mercoledì 10 giugno 2009

Gheddafi e il camping postcoloniale

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E' giunto oggi sul suolo italiano il colonnello Gheddafi.
Molte donne si oppongono a questa visita non gradita. Sottoscrivo anch'io le seguenti parole tratte dalla lettera di donne pubblicata sul sito Storie Migranti.

Al Leader della Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista

(Per conoscenza, alle e ai rappresentati del governo italiano e dell’Unione europea)

Gentile Muammar Gheddafi,

noi non facciamo né vogliamo far parte delle 700 donne che lei ha chiesto di incontrare il 12 giugno durante la sua visita in Italia. Siamo, infatti, donne italiane, di vari paesi europei e africani estremamente preoccupate e scandalizzate per le politiche che il suo Paese, con la complicità dell’Italia e dell’Unione europea, sta attuando nei confronti delle donne e degli uomini di origine africana e non, attualmente presenti in Libia, con l’intenzione di rimanervi per un lavoro o semplicemente di transitarvi per raggiungere l’Europa. Siamo a conoscenza dei continui rastrellamenti, delle deportazioni delle e dei migranti attraverso container blindati verso le frontiere Sud del suo paese, delle violenze, della “vendita” di uomini e donne ai trafficanti, della complicità della sua polizia nel permettere o nell’impedire il transito delle e dei migranti. Ma soprattutto siamo a conoscenza degli innumerevoli campi di concentramento, a volte di lavoro forzato, alcuni finanziati dall’Italia, in cui donne e uomini subiscono violenze di ogni tipo, per mesi, a volte addirittura per anni, prima di subire la deportazione o di essere rilasciati/e. Alcune di noi quei campi li hanno conosciuti e, giunte in Italia, li hanno testimoniati.
Tra tutte le parole e i racconti che abbiamo fatto in varie occasioni, istituzionali e non, o tra tutte le parole e i racconti che abbiamo ascoltato, scegliamo quelli che anche Lei, insieme alle 700 donne che incontrerà, potrà leggere o ascoltare.
[...]
Siamo consapevoli, anche, che Lei e il suo Paese non siete gli unici responsabili di tali politiche, dal momento che gli accordi da Lei sottoscritti con il governo italiano prevedono ingenti finanziamenti da parte dell’Italia affinché esse continuino ad attuarsi e si inaspriscano nei prossimi mesi e anni in modo da bloccare gli arrivi dei migranti sulle coste italiane; dal momento, inoltre, che l’Unione europea, attraverso le sue massime cariche, si è espressa in diverse occasioni a favore di una maggiore collaborazione con il suo Paese per fermare le migrazioni verso l’Europa. Facciamo presente innanzitutto a Lei, però, e per conoscenza alle e ai rappresentati del governo italiano, alle ministre e alle altre rappresentanti del popolo italiano che Lei incontrerà in questa occasione, così come alle e ai rappresentanti dell’Unione europea, una nostra ulteriore consapevolezza: quella per cui fare parte della comunità umana, composta da donne e uomini di diverse parti del mondo, significa condividere le condizioni di possibilità della sua esistenza. Tra queste, la prima e fondamentale, è che ogni donna, ogni uomo, ogni bambino, venga considerato un essere umano e rispettato/a in quanto tale.
Finché tale condizione non verrà considerata da Lei né dalle autorità italiane ed europee noi continueremo a contestare e a combattere le politiche dell’Italia, della Libia e dell’Unione europea che violano costantemente i principi che stanno alla base della sua esistenza e fino a quel momento, quindi, non avremo alcuna voglia di incontrarla ritenendo Lei uno dei principali e diretti responsabili delle pratiche disumane nei confronti di una parte dell’umanità.

Per la versione integrale e per sottoscrivere la lettera clicca qui.
Non è possibile accettare che il nostro governo riservi un trattamento da principino a un dittatore con le mani sporche di sangue.
Ma leggiamo cos'ha detto il colonello appeno sbarcato sulla penisola:
"Con l'Italia di oggi c'e' pace, collaborazione e amicizia. L'Italia e' un Paese molto pacifico tra gli Stati del mondo e condanna il colonialismo. Entrambi condanniamo il fascismo e le aggressioni contro gli altri". "La firma del Trattato di amicizia e l'accordo sugli indennizzi sono il segnale che l'Italia di oggi non e' l'Italia di ieri". "Certo, non guardiamo al valore materiale degli indennizzi, perche' per quello che l'Italia coloniale ha commesso contro il popolo libico non ci sarebbe alcun controvalore". Tuttavia, quell'accordo "e' comunque un segnale che l'Italia condanna il colonialismo e si scusa per quello che e' avvenuto ed e' questo che mi ha permesso di poter venire oggi qui".

Notare bene:
1) L'Italia sarà anche un paese pacifico ma non di certo pacifista;
2) Nonostante l'Italia abbia condannato il colonialismo, esso non è mai finito; quello di oggi ha solo un aspetto che lo rende più difficile da identificare (dovrò fare un altro post sul tema);
3) L'Italia condanna il fascismo solo sulla carta (costituzionale) mentre ritiene legittime le aggressioni perpetrate in nome della civile democrazia occidentale;

L'unica affermazione che condivido con Gheddafi è il fatto che non esista un controvalore adeguato per ricompensare i danni provocati dalle politiche coloniali alla popolazione civile.
Ma non credo sia questo il motivo per cui abbiamo infranto il consueto cerimoniale di accoglienza per un capo di stato riservandogli una tenda in un parco blindato nel centro di Roma.

2 commenti:

Pel(l)acani ha detto...

Purtroppo non si puo' decontestualizzare il gesto, altrimenti farei la ola per la foto che si era appuntato il colonnello-maggior-investitore-in-italia gheddafi al suo arrivo.

Titus Bresthell ha detto...

@pellacani:
hai ragione. quell'uomo riesce sempre a stupire.
temo che il pedonano prenderà spunto dalla sua sagacia per nuove esilaranti uscite..