll never be the same again now - no way
I just want to say thank you for playing the
Way you play

Did you know you're why I go
And waste my time
At a rock and roll show
You let me know I'm not alone
You make me feel strong, make me feel strong,
Feel like nothing's wrong

I won't say your name, you know who you are
I'll never be the same again now - no way
I just want to say
Thank you for playing the way you play
Thank you for playing the way you play
Thank you for playing the way you play

giovedì 2 luglio 2009

Quanti ne avete già arrestati?

Photobucket

CARCERE PER CHI AFFITTA AI CLANDESTINI. Reclusione fino a tre anni per chi, a titolo oneroso, dà alloggio o cede anche in locazione un immobile a uno straniero privo del permesso di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di affitto.

Così recita uno dei punti del nuovo aborto legislativo "approvato con la fiducia" dalla maggioranza in parlamento.

Aspetto con ansia l'apertura del TG1 che annuncia l'arresto di migliaia di proprietari di casa che affittavano ai clandestini.

E questa è solo una, forse la minore, delle innumerevoli aberrazioni introdotte da questo nuovo pacchetto (in)sicurezza. Proprio mentre il precedente capo delle legislazioni anti-immigrazione, Gianfascio Fini, a sorpresa (?) ammoniva: "Equiparare clandestini e rifugiati è inumano. E' necessario distinguere tra l'immigrazione regolare e quella clandestina; tuttavia, anche per gli irregolari vale il principio base della nostra cultura occidentale. Sono prima uomini e poi immigrati".

Ah, l'Italia...

mercoledì 1 luglio 2009

Eversione Cristiana

Photobucket
La sagace satira dello ScaricaBile la trovate solo qui.

Estiqaatsi! *

Photobucket

Roma non è soltanto la sede del Centro Nazionale Anticrimini Informatici, creato per proteggere le infrastrutture del nostro Paese dagli attacchi dei "criminali elettronici": lì ci sarà anche la centrale opeartiva della European Electronic Crime Task Force.
La Ectf è un organismo, creato dall'intesa tra Polizia, Poste Italiane e Secret Service americano, che si pone come obiettivo "analisi e ricerca sulla criminalità informatica" per "incrementare la sicurezza delle operazioni finanziarie svolte telematicamente"", come ha spiegato Antonio Manganelli, capo della Polizia.
Uno dei fronti principali su cui la Ectf sarà impegnata è la protezioni dalla frodi finanziarie informatiche, un campo in cui la lunga esperienza del Servizio Segreto Usa (che già coordina 59 task force operanti proprio in questo campo) tornerà sicuramente utile.
"Tutte le persone che usano internet devono poterlo fare in assoluta sicurezza" ha dichiarato l'amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, sottolineando come sia sconsigliabile sottovalutare la pericolosità della situazione.
"Solo stamattina abbiamo subito ben 7 attacchi di phishing" ha continuato Sarmi, rivelando che "un campione del crimine informatico ha poi addirittura stabilito il record di passaggio in 39 secondi dal furto del'identità elettronica al prelevamento del denaro dal distributore".
via Zeus News

Non so perchè, ma a me che i servizi segreti americani controllino il traffico internet italiano non è che piaccia più di tanto.
Cos'è non siamo capaci a controllarcelo da soli?
E poi, siamo proprio sicuri che si occupino solo di phishing, furti di identità e truffe telematiche?
SIAMO PROPRIO SICURI?

* titolo comprensibile, ma meglio apprezzabile se ascoltate Lillo&Greg.