L'Italia sarà un paese un filino migliore solo quando quelle marionette smetteranno di battere le mani dopo un avvertimento mafioso intervento del genere.
lunedì 30 novembre 2009
domenica 29 novembre 2009
venerdì 27 novembre 2009
Sorvegliare e punire
Sotto il nome di crimini e di delitti, è vero, si giudicano sempre oggetti giuridici definiti dal codice, ma, nello stesso tempo, si giudicano istinti, passioni,anomalie, infermità, disadattamenti, effetti dell'ambiente o della eredità; si puniscono delle aggressioni, ma attraverso queste delle aggressività; degli stupri, ma nello stesso tempo delle perversioni; degli assassini che sono anche pulsioni e desideri. Si dirà: non sono questi ad essere giudicati; se li si invoca è per chiarire i fatti da giudicare e per determinare a qual punto era implicata nel crimine la volontà del soggetto. Risposta insufficiente. Poiché sono esse, queste ombre che stanno dietro gli elementi della causa giuridica, ad essere in realtà giudicate e punite. Giudicate indirettamente, attraverso le «circostanze attenuanti», che fanno entrare nel verdetto non solo elementi «circostanziali» dell'atto, ma qualcosa di diverso, non giuridicamente qualificabile: la conoscenza del criminale, l'apprezzamento che si ha di lui, ciò che si riesce a sapere sui rapporti fra lui, il suo passato e il suo delitto, ciò che ci si può aspettare da lui in avvenire. Giudicate, esse lo sono anche attraverso il gioco di tutte quelle nozioni che hanno circolato tra medicina e giurisprudenza dal secolo Diciannovesimo (i «mostri» dell'epoca di Georget le «anomalie psichiche» della circolare Chaumié, i «pervertiti» e i «disadattati» delle perizie contemporanee) e che, sotto il pretesto di spiegare un atto, sono in realtà un modo di qualificare un individuo. Punite, esse lo sono da un castigo che si attribuisce la funzione di rendere il delinquente «non solo desideroso, ma anche capace di vivere rispettando la legge e di sopperire ai propri bisogni»; esse lo sono attraverso l'economia interna di una pena che, se sanziona il crimine, può modificarsi (abbreviandosi o, se il caso lo richiede, prolungandosi) secondo che si trasformi il comportamento del condannato. Punite esse sono ancora dal gioco di quelle «misure di sicurezza» che si accompagnano alla pena (interdizione di soggiorno, libertà sorvegliata, tutela penale, trattamento medico obbligatorio), non destinate a sanzionare l'infrazione, ma a controllare l'individuo, a neutralizzare il suo stato di pericolosità, a modificarne le tendenze criminali, e a non cessare fino a che il cambiamento non sia stato ottenuto. L'anima del criminale non è invocata in tribunale al solo fine di spiegare il suo crimine e per introdurla come un elemento nell'assegnazione giuridica delle responsabilità; se la si invoca, con tanta enfasi, con tanta preoccupazione di comprendere e una così vasta applicazione «scientifica», è proprio per giudicarla, essa, insieme al crimine, e per prenderla in carico nella punizione. In tutto il rituale penale, dall'istruttoria fino alla sentenza e alle ultime sequenze della pena, è stato introdotto un insieme di nuovi oggetti che vengono a raddoppiare, ma anche a dissociare quelli giuridicamente già definiti e codificati. La perizia psichiatrica, ma in linea più generale l'antropologia criminale e il discorso, sempre ripetuto, della criminologia, esprimono qui una delle loro funzioni specifiche: inscrivendo solennemente le infrazioni nel campo degli oggetti suscettibili di conoscenza scientifica, dare ai meccanismi della punizione legale una presa giustificabile non più semplicemente dalle infrazioni, ma dagli individui; non più da ciò che hanno fatto, ma da ciò che sono, possono essere, saranno. Il supplemento d'anima che la giustizia si è assicurato, in apparenza esplicativo e limitativo, è, in effetti, annessionista. Da quando, centocinquanta o duecento anni fa, l'Europa ha dato vita ai nuovi sistemi penali, i giudici, poco a poco, ma con un processo che risale a molto lontano, si sono messi a giudicare qualcosa di diverso dai reati: l'«anima» dei criminali.
M. Foucault, Sorvegliare e punire, Torino, Einaudi, 1976, pag. 20.
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mercoledì 25 novembre 2009
lunedì 23 novembre 2009
La peggiore rivista degli ultimi 150 anni
"La decisione di eleggere Silvio Berlusconi "Rockstar dell'anno" è stata presa dalla redazione di Rolling Stone per gli evidenti meriti raccolti dal Cavaliere, capace come nessun altro di stare sotto le luci della ribalta e distinguersi per il suo stile di vita degno delle migliori rockstar".
"Per la vita del premier la definizione di rock&roll va persino stretta. I Rod Stewart, i Brian Jones, i Keith Richards dei tempi d'oro sono pivellini in confronto. La "Neverland" di Michael Jackson è una mansardina in confronto a Villa Certosa".
Ci mancava solo il Presidente-rockstar.
Ringraziamo sentitamente il signor Antonelli e la redazione della rivista per la decisione presa all'unanimità.
E il Gruppo Rizzoli.
Adesso aspettiamo che Playboy lo nomini pornodivo dell'anno.
O degli ultimi 150 anni.
"Per la vita del premier la definizione di rock&roll va persino stretta. I Rod Stewart, i Brian Jones, i Keith Richards dei tempi d'oro sono pivellini in confronto. La "Neverland" di Michael Jackson è una mansardina in confronto a Villa Certosa".
Ci mancava solo il Presidente-rockstar.
Ringraziamo sentitamente il signor Antonelli e la redazione della rivista per la decisione presa all'unanimità.
E il Gruppo Rizzoli.
Adesso aspettiamo che Playboy lo nomini pornodivo dell'anno.
O degli ultimi 150 anni.
sabato 14 novembre 2009
venerdì 13 novembre 2009
Gli apostoli
Raid contro la casa della famiglia che ha chiesto la rimozione dei crocefissi dalle aule scolastiche.
via emmanuel negro
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giovedì 12 novembre 2009
mercoledì 11 novembre 2009
La droga continua ad uccidere
Morire in carcere, a 32 anni. E a sole 20 ore di distanza dal ritorno in cella, per aver contravvenuto all'obbligo degli arresti domiciliari. E' accaduto a Parma. La vittima è Giuseppe Saladino, che risiedeva in via Einstein. Era stato condannato per avere rubato soldi dai parchimetri di via Pertini. Poi gli erano stati concessi i domiciliari, ma era appunto stato scoperto mentre violava questo obbligo. A 20 ore dal nuovo arresto, durante la notte, un malore in carcere, e poi la morte. Ora è stata effettuata l'autopsia, e la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti. L'ipotesi è quella di omicidio colposo.
«Voglio giustizia, mi devono dire cosa è successo – ripete la madre – Era stato condannato per un piccolo furto: mio figlio non aveva mai commesso reati gravi come rapine o spaccio. Era un ladro di polli e ora me l’hanno ammazzato». «Nel verbale che mi ha rilasciato la polizia, che è venuta a perquisire la casa il giorno dopo la morte di Giuseppe, c'è scritto: a seguito dell’avvenuto decesso per assunzione di stupefacenti. Ma come fanno a dirlo? E se fosse così, e non è così, perchè non lo hanno curato prima di metterlo in cella?».
fonte
«Voglio giustizia, mi devono dire cosa è successo – ripete la madre – Era stato condannato per un piccolo furto: mio figlio non aveva mai commesso reati gravi come rapine o spaccio. Era un ladro di polli e ora me l’hanno ammazzato». «Nel verbale che mi ha rilasciato la polizia, che è venuta a perquisire la casa il giorno dopo la morte di Giuseppe, c'è scritto: a seguito dell’avvenuto decesso per assunzione di stupefacenti. Ma come fanno a dirlo? E se fosse così, e non è così, perchè non lo hanno curato prima di metterlo in cella?».
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martedì 10 novembre 2009
Padroni di casa
Maria Teresa Verda insegnerà "Cultura ed economia nel ponente ligure"
L´importanza di chiamarsi Scajola moglie e fratello docenti a contratto
Perplessità negli ambienti dell´Ateneo, ma il preside di Economia respinge le illazioni: entrambi hanno esperienze e competenze rilevanti
Nonostante il calo di studenti dell´Ateneo e il clima d´incertezza sui poli distaccati, anche quest´anno la sede imperiese di Economia ritroverà come professore a contratto Maria Teresa Verda, insegnante di Storia dell´arte al Liceo d´Arte Sperimentale di Oneglia e moglie del ministro Claudio Scajola. L´ex preside Paola Massa (moglie di Vito Piergiovanni, l´ex preside di Giurisprudenza che nel 2001 laureò lo "studente - onorevole" Claudio Scajola), ordinario di Storia Economica l´ha infatti riproposta per le 12 ore di "Cultura ed economia nel ponente ligure". All´interno della Facoltà qualche docente storce il naso, ma l´anonimato è d´obbligo. Perplessità e opportunità riguardano specializzazione e parentele della Verda. Senza contare che un altro familiare è docente a contratto. È Maurizio Scajola, uno dei fratelli del ministro, che a Savona, da diversi anni, insegna "Strategie di coordinamento nella politica per il turismo" voluto da un altro ordinario della facoltà, Amedeo Amato (Fondazione Gaslini ed ex Carige). Il preside di Economia Pier Maria Ferrando respinge le illazioni: «La professoressa Verda ha sviluppato conoscenze relative agli insediamenti legati al turismo straniero nel ponente ligure che hanno giocato un ruolo significativo nello sviluppo economico e territoriale di quell´area. Il dottor Scajola è stato Direttore del Turismo in Regione e segretario generale della Camera di Commercio di Savona, esperienze e competenze rilevanti. I compensi previsti sono di 600 euro totali ma agli esperti chiediamo di collaborare a titolo gratuito».
Fonte Marco Preve
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lunedì 9 novembre 2009
venerdì 6 novembre 2009
Nuove carceri?
Le carceri scoppiano e Angelino vuole riaprire il carcere di massima sicurezza di Pianosa.
A dargli manforte ci pensa il baffetto milanista messo a capo dell'Interno: "Non solo riaprire il carcere di sicurezza di Pianosa, stiamo discutendo anche di riaprire il carcere dell’Asinara. L’Italia ha molte di queste strutture ed è un peccato lasciarle là: bisogna riaprirle e metterci dentro i mafiosi cattivi. Il termine stesso isolare significa mettere qualcuno su un’isola. e l’Italia ha molte strutture di questo tipo".
La serietà dei nostri governanti si rispecchia pienamente nei loro provvedimenti: un bambino di 6 anni sarebbe molto più coscienzioso e responsabile.
La cosa più disgustosa è che la prima preoccupazione e le prime reazioni arrivate (principalmente quelle di Altero e della Stefi) non hanno riguardato le condizioni indegne nelle quali sono costretti a vivere i detenuti nelle carceri italiane (dove attualmente sono stipate oltre 60000 persone, a fronte di una capienza massima di circa 40000 posti). La sciccosa Prestigiacomo era infatti turbata dal fatto che quegli zozzoni degli ergastolani avrebbero deturpato quei paradisi naturali che ospitano le carceri di massima sicurezza (tra l'altro pare che l'abbiano già rincuorata). Per quanto questi intenti possano sembrare encomiabili, a mio avviso passano in secondo (ma anche terzo o quarto) piano rispetto ai diritti fondamentali di un individuo, che vengono sospesi non appena si varca la soglia di un carcere.
Eppure già nei giorni scorsi, da varie parti della società civile e non, erano giunti anatemi contro la suicida Blefari, disprezzata e ingiurata anche da morta.
Sarà che sto male solo al pensiero di dover passare mesi, anni o una vita intera dentro una cella, dentro un edificio, dentro muri, ma proprio non riesco a ignorare la totale inumanità dell'istituzione carceraria.
Queste sono immagini provenienti dal carcere dell'Asinara dopo la chiusura avvenuta nel 1998.
Direi che parlano da sole.
A dargli manforte ci pensa il baffetto milanista messo a capo dell'Interno: "Non solo riaprire il carcere di sicurezza di Pianosa, stiamo discutendo anche di riaprire il carcere dell’Asinara. L’Italia ha molte di queste strutture ed è un peccato lasciarle là: bisogna riaprirle e metterci dentro i mafiosi cattivi. Il termine stesso isolare significa mettere qualcuno su un’isola. e l’Italia ha molte strutture di questo tipo".
La serietà dei nostri governanti si rispecchia pienamente nei loro provvedimenti: un bambino di 6 anni sarebbe molto più coscienzioso e responsabile.
La cosa più disgustosa è che la prima preoccupazione e le prime reazioni arrivate (principalmente quelle di Altero e della Stefi) non hanno riguardato le condizioni indegne nelle quali sono costretti a vivere i detenuti nelle carceri italiane (dove attualmente sono stipate oltre 60000 persone, a fronte di una capienza massima di circa 40000 posti). La sciccosa Prestigiacomo era infatti turbata dal fatto che quegli zozzoni degli ergastolani avrebbero deturpato quei paradisi naturali che ospitano le carceri di massima sicurezza (tra l'altro pare che l'abbiano già rincuorata). Per quanto questi intenti possano sembrare encomiabili, a mio avviso passano in secondo (ma anche terzo o quarto) piano rispetto ai diritti fondamentali di un individuo, che vengono sospesi non appena si varca la soglia di un carcere.
Eppure già nei giorni scorsi, da varie parti della società civile e non, erano giunti anatemi contro la suicida Blefari, disprezzata e ingiurata anche da morta.
Sarà che sto male solo al pensiero di dover passare mesi, anni o una vita intera dentro una cella, dentro un edificio, dentro muri, ma proprio non riesco a ignorare la totale inumanità dell'istituzione carceraria.
Queste sono immagini provenienti dal carcere dell'Asinara dopo la chiusura avvenuta nel 1998.
Direi che parlano da sole.
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mercoledì 4 novembre 2009
Ricapitoliamo
- La UE decide di togliere i crocifissi dai luoghi pubblici in segno di laicismo.
Il sindaco di Sanremo (che i sanremesi si meritano tutto) invita tutti gli istituti scolastici del comprensiorio ad apporre il crocifisso laddove non ci fosse. Ha intenzione di metterne uno anche all'ingresso del comune. "Non è un obbligo" ha detto "è una forte idea di libertà". Ah, ecco.
La Padania invece decide di aprire con il solito titolo sobrio, accompagnato da un'immagine che è un mix letale di stereotipi, malafede e ignoranza. Andatevi a vedere la prima pagina da soli, che io quella robaccia non la voglio sul mio blog.
- La crisi incalza, i disoccupati aumentano, malessere sociale alle stelle.
Nema problema, ci pensa lo stato: via libera a lotterie, concorsi, gratta e vinci, che promettono posti di lavoro e rendite mensili ventennali.
Manco Wanna Marchi aveva osato tanto.
- Buon ultimo il sempre stupefacente Carletto Giovanardi. Il paladino della Cristoterapia©, ebbro di compassione cattolica, ha infatti dichiarato che "a uccidere Stefano Cucchi è stata la droga".
Tralascio poi qualunque commento sulla sua brillante idea di sottoporre i parlamentari a un test antidroga VOLONTARIO. Se volete sdrammatizzare andatevi a leggere cosa ne pensa il buon vecchio Prefe.
E' tutto.
Adesso posso tornare alla mia droga, ai miei gratta e vinci, e al mio magnifico crocifisso.
Il sindaco di Sanremo (che i sanremesi si meritano tutto) invita tutti gli istituti scolastici del comprensiorio ad apporre il crocifisso laddove non ci fosse. Ha intenzione di metterne uno anche all'ingresso del comune. "Non è un obbligo" ha detto "è una forte idea di libertà". Ah, ecco.
La Padania invece decide di aprire con il solito titolo sobrio, accompagnato da un'immagine che è un mix letale di stereotipi, malafede e ignoranza. Andatevi a vedere la prima pagina da soli, che io quella robaccia non la voglio sul mio blog.
- La crisi incalza, i disoccupati aumentano, malessere sociale alle stelle.
Nema problema, ci pensa lo stato: via libera a lotterie, concorsi, gratta e vinci, che promettono posti di lavoro e rendite mensili ventennali.
Manco Wanna Marchi aveva osato tanto.
- Buon ultimo il sempre stupefacente Carletto Giovanardi. Il paladino della Cristoterapia©, ebbro di compassione cattolica, ha infatti dichiarato che "a uccidere Stefano Cucchi è stata la droga".
Tralascio poi qualunque commento sulla sua brillante idea di sottoporre i parlamentari a un test antidroga VOLONTARIO. Se volete sdrammatizzare andatevi a leggere cosa ne pensa il buon vecchio Prefe.
E' tutto.
Adesso posso tornare alla mia droga, ai miei gratta e vinci, e al mio magnifico crocifisso.
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lunedì 2 novembre 2009
Pregasi di hackerare urgentemente questo sito
Faccio appello alla coscienza delle volenterose forze del bene internettiane affinchè oscurino immediatamente questa pagina che dimostrerebbe l'esistenza di una filiazione italiana del Klu Klux Klan.
...che noi in Italia ci abbiamo già la Lega, ci abbiamo.
...che noi in Italia ci abbiamo già la Lega, ci abbiamo.
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