via HARDCORE JUDAS
giovedì 25 dicembre 2008
mercoledì 24 dicembre 2008
martedì 23 dicembre 2008
sabato 20 dicembre 2008
Dardos everywhere
Il mitico Ed ha deciso, spontaneamente, di assegnarmi un premio dall'altisonante motivazione.
Il regolamento del premio è il seguente:
1. accettare e comunicare il regolamento visualizzando il logo del premio
2. linkare i blog che ti hanno premiato
3. premiare altri 15 blog meritevoli avvisandoli del premio.
Conscio di non aver fatto nulla per meritarlo, sparo invece 10 (che a 15 non ci arrivo) tra i miei blog preferiti, escludendo quelli già premiati:
exfalsoquodlibet
mazzetta
qualcosa del genere
La Botte di Diogene
Gratta e Vinci
Polvere da sparo
Bananarchia
LoScorpione
NUTOPIA
1. accettare e comunicare il regolamento visualizzando il logo del premio
2. linkare i blog che ti hanno premiato
3. premiare altri 15 blog meritevoli avvisandoli del premio.
Conscio di non aver fatto nulla per meritarlo, sparo invece 10 (che a 15 non ci arrivo) tra i miei blog preferiti, escludendo quelli già premiati:
exfalsoquodlibet
mazzetta
qualcosa del genere
La Botte di Diogene
Gratta e Vinci
Polvere da sparo
Bananarchia
LoScorpione
NUTOPIA
giovedì 18 dicembre 2008
Racconti emiliani
Scopro tramite il blog inkiostro, un nuovo interessante progetto che vede coinvolto l'ineffabile Max Collini, ovvero voce e testi degli OfflagaDiscoPax. Il nostro, accompagnato con suoni e rumori dal valido Jukka Reverberi (Giardini di Mirò), si impegna nella lettura di brani di vari autori: Tondelli, Nori, Simona Vinci, Morozzi, Philopat, Matteo B. Bianchi, più un paio di suoi inediti. Comune denominatore è, guarda caso, l'emilianità.
Putroppo i due, a causa degli ovvi impegni con le rispettive band, non sono riusciti più di tanto a portare lo spettacolo in giro, limitandosi a qualche sporadica comparsata. E' un peccato, perchè a giudicare dai pochi brani presenti sul loro myspace, sembrerebbe una collaborazione davvero ben riuscita.
Intanto gustatevi l'ottima Ultras
Intanto gustatevi l'ottima Ultras
martedì 16 dicembre 2008
lunedì 15 dicembre 2008
"Noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo"
Giornata di azione internazionale contro gli omicidi di Stato - 20 dicembre 2008
Oggi (venerdì), l’assemblea del Politecnico occupato di Atene ha deciso di indire una giornata di azioni di resistenza in Europa e in tutto il mondo in memoria di tutti i giovani assassinati, i migranti e tutti coloro che stavano lottando contro i lacchè dello stato. Carlo Giuliani; i ragazzi delle banlieues francesi; Alexandros Grigoropoulos e tutte le altre innumerevoli vittime sparse per il mondo. Le nostre vite non appartengono agli stati e ai loro assassini! Il ricordo dei fratelli e delle sorelle uccisi, degli amici e dei compagni rimane vivo attraverso le nostre lotte! Noi non dimentichiamo i nostri fratelli e le nostre sorelle, noi non perdoniamo i loro assassini. Per favore traducete e diffondete questo messaggio per un giorno comune di azioni coordinate di resistenza in più posti possibile in giro per il mondo.
12-12-2008, assemblea del Politecnico occupato di Atene
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domenica 14 dicembre 2008
Vivere senza soldi
Nel maggio 1996, Heidemarie Schwermer decide di cambiare radicalmente modo di vivere: regala i suoi mobili, abbandona l'abitazione e lo studio, e disdice l'assicurazione sanitaria.
Ciò di cui ha bisogno per vivere lo ottiene tramite gli scambi della "Centrale dai e prendi" da lei fondata a Dortmund, in Germania.
Dopo tanti anni senza soldi, afferma di essere addirittura più ricca di prima. Concetti come lavoro, tempo libero e vacanze acquistano un significato completamente nuovo e la vita trova una nuova integrità.
Dopo tanti anni senza soldi, afferma di essere addirittura più ricca di prima. Concetti come lavoro, tempo libero e vacanze acquistano un significato completamente nuovo e la vita trova una nuova integrità.
Come funziona l’associazione “Dai e Prendi”?
Tutto è fondato sull’idea del baratto e dello scambio, ognuno dichiara che tipo di servizio è disposto a scambiare secondo le proprie attitudini e capacità: babysitting, informatica, conversazione in lingua straniera o semplicemente una torta fatta in casa. Coloro che aderiscono all’associazione, una volta che hanno fatto la propria offerta, ricevono la lista completa di tutte i servizi messi a disposizione dagli altri membri. Ognuno può telefonare agli altri soci ed effettuare lo scambio secondo la modalità concordata. Il valore dei servizi offerti e di quelli ricevuti non è valutato in denaro, ma semplicemente scambiato. L’idea che mi ha spinto a fondare l’associazione era proprio questa: dimostrare come fare a meno del denaro.
Com’è nata questa idea?
Avevo saputo che in Canada, dopo il fallimento di una grande industria, gran parte della popolazione di quel villaggio era rimasta senza lavoro, così cominciarono ad aiutarsi l’un l’altro mediante il baratto: “Io ti riparo il tetto, tu mi fai da babysitter per i bambini”. Non avevo mai visto reti simili in Germania, se non le cosiddette “banche del tempo”, e pensai di provare questa strada anche nel mio paese.
Da qui dunque l’idea di vivere senza soldi?
Sì, già allora pensavo a scambi tra persone non basate sul denaro ma sull’idea del baratto. Così, nel ‘96 decisi di fare l’esperimento di vivere per un anno intero senza soldi. L’esperimento ha funzionato e dopo l’anno di prova ho proseguito. Oggi posso affermare che vivere senza soldi è possibile e per certi versi è molto più “ricco”.
Ma come affronta concretamente i mille bisogni quotidiani? Per esempio, dove dorme?
Vivo un po’ in una casa, un po’ in un’altra. A volte le persone che vanno in vacanza mi chiedono di prendermi cura dei loro appartamenti. Alla base di questo mio comportamento c’è sempre l’idea di “Dai e Prendi”: l’idea del baratto. E tutto ciò è molto più importante e prezioso dell’avere un mio letto, una casa o un’auto propria. Quello che davvero conta per me è il contatto con la gente.
Quindi, la sua è una sorta di filosofia?
Alla base del mio comportamento ci sono riflessioni profonde e soprattutto la proposta di un modello per un mondo nuovo. Un mondo in cui non sia il denaro il valore principale e supremo della vita: un mondo senza competizione, in cui il semplice amore tra le persone e il supporto reciproco arrivino ad acquistare una posizione molto più elevata di quella attuale. Valori diversi da quelli di oggi, dove il denaro domina il mondo.
Cos’è che dai e ricevi gratis ogni giorno?
Ricevo un letto, cose da mangiare, vestiti. Tutto quello di cui ho bisogno per la mia vita quotidiana. In cambio offro il mio supporto e il mio aiuto: offro me stessa. Ogni tanto posso offrire un aiuto per la cura delle case, altre volte offro un aiuto per le loro anime. In generale offro il mio tempo e in questo modo sia io che le persone con le quali mi metto in contatto siamo contenti e soddisfatti di un rapporto simile.
Ma non è un modo di vivere molto complicato? Come fa per esempio a viaggiare?
Spesso viaggio in treno: le persone che mi invitano da qualche parte, in qualche città , pagano il mio biglietto. Altre volte viaggio in macchina con amici. Di solito vengo ospitata in casa di persone che mi chiamano perchè io vada ad aiutarli in qualche modo. Spesso viaggio anche per parlare a conferenze o per tenere delle lezioni e quindi c’è qualcuno che mi paga il biglietto.
Ma non le capita mai di desiderare per esempio di andare al cinema? In questi casi come fa?
Penso a chi potrebbe venire al cinema con me e gli offro qualcosa in cambio del prezzo del biglietto.
Ma questo non vuol dire dipendere completamente dagli altri?
A dire la verità ora mi sento molto più libera di prima. Il denaro spesso separa gli esseri umani invece che unirli. E’ piacevole pagare con il denaro, ma questo alla fine ti isola dal mondo, ti separa dalle altre persone. Quando si usa il denaro non c’è confronto, non c’è dialogo. La mia è una sorta di lotta contro l’anonimato della nostra società, tant’è vero che da quando vivo senza denaro i contatti e le relazioni si sono intensificati.
Com’è nata l’idea di scrivere un libro? E che cosa ha fatto dei proventi percepiti con la sua pubblicazione?
La casa editrice mi ha chiesto di scrivere un libro dopo una mia partecipazione a un programma televisivo. Alla fine ho devoluto tutto il ricavato delle vendite a persone che ne avevano bisogno.
Conosci altre persone che vivono come te, senza soldi?
Ci sono alcune persone che vivono senza soldi per scelta, ma in un modo abbastanza diverso dal mio.
Sei in contatto con altre associazioni simili alla tua?
Ho lasciato Dortmund un po’ di tempo fa, le organizzazioni che promuovono lo scambio e il baratto sono state un punto di partenza: la mia filosofia è ora un’altra. Vivo un’esistenza basata sulla fiducia, cercando di evitare l’odio e i cattivi sentimenti. Penso che un cambiamento in questo senso è molto più auspicabile del vivere senza soldi. In fin dei conti il denaro è solo un simbolo, anche se vivere senza soldi richiede moltissima conoscenza e molta attenzione.
Qual è la motivazione profonda che ti ha portato alla scelta di vivere senza soldi?
Non mi sento certo una “missionaria”. Cerco solamente di occuparmi di cose che penso siano utili anche per altre persone. Ma non sogno che tutti facciano come me: ognuno deve trovare la propria strada. Mi interessa sviluppare progetti, dove il dare e il ricevere siano in equilibrio, in modo che tutti ne possano trarre vantaggio. Il mio obiettivo è che le persone non si sentano più vittime, ma vincitrici e che possano agire in maniera ottimista, determinata e soprattutto che acquistino fiducia in se stesse.
Intervista a cura di Federica Seneghini.
Per chi volesse approfondire di più, leggete il libro di Heidemarie Schwermer dal titolo: "Vivere senza soldi" Editrice AAM Terra Nuova. L'esperienza raccontata non avanza pretese di essere universalmente vincolante ma, in una società profondamente mercificata, rappresenta un modello concreto di speranza.
Ovviamente, consiglio di non acquistare il libro, bensì di prenderlo in prestito in biblioteca.
Nella mia città l'ho trovato. Buona lettura!
sabato 13 dicembre 2008
Solo Gesù può salvarci dalla crisi
"E’ motivo di grande soddisfazione presentare il Crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo Buonarroti, un’opera di raffinata qualità tecnica e di grande interesse scientifico, la cui recente acquisizione da parte dello Stato italiano costituisce un importante arricchimento del nostro patrimonio storico artistico, evitando inoltre il rischio di un possibile espatrio oltre i confini nazionali di questa preziosa scultura. Davvero perfetta è l’armonia raggiunta dal sommo artista tra la nobiltà del corpo di Cristo e la sofferenza del Suo sacrificio per la redenzione dell'umanità. E' per me ragione di profonda e commossa emozione che questa sacra immagine accolga il Santo Padre Benedetto XVI nella Sua visita del 13 dicembre 2008 all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, quale simbolo della nostra civiltà e di valori universali, opera del maggiore artista del Rinascimento che lasciò in Vaticano - dalla Cappella Sistina alla Cupola di San Pietro - così eccelsa testimonianza d'arte e di fede. Infine in un momento delicato e di crisi come quello che stiamo attraversando, è fondamentale destinare le poche risorse disponibili a progetti e iniziative che abbiano un significato così alto che possiamo consegnare alle generazioni future”.
ART: Michelangelo Buonarroti (forse)
LYRICS: Sandro Bondi
Bello vero?
Veramente stupendo, nulla da dire.
Sapete però quanto ci è costato "evitare il rischio di un possibile espatrio oltre i confini nazionali di questa preziosa scultura" di appena 40 cm?
3.2 milioni di euro.
Ora, io comprendo e appoggio la valorizzazione dell'arte, ma in un momento come questo non potevamo investire i soldi in qualcosa che avesse anche solo una minima parvenza di utilità sociale, invece che acquistare un portachiavi macabro, forse scolpito da Michelangelo? E poi perchè dobbiamo subito consegnarlo al cane bianco, facendogli così fare bella figura?
Non so, potevamo dire a questo fortunato collezionista possessore dell'agognato oggetto: "Guarda, ti assicuriamo che te lo compriamo, piuttosto ti diamo un acconto e tu ce lo tieni da parte, ma adesso siamo troppo a bagno per permetterci una spesa così inutile".
Bondi invece è entusiasta e dice, anzi, che è proprio questo il modo migliore di investire le ultime risorse: in "progetti e iniziative che abbiano un significato così alto che possiamo consegnare alle generazioni future".
Progetti??!
giovedì 11 dicembre 2008
I massoni e il presidente
per fortuna, ci ha pensato il mio (e anche vostro) presidente a complimentarsi e ringraziare per la lodevole iniziativa, con un bel telegrammino di apprezzamento:
Chissà se, durante l'imparzialissimo dibattito, avranno citato l'articolo 21 punto 2 della venerabile Dichiarazione dei Diritti umani, che dice più o meno così:
Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
E poi c'è anche qualcuno che si lagna del fatto che siamo un paese di raccomandati.
ps: tranquilli. Il Prodi a cui hanno dedicato l'aula non è Romano. E' suo fratello.
Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
E poi c'è anche qualcuno che si lagna del fatto che siamo un paese di raccomandati.
ps: tranquilli. Il Prodi a cui hanno dedicato l'aula non è Romano. E' suo fratello.
mercoledì 10 dicembre 2008
Italia-Grecia 1-1?
Sono anni grigi i nostri. Anni di proiettili deviati, di polizie deviate, di ministri deviati.
Dopo i fatti di Genova, sui quali potete ascoltare una sconcertante ammissione di colpa da parte del ripescato Ministro di un presunto sviluppo economico,
Dopo i fatti di Genova, sui quali potete ascoltare una sconcertante ammissione di colpa da parte del ripescato Ministro di un presunto sviluppo economico,
ora tocca ad Atene.
Italia-Grecia: situazioni simili/reazioni opposte.
Se da noi, dopo l'omicidio di Carlo, anzichè registrare un innalzamento dello scontro da parte dei manifestanti, abbiamo dovuto subire l'ennesima dimostrazione di forza della nostra polizia, in Grecia è invece avvenuto il contrario. Una vera e sentita reazione, delle frange probabilmente più estremiste del movimento, si è sommata al malcontento per le recenti proposte di riforma del governo greco, trasformandosi in una massiccia protesta collettiva alla quale partecipa gran parte della popolazione.
In Italia non siamo più capaci a ribellarci. Troppo impegnati a spinzettarci le sopracciglia, a seguire i tigiquattro e a non preoccuparci di null'altro se non di ciò che rientra nella nostra privata proprietà. E così in risposta ai recenti scempi riformativi del governo, ecco alcune timide manifestazioni sindacali e il pallido bagnasciuga (altro che onda...) della protesta studentesca.
Ecco invece il tono della protesta in Grecia:Tristemente, ad accomunarci sono, una volta di troppo, le giovani vite spezzate e le polizie assassine.
Ciao Carlo. Ciao Alexandros.
Qui e qui, due interviste che illustrano bene i motivi della rivolta e lo svolgersi dei fatti.
Qui, infine, trovate una pagina del blog di baruda con tutti gli aggiornamenti da Atene.
Italia-Grecia: situazioni simili/reazioni opposte.
Se da noi, dopo l'omicidio di Carlo, anzichè registrare un innalzamento dello scontro da parte dei manifestanti, abbiamo dovuto subire l'ennesima dimostrazione di forza della nostra polizia, in Grecia è invece avvenuto il contrario. Una vera e sentita reazione, delle frange probabilmente più estremiste del movimento, si è sommata al malcontento per le recenti proposte di riforma del governo greco, trasformandosi in una massiccia protesta collettiva alla quale partecipa gran parte della popolazione.
In Italia non siamo più capaci a ribellarci. Troppo impegnati a spinzettarci le sopracciglia, a seguire i tigiquattro e a non preoccuparci di null'altro se non di ciò che rientra nella nostra privata proprietà. E così in risposta ai recenti scempi riformativi del governo, ecco alcune timide manifestazioni sindacali e il pallido bagnasciuga (altro che onda...) della protesta studentesca.
Ecco invece il tono della protesta in Grecia:Tristemente, ad accomunarci sono, una volta di troppo, le giovani vite spezzate e le polizie assassine.
Ciao Carlo. Ciao Alexandros.
Qui e qui, due interviste che illustrano bene i motivi della rivolta e lo svolgersi dei fatti.
Qui, infine, trovate una pagina del blog di baruda con tutti gli aggiornamenti da Atene.
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martedì 9 dicembre 2008
Guerrilla gardening
C'è modo e modo di fare la guerra e diversi possono essere gli obiettivi da colpire.
A milano da più di due anni ci sono dei guerriglieri che lanciano bombe davvero intelligenti. Bombe di semi. Questi ragazzi combattono contro il cemento che soffoca le nostre città e agiscono in prima persona per rendere più vivibili gli spazi urbani.
La cosa sorprendente è che agiscono come dei veri guerriglieri, cercando di passare inosservati durante le azioni, addirittura pianificando in anticipo ogni singola operazione.
La cosa sorprendente è che agiscono come dei veri guerriglieri, cercando di passare inosservati durante le azioni, addirittura pianificando in anticipo ogni singola operazione.
TRASFORMIAMO IL CEMENTO IN FIORI
Guerrilla Gardening è un gruppo aperto a tutti, un gruppo di appassionati del verde che ha deciso di interagire positivamente con lo spazio urbano attraverso piccoli atti dimostrativi, quelli che noi chiamiamo "attacchi" verdi. Guerrilla Gardening si oppone attivamente al degrado urbano agendo contro l'incuria delle aree verdi. L'attività principale del gruppo è quella di rimodellare ed abbellire, con piante e fiori, le aiuole e le zone dismesse o dimenticate della città. Il movimento è nato in Italia circa 2-3 anni fa da un gruppo di giovani milanesi che ancora oggi segue e consiglia i gruppi indipendenti. La popolazione cittadina risponde bene, alcune aziende di giardinaggio ci aiutano con consigli e donandoci piante e materiali pro-causa, altri si limitano ad applaudire e ad apprezzare le nostre azioni. Ogni giorno nuovi "guerriglieri" si aggiungono alla nostra causa, per trasformare e riappropriarsi degli sterili ed impersonali spazi comuni cittadini. Nuovi gruppi stanno nascendo in tutte le grandi città. Anche tu puoi diventare un Guerrilla-Gardener: documenta un attacco e inviaci le fotografie, verrai segnalato sul nostro nuovo sito web!
Un semplice esempio per iniziare:
BOMBA DI SEMI Avvolgi in carta di giornale terriccio, fertilizzante, e semi di fiori che vorresti veder nascere. Il tutto imbevuto d'acqua. Ora avvicinati ad un cantiere in disuso o ad una zona abbandonata e lancia le flower-bomb. Dopo qualche settimana potrai apprezzare splendide fioriture in luoghi dimenticati.
Per ulteriori informazioni visitate il sito del gruppo guerrilla gardening.
sabato 6 dicembre 2008
Medici delatori? No, grazie!
L'art. 32 della Costituzione Italiana sancisce come diritto fondamentale dell'individuo il diritto alla tutela della salute e garantisce agli indigenti il diritto alle cure gratuite, anche nell'interesse della collettività.
Il DL 286/98 all'art. 35 prevede la gratuità delle cure urgenti ed essenziali anche agli stranieri non iscritti al SSN, privi di permesso di soggiorno, e privi di risorse economiche e non prevede nessuna segnalazione, salvo i casi di obbligatorietà di referto, come per i cittadini italiani.
La Lega Nord - Padania ha presentato attraverso 5 Senatori un emendamento che prevede l'abrogazione del comma 5 dell'art. 35 e abolisce la gratuità della prestazione urgente ed essenziale agli stranieri non iscritti al SSN e privi di risorse economiche, e propone inoltre l'obbligo per le autorità sanitarie di segnalarli all'autorità competente.
I Pediatri di libera scelta aderenti alla FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) operanti nel SSN, sottoscrittori di questo appello,
ritengono gravissimo tale emendamento che finirebbe per respingere in sacche di esclusione la popolazione più indigente e ne richiedono il ritiro:
esso non è soltanto la negazione di un diritto costituzionalmente sancito, ma costituisce anche un pericolo per la tutela della salute della collettività, per la mancata cura di patologie anche gravi, con conseguente rischio di diffusione e rappresenta inoltre un pericoloso passo legislativo verso l'abolizione del diritto alla cura.
Ritengono inoltre che la segnalazione all'autorità competente di un paziente indigente sia in aperto contrasto con il codice etico ordinistico al quale i medici debbono attenersi e di cui affermano il primato.
Denunciano con preoccupazione che tale emendamento priverà della assistenza sanitaria essenziale migliaia di bambini divenuti "per Decreto invisibili e senza diritti" in totale contrasto con la Convezione ONU sui diritti del fanciullo e richiedono che lo Stato Italiano firmatario con L. 176/91 della Convenzione ONU di New York del 20.11. 1989 sui diritti del fanciullo garantisca ad ogni minore straniero il pieno diritto di usufruire delle prestazioni mediche pediatriche a prescindere dalla regolarità del soggiorno.
Richiedono quindi a tutti i colleghi Pediatri, a tutti i Medici, agli Operatori Sanitari e a tutti i Cittadini Italiani ai quali stanno a cuore i fondamenti dello stato sociale e la solidarietà di sottoscrivere questo appello.
FIRMA L'APPELLO LA SALUTE E' UGUALE PER TUTTI
Il DL 286/98 all'art. 35 prevede la gratuità delle cure urgenti ed essenziali anche agli stranieri non iscritti al SSN, privi di permesso di soggiorno, e privi di risorse economiche e non prevede nessuna segnalazione, salvo i casi di obbligatorietà di referto, come per i cittadini italiani.
La Lega Nord - Padania ha presentato attraverso 5 Senatori un emendamento che prevede l'abrogazione del comma 5 dell'art. 35 e abolisce la gratuità della prestazione urgente ed essenziale agli stranieri non iscritti al SSN e privi di risorse economiche, e propone inoltre l'obbligo per le autorità sanitarie di segnalarli all'autorità competente.
I Pediatri di libera scelta aderenti alla FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) operanti nel SSN, sottoscrittori di questo appello,
ritengono gravissimo tale emendamento che finirebbe per respingere in sacche di esclusione la popolazione più indigente e ne richiedono il ritiro:
esso non è soltanto la negazione di un diritto costituzionalmente sancito, ma costituisce anche un pericolo per la tutela della salute della collettività, per la mancata cura di patologie anche gravi, con conseguente rischio di diffusione e rappresenta inoltre un pericoloso passo legislativo verso l'abolizione del diritto alla cura.
Ritengono inoltre che la segnalazione all'autorità competente di un paziente indigente sia in aperto contrasto con il codice etico ordinistico al quale i medici debbono attenersi e di cui affermano il primato.
Denunciano con preoccupazione che tale emendamento priverà della assistenza sanitaria essenziale migliaia di bambini divenuti "per Decreto invisibili e senza diritti" in totale contrasto con la Convezione ONU sui diritti del fanciullo e richiedono che lo Stato Italiano firmatario con L. 176/91 della Convenzione ONU di New York del 20.11. 1989 sui diritti del fanciullo garantisca ad ogni minore straniero il pieno diritto di usufruire delle prestazioni mediche pediatriche a prescindere dalla regolarità del soggiorno.
Richiedono quindi a tutti i colleghi Pediatri, a tutti i Medici, agli Operatori Sanitari e a tutti i Cittadini Italiani ai quali stanno a cuore i fondamenti dello stato sociale e la solidarietà di sottoscrivere questo appello.
FIRMA L'APPELLO LA SALUTE E' UGUALE PER TUTTI
venerdì 5 dicembre 2008
Paura delle piazze?
Allora, quella volpona della nostra ministra ha deciso di far sapere al mondo che è al corrente dell'esistenza di un'entità chiamata Internet ("Eddai che ssacra c'ha pure gugol in ompeig!1!11!").
Per farlo, con nostro sommo gaudio, ha scelto di aprire un canale su youtube.
Per confrontarsi con gli studenti.
Basta.
Cioè, un ministro dell'Istruzione, apre un canale su youtube e non mette dei video che illustrano le sue idee, che spiegano meglio le sue intenzioni (lo so che ciò significherebbe il ritorno del cinema muto ma...).
No.
Mette un video dove dice di volersi confrontare.
Purtroppo in questa nostra cultura post-atomica il concetto di piazza assume sempre più dei connotati spregiativi e rozzi. E pensare che nell'antica Grecia, il termine con il quale si era soliti indicare il centro pulsante della vita di un paese (agorà), aveva un'etimologia ben precisa: condurre, governare.
Qua tuttavia si finge di non vedere le centinaia di migliaia - facciamo anche milioni - di studenti che hanno manifestato per le strade di tutta Italia in questi mesi.
Forse che quelli non sono in grado di sostenere un confronto "civile"?
Che quelli sono solo dei facinorosi?
Che quelli non vogliono discutere ma solo attaccare?
La paura del popolo è un vizio antico e consolidato del potere. Quando la popolazione viene costretta a subire decisioni calate dall'alto, e giustamente si ribella, i governanti la screditano tacciandola di inciviltà. Si cerca un pubblico più compiacente e si continua la propaganda come se nulla fosse. Sicuri così di non avere altri ostacoli che intralcino il cammino.
Qui, però, si va oltre (d'altra parte, siam un paese d'avanguardisti noialtri!). Qualcuno avrà suggerito alla ministra (perchè non la credo capace di tanto) la brillante idea di youtube.
E lei, entusiasta, l'avrà fatta subito sua.
Ecco, però ci sono due problemini:
1) ottima la scelta di comunicare via web. Se non altro perchè c'è quel piccolo vantaggio che la gente non la devi vedere in faccia (almeno ci avesse dato il suo contatto skype facevamo delle videochiamate);
2) secondo recenti dati, Internet è in calo nel nostro paese: 42% per quanto riguarda i nuovi abbonamenti. Ora, nella speciale classifica europea, siamo tra la ridente democrazia greca (31%) e l'avanzatissima Cipro (43%). Sotto la Grecia, rimangono solo Romania e Bulgaria.
Facile confrontarsi così. Con quattro nerd rincoglioniti.
Si va dunque oltre la semplice paura del popolo.
Si è sconfinati una volta di troppo nella codardia, nella vigliaccheria più spudorata.
Se da un lato questi atteggiamenti sono difficilmente digeribili, dall'altro sono anche segnali premonitori di una vasta e imminente crisi. Speriamo risolutiva.
Voi che ne dite?
p.s.: in due giorni il video è stato visto 70.000 volte e ha ricevuto 1350 commenti. Mi auguro che lo intasino e siano costretti a chiudere il canale.
Per farlo, con nostro sommo gaudio, ha scelto di aprire un canale su youtube.
Per confrontarsi con gli studenti.
Basta.
Cioè, un ministro dell'Istruzione, apre un canale su youtube e non mette dei video che illustrano le sue idee, che spiegano meglio le sue intenzioni (lo so che ciò significherebbe il ritorno del cinema muto ma...).
No.
Mette un video dove dice di volersi confrontare.
Purtroppo in questa nostra cultura post-atomica il concetto di piazza assume sempre più dei connotati spregiativi e rozzi. E pensare che nell'antica Grecia, il termine con il quale si era soliti indicare il centro pulsante della vita di un paese (agorà), aveva un'etimologia ben precisa: condurre, governare.
Qua tuttavia si finge di non vedere le centinaia di migliaia - facciamo anche milioni - di studenti che hanno manifestato per le strade di tutta Italia in questi mesi.
Forse che quelli non sono in grado di sostenere un confronto "civile"?
Che quelli sono solo dei facinorosi?
Che quelli non vogliono discutere ma solo attaccare?
La paura del popolo è un vizio antico e consolidato del potere. Quando la popolazione viene costretta a subire decisioni calate dall'alto, e giustamente si ribella, i governanti la screditano tacciandola di inciviltà. Si cerca un pubblico più compiacente e si continua la propaganda come se nulla fosse. Sicuri così di non avere altri ostacoli che intralcino il cammino.
Qui, però, si va oltre (d'altra parte, siam un paese d'avanguardisti noialtri!). Qualcuno avrà suggerito alla ministra (perchè non la credo capace di tanto) la brillante idea di youtube.
E lei, entusiasta, l'avrà fatta subito sua.
Ecco, però ci sono due problemini:
1) ottima la scelta di comunicare via web. Se non altro perchè c'è quel piccolo vantaggio che la gente non la devi vedere in faccia (almeno ci avesse dato il suo contatto skype facevamo delle videochiamate);
2) secondo recenti dati, Internet è in calo nel nostro paese: 42% per quanto riguarda i nuovi abbonamenti. Ora, nella speciale classifica europea, siamo tra la ridente democrazia greca (31%) e l'avanzatissima Cipro (43%). Sotto la Grecia, rimangono solo Romania e Bulgaria.
Facile confrontarsi così. Con quattro nerd rincoglioniti.
Si va dunque oltre la semplice paura del popolo.
Si è sconfinati una volta di troppo nella codardia, nella vigliaccheria più spudorata.
Se da un lato questi atteggiamenti sono difficilmente digeribili, dall'altro sono anche segnali premonitori di una vasta e imminente crisi. Speriamo risolutiva.
Voi che ne dite?
p.s.: in due giorni il video è stato visto 70.000 volte e ha ricevuto 1350 commenti. Mi auguro che lo intasino e siano costretti a chiudere il canale.
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giovedì 4 dicembre 2008
mercoledì 3 dicembre 2008
A casa
Fingendoci per un momento sinceri democratici, invitiamo tutte le forze politiche e sociali che vogliano realmente esercitare una funzione di opposizione all'attuale governo, a far propria la nostra proposta unica contro la crisi, il declino del paese, le verruche e forse anche l'impotenza: invitare piu' o meno gentilmente l'attuale esecutivo e gli emicicli parlamentari tutti a tornarsene a casa.
D'ora in poi non sara' piu' ammesso giudicare, soppesare, valutare, criticare le iniziative prese in sede di governo e/o parlamento, d'ora in poi non ci interessa piu' alcuna loro decisione, perche' viziata da un errore di fondo (exfalsoquodlibet, appunto): loro non dovrebbero piu' essere li'.
Importanti art-guru-designer stanno lavorando al logo dell'iniziativa, cosi' che tutti coloro che vorranno aderirvi possano facilmente identificarsi in qualche pixel, magari colorato.
Intanto siete invitati a diffondere l'iniziativa, convincendo parenti&amici che questa e' l'unica soluzione possibile perche' siano ancora possibili soluzioni.
via exfalsoquodlibet
D'ora in poi non sara' piu' ammesso giudicare, soppesare, valutare, criticare le iniziative prese in sede di governo e/o parlamento, d'ora in poi non ci interessa piu' alcuna loro decisione, perche' viziata da un errore di fondo (exfalsoquodlibet, appunto): loro non dovrebbero piu' essere li'.
Importanti art-guru-designer stanno lavorando al logo dell'iniziativa, cosi' che tutti coloro che vorranno aderirvi possano facilmente identificarsi in qualche pixel, magari colorato.
Intanto siete invitati a diffondere l'iniziativa, convincendo parenti&amici che questa e' l'unica soluzione possibile perche' siano ancora possibili soluzioni.
via exfalsoquodlibet
lunedì 1 dicembre 2008
domenica 30 novembre 2008
Errore non vuol dire colpa
Il sistema educativo non si è accontentato di murare i desideri d'infanzia nella corazza caratteriale dove i muscoli tetanizzati, il cuore indurito e lo spirito impregnato dall'angoscia non favoriscono davvero l'esuberanza e la realizzazione. Non si è limitato a collocare lo scolaro in edifici senza gioia, destinati a ricordargli, nel caso se ne dimenticasse, che non è lì per divertirsi. Ha anche sospeso sulla sua testa la spada di Damocle, al contempo ridicola e minacciosa, di un verdetto.
Ogni giorno l'allievo penetra, che lo voglia o no, in un pretorio dove compare davanti ai suoi giudici sotto l'accusa di presunta ignoranza. Sta a lui dimostrare la sua innocenza rigurgitando a richiesta teoremi, regole, date, definizioni che contribuiranno al suo rilascio alla fine dell'anno scolastico.
[...]
Nessuno intende qui negare l'utilità di controllare l'assimilazione delle conoscenze, il grado di comprensione, l'abilità sperimentale. Ma è necessario per questo travestire in giudice e in colpevole un maestro e un allievo che chiedono soltanto di istruire ed essere istruito? Di quale spirito dispotico e desueto si investono i pedagoghi per erigersi a tribunale e tranciare nel vivo col rasoio del merito e del demerito, dell'onore e del disonore, della salvezza e della dannazione?
[...]
Le religioni hanno bisogno della miseria per perpetuarsi, esse la mantengono per dare maggior risalto ai loro atti di carità. Ebbene, il sistema educativo agisce forse diversamente quando presuppone nell'allievo una debolezza costitutiva, sempre esposta al peccato di pigrizia e di ignoranza, da cui può assolverlo solo la missione per così dire sacra del professore? È ora di finirla con queste frottole del passato!
Ognuno possiede la sua propria creatività. E non tollera più che venga soffocata trattando come un crimine passibile di punizione il rischio di sbagliarsi. Non ci sono colpe, ci sono solo errori, e gli errori si correggono.
Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1996
Ogni giorno l'allievo penetra, che lo voglia o no, in un pretorio dove compare davanti ai suoi giudici sotto l'accusa di presunta ignoranza. Sta a lui dimostrare la sua innocenza rigurgitando a richiesta teoremi, regole, date, definizioni che contribuiranno al suo rilascio alla fine dell'anno scolastico.
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Nessuno intende qui negare l'utilità di controllare l'assimilazione delle conoscenze, il grado di comprensione, l'abilità sperimentale. Ma è necessario per questo travestire in giudice e in colpevole un maestro e un allievo che chiedono soltanto di istruire ed essere istruito? Di quale spirito dispotico e desueto si investono i pedagoghi per erigersi a tribunale e tranciare nel vivo col rasoio del merito e del demerito, dell'onore e del disonore, della salvezza e della dannazione?
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Le religioni hanno bisogno della miseria per perpetuarsi, esse la mantengono per dare maggior risalto ai loro atti di carità. Ebbene, il sistema educativo agisce forse diversamente quando presuppone nell'allievo una debolezza costitutiva, sempre esposta al peccato di pigrizia e di ignoranza, da cui può assolverlo solo la missione per così dire sacra del professore? È ora di finirla con queste frottole del passato!
Ognuno possiede la sua propria creatività. E non tollera più che venga soffocata trattando come un crimine passibile di punizione il rischio di sbagliarsi. Non ci sono colpe, ci sono solo errori, e gli errori si correggono.
Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1996
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venerdì 28 novembre 2008
mercoledì 26 novembre 2008
Petizione a sostegno dei e delle 9 di Tarnac
In merito al recente post La fattoria dei terroristi, pubblichiamo volentieri la petizione gentilmente girataci dall'amica urgence:
PETIZIONE A SOSTEGNO DEI E DELLE 9 DI TARNAC
Una recente operazione, largamente mediatizzata, ha permesso di arrestare e incolpare nove persone attraverso la messa in opera della legislazione antiterrorista.
Questa operazione ha già cambiato natura: una volta stabilita l'inconsistenza dell'accusa di sabotaggio dei cavi elettrici, l'affare ha preso un tono chiaramente politico.
Per il procuratore della Repubblica, "il fine della loro impresa è di raggiungere le istituzioni dello Stato e di arrivarci con la violenza - Io ripeto con la violenza e non con la contestazione, che è permessa- per disturbare l'ordine politico, economico e sociale"
L'obbiettivo di questa operazione è molto più grande del gruppo di persone accusate, contro le quali non esiste nessuna prova materiale ma neanche nulla di preciso che possa essere a loro imputato.
L'accusa di "associazione a delinquere in vista di una impresa terroristica" è più che vaga: che significa una associazione e come dobbiamo intendere questo "in vista di" se non come una criminalizzazione dell'intenzione?
Quanto al qualificativo di terrorista, la definizione in vigore è così ampia che può essere applicata praticamente a qualunque cosa e possedere questo o un altro testo, andare a questa o un'altra manifestazione è sufficiente per cadere sotto questa legislazione d'eccezione.
Le persone incolpate non sono state scelte a caso, bensì perchè conducono un'esistenza politica. Hanno partecipato a delle manifestazioni - ultimamente a quella di Vichy, dove si è tenuto un poco onorevole summit europeo sull'immigrazione.
Loro riflettono, leggono dei libri, vivono assieme in un lontano villaggio.
Si è parlato di clandestinità: hanno aperto un negozio di generi alimentari, tutti li conoscono nella regione, dove un comitato di appoggio si è organizzato fin dal loro arresto.
Quello che cercano non è l'anonimato nè il rifugio, ma il contrario: un'altra relazione rispetto a quella, anonima, della metropoli.
Infine, l'assenza di prova diventa essa stessa una prova: il rifiuto degli accusati di denunciarsi l'un l'altro durante il fermo di polizia è stato presentato come un nuovo indizio del loro sfondo terrorista.
In realtà, questo affare è un test per tutti noi .
Fino a che punto accetteremo che l'antiterrorismo possa accusare chiunque quando meglio gli pare?
Dove si situa il limite della libertà d'espressione?
Le leggi d'eccezione adottate con il pretesto del terrorismo e della sicurezza sono compatibili a lungo termine con la democrazia?
Siamo pronti a vedere la polizia e la giustizia che negoziano la svolta verso un nuovo ordine?
La risposta a queste domande sta a noi darla, iniziando a chiedere la fine delle persecuzioni e la liberazione immediata di quelle e quelli che sono stati accusati per dare l'esempio.
Questa petizione è stata lanciata da Eric Hazan e dalle edizioni La Fabrique in merito alla questione dei 9 arrestati la scorsa settimana (i cosiddetti "terroristi" del Comité Invisible).
E' possibile firmarla con il vostro nome e la vostra qualifica (professione o assenza di professione, statuto o assenza di statuto) e reinviarla all'inidirizzo seguente:
lafabrique@lafabrique.fr
Oppure firmarla direttamente sul sito, cliccando qui.
Aiutateci a farla girare il più possibile.
http://www.soutien11novembre.org/
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Bologna città chiusa
Bologna, 26 novembre 2008
Questa mattina intorno alle 6,30 le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nello stabile di Via Zanardi 106, sede del laborio occupato Crash, occupato il 6 ottobre 2007, e su cui pendeva una richiesta di sequestro preventivo avanzata dalla procura bolognese, mettendo immediatamente i sigilli del sequestro. In questo momento sono in corso le operazioni di muratura.
L'ennesimo atto di "persecuzione politica" nei confronti del Crash da parte dell'amministrazione Cofferati. Ma se Cofferati e la sua copagnia di sceriffi a breve ci lasceranno, Crash rimane, come tutta quella parte della città attiva nelle lotte di riappropiazione dal basso. La priorità ora per i compagni e le compagne del Crash è trovare una nuova casa ai tanti progetti e laboratori, quellli attraverso i quali creare nuove forme di cultura, una nuova città.
Ascolta gli audio della conferenza stampa:
#1
#2
Questa mattina intorno alle 6,30 le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nello stabile di Via Zanardi 106, sede del laborio occupato Crash, occupato il 6 ottobre 2007, e su cui pendeva una richiesta di sequestro preventivo avanzata dalla procura bolognese, mettendo immediatamente i sigilli del sequestro. In questo momento sono in corso le operazioni di muratura.
L'ennesimo atto di "persecuzione politica" nei confronti del Crash da parte dell'amministrazione Cofferati. Ma se Cofferati e la sua copagnia di sceriffi a breve ci lasceranno, Crash rimane, come tutta quella parte della città attiva nelle lotte di riappropiazione dal basso. La priorità ora per i compagni e le compagne del Crash è trovare una nuova casa ai tanti progetti e laboratori, quellli attraverso i quali creare nuove forme di cultura, una nuova città.
Ascolta gli audio della conferenza stampa:
#1
#2
martedì 25 novembre 2008
ScaricaBile
Marchetto con piacere l'unico pdf satirico più noioso di Fabio Fazio e più unto di Giuliano Ferrara:Cliccate qua per lo ScaricaBile!
Andate e scaricate in pace!
La fattoria dei terroristi
Una enorme montatura poliziesca campeggia da alcuni giorni sulla stampa francese
Paolo Persichetti, Liberazione, 22 Novembre 2008
Una enorme montatura poliziesca campeggia da alcuni giorni sulla stampa francese. 9 giovani tra i 25 e i 33 anni sono stati messi sotto inchiesta e incarcerati dal giudice della sezione antiterrorista di Parigi con l’accusa di partecipazione ad una “associazione con finalità di terrorismo”, mentre 5 di loro si sono visti contestare alcuni atti di degradazione delle linee elettriche dell’alta velocità. Capi d’imputazione molto pesanti che possono arrivare a 20 anni di reclusione. La Società nazionale delle ferrovie aveva denunciato nei giorni precedenti diversi atti di sabotaggio. Nella notte tra il 7 e l’8 novembre alcuni ganci forgiati con tondini di ferro erano stati apposti sulle catenarie, i fili elettrici che alimentano la rete ferroviaria, provocando un vero e proprio stravolgimento del traffico con ritardi per 160 treni sulle linee del Tgv. Episodi che hanno suscitato enorme allarme al punto che il governo ha sospettato, visto il clima di tensione che si trascinava da giorni tra sindacati e direzione delle Ferrovie, un coinvolgimento dei lavoratori. Un clima di pesante sospetto si era diffuso verso le sigle sindacali più radicali, come Sud-rail e la stessa Cgt, al punto che le autorità hanno dovuto smentire la presenza di dipendenti tra gli arrestati.All’alba dell’11 novembre 150 agenti appartenenti ai diversi servizi antiterrorismo della polizia hanno fatto irruzione in un casale di campagna, una vecchia fattoria in località le Goutailloux, nel piccolo villaggio di Tarnac (350 anime), situato nel centro della Francia, più precisamente in Corrèze nella regione del Limousin. E in effetti, la vecchia fattoria in pietra da taglio messa sotto sorveglianza fin dalla primavera scorsa si trova proprio nel plateau des millevaches . Qui sono state arrestate 5 persone. Nelle stesse ore altre 15 sono state fermate nel resto della Francia, a Rouen, nella Meuse e a Parigi. In gran parte studenti universitari. Alla fine solo 9 di loro sono stati incriminati. Tra questi Julien Coupat, multilaureato, conosciuto a Parigi per la sua attività politico-intellettuale, «di formazione postsituazionista, ottimo conoscitore di Guy Debord», spiega Luc Boltanski, direttore di studi all’Ehss che l’ha avuto tra i suoi allievi. Componente alla fine degli anni '90 del collettivo che diede vita alla rivista Tiqqun , vicina al lavoro del filosofo Giorgio Agamben. Tra gli autori di un testo pubblicato anche in Italia da Bollati-Boringhieri, La teoria della jeunne-fille . Indicato come la figura trainante di quella che gli inquirenti hanno definito «cellula invisibile». La retata è stata subito presentata come un affare di Stato. Il ministro degli Interni, Michèle Alliot-Marie, in compagnia del presidente delle ferrovie, Guillaume Pepy, l’ha addirittura annunciata ai mezzi d’informazione. «Queste persone hanno voluto colpire le ferrovie perché sono un simbolo dello Stato e sapevano che i loro atti avrebbero suscitato un forte eco mediatico», ha spiegato alla stampa aggiungendo che i fermati appartengono ad una fantomatica area dell’ultra-sinistra «anarco-autonoma». Sullo stesso tono si è pronunciato il presidente della repubblica Nicolas Sarkozy, felicitandosi per i risultati «rapidi e promettenti» ottenuti dagli investigatori, salutando «l’efficacia e la mobilitazione» della polizia e della gendarmeria e in modo tutto particolare la nuova «Direzione centrale dell’informazione interna e della Sotto-Direzione antiterrorista», nati proprio dalla riforma dei Servizi di sicurezza da lui voluta. In effetti, questi arresti ultramediatici sembrano proprio un’operazione di marketing costruita appositamente per dimostrare l’efficienza e il successo di queste nuove strutture. L’inchiesta, infatti, nasce da lontano e solo all’ultimo momento sembra essersi interessata agli atti di sabotaggio realizzati sulle reti elettriche delle ferrovie. L’indagine parte da New York dove nella primavera scorsa l’Fbi ha segnalato ai Servizi francesi la presenza di alcuni dei giovani arrestati nella fattoria di Tarnac. Individuati nel corso di una manifestazione pacifista organizzata nel gennaio 2008 davanti ad un centro di reclutamento dell’esercito americano. Attività contro la guerra che non si capisce come possa essere accostata a comportamenti di natura terroristica, tali da richiedere uno scambio d’informazioni a livello internazionale. Dopo questa segnalazione, una inchiesta preliminare è stata aperta dalla procura nazionale antiterrorismo di Parigi. Da 11 mesi i movimenti attorno alla fattoria erano seguiti senza dare però alcun risultato. Una lavoro davvero frustrante per gli 007 dell’antiterrorismo che hanno dispiegato mezzi di controllo sofisticati. Il gruppo di giovani, che da alcuni anni si era ritirato nel paesino, coltivava l’orto, allevava capre, anatre, galline, insomma aveva deciso di mettere in pratica una forma d’esistenza che voleva darsi «i mezzi materiali e affettivi per fuggire la frenesia metropolitana e sperimentare forme di condivisione», ha spiegato a le Monde Mathieu B., 27 anni, uno dei fermati poi rilasciato. Alcuni di loro avevano rilevato il piccolo negozio d’alimentari del paese e organizzato un servizio di rifornimento degli anziani sparpagliati nelle diverse contrade e masserie della zona. Insomma un vero servizio sociale molto apprezzato dagli abitanti del posto e dal sindaco che aveva concesso al gruppo anche dei locali di proprietà del comune. Il loro arrivo aveva portato idee, entusiasmo ed aria nuova in quel piccolo angolo di Francia rurale, vivacizzandone anche la vita culturale. L’intera Tarnac si è infatti subito mobilitata in difesa dei ragazzi creando un comitato di sostegno che ha spiazzato le autorità. L’immagine dei cattivi, dei feroci terroristi che attentavano… all’orario dei treni si è presto sgretolata. Col passare dei giorni non sono emerse le prove schiaccianti promesse e il Dna tanto sbandierato. Nella fattoria, oltre ai polli e alle galline, sono stati trovati dei depliant della Sncf con gli orari dei treni… quelli che normalmente vengono offerti agli sportelli, delle scale del tipo presente in ogni domicilio familiare, materiale da arrampicata che molti dei ragazzi praticavano come hobby.
La piccola comunità discuteva, faceva politica, aveva contatti nel resto della Francia, in Europa e Oltreoceano, incontrava gente che la pensava allo stesso modo, partecipava a manifestazioni per i sans papiers e contro la banca dati Edwige ( vedi Queer del 5 ottobre 2008 ) e poi scriveva. Agli arrestati, e in particolare a Julien Coupat, viene attribuita la stesura di un pamphlet, L’insurrection qui vient , edizioni La Fabrique, che ha già venduto 10 mila copie (il testo è interamente scaricabile da internet, basta cliccare www.lafabrique.fr ) che polizia e magistratura considerano una sorta di manuale della sovversione.
E in effetti è proprio questo l’aspetto, oltre alla assoluta carenza di prove sui fatti contestati, che ha suscitato vive proteste nell’opinione pubblica, che ha differenza di quella italiana non è assuefatta ai metodi dell’emergenza antiterrorismo. «A partire da questo libro, ritrovato in alcune perquisizioni nella primavera scorsa - spiega l’editore Eric Hazan - sembra che ci sia stata una sorta di costruzione poliziesca del nemico interno». Giorgio Agamben su Libération ha denunciato la deriva legislativa che ormai assimila al reato di terrorismo ogni forma di opposizione sociale che si ponga in antitesi con i governi e le istituzioni e consente di attribuire la finalità di terrorismo ad attività come picchettaggi, occupazioni, boicottaggi o sabotaggi di merci e infrastrutture, ma appartengono alla lunga storia delle lotte sociali del movimento operaio. In Italia chi avrebbe avuto il coraggio di dire una cosa del genere. Per Maria Sole e Baleno ci fu solo silenzio.
Per scrivergli ed avere gli altri indirizzi:
Julien COUPAT : N° d’écrou 290173 42 rue de la santé 75014 PARIS
Una enorme montatura poliziesca campeggia da alcuni giorni sulla stampa francese. 9 giovani tra i 25 e i 33 anni sono stati messi sotto inchiesta e incarcerati dal giudice della sezione antiterrorista di Parigi con l’accusa di partecipazione ad una “associazione con finalità di terrorismo”, mentre 5 di loro si sono visti contestare alcuni atti di degradazione delle linee elettriche dell’alta velocità. Capi d’imputazione molto pesanti che possono arrivare a 20 anni di reclusione. La Società nazionale delle ferrovie aveva denunciato nei giorni precedenti diversi atti di sabotaggio. Nella notte tra il 7 e l’8 novembre alcuni ganci forgiati con tondini di ferro erano stati apposti sulle catenarie, i fili elettrici che alimentano la rete ferroviaria, provocando un vero e proprio stravolgimento del traffico con ritardi per 160 treni sulle linee del Tgv. Episodi che hanno suscitato enorme allarme al punto che il governo ha sospettato, visto il clima di tensione che si trascinava da giorni tra sindacati e direzione delle Ferrovie, un coinvolgimento dei lavoratori. Un clima di pesante sospetto si era diffuso verso le sigle sindacali più radicali, come Sud-rail e la stessa Cgt, al punto che le autorità hanno dovuto smentire la presenza di dipendenti tra gli arrestati.All’alba dell’11 novembre 150 agenti appartenenti ai diversi servizi antiterrorismo della polizia hanno fatto irruzione in un casale di campagna, una vecchia fattoria in località le Goutailloux, nel piccolo villaggio di Tarnac (350 anime), situato nel centro della Francia, più precisamente in Corrèze nella regione del Limousin. E in effetti, la vecchia fattoria in pietra da taglio messa sotto sorveglianza fin dalla primavera scorsa si trova proprio nel plateau des millevaches . Qui sono state arrestate 5 persone. Nelle stesse ore altre 15 sono state fermate nel resto della Francia, a Rouen, nella Meuse e a Parigi. In gran parte studenti universitari. Alla fine solo 9 di loro sono stati incriminati. Tra questi Julien Coupat, multilaureato, conosciuto a Parigi per la sua attività politico-intellettuale, «di formazione postsituazionista, ottimo conoscitore di Guy Debord», spiega Luc Boltanski, direttore di studi all’Ehss che l’ha avuto tra i suoi allievi. Componente alla fine degli anni '90 del collettivo che diede vita alla rivista Tiqqun , vicina al lavoro del filosofo Giorgio Agamben. Tra gli autori di un testo pubblicato anche in Italia da Bollati-Boringhieri, La teoria della jeunne-fille . Indicato come la figura trainante di quella che gli inquirenti hanno definito «cellula invisibile». La retata è stata subito presentata come un affare di Stato. Il ministro degli Interni, Michèle Alliot-Marie, in compagnia del presidente delle ferrovie, Guillaume Pepy, l’ha addirittura annunciata ai mezzi d’informazione. «Queste persone hanno voluto colpire le ferrovie perché sono un simbolo dello Stato e sapevano che i loro atti avrebbero suscitato un forte eco mediatico», ha spiegato alla stampa aggiungendo che i fermati appartengono ad una fantomatica area dell’ultra-sinistra «anarco-autonoma». Sullo stesso tono si è pronunciato il presidente della repubblica Nicolas Sarkozy, felicitandosi per i risultati «rapidi e promettenti» ottenuti dagli investigatori, salutando «l’efficacia e la mobilitazione» della polizia e della gendarmeria e in modo tutto particolare la nuova «Direzione centrale dell’informazione interna e della Sotto-Direzione antiterrorista», nati proprio dalla riforma dei Servizi di sicurezza da lui voluta. In effetti, questi arresti ultramediatici sembrano proprio un’operazione di marketing costruita appositamente per dimostrare l’efficienza e il successo di queste nuove strutture. L’inchiesta, infatti, nasce da lontano e solo all’ultimo momento sembra essersi interessata agli atti di sabotaggio realizzati sulle reti elettriche delle ferrovie. L’indagine parte da New York dove nella primavera scorsa l’Fbi ha segnalato ai Servizi francesi la presenza di alcuni dei giovani arrestati nella fattoria di Tarnac. Individuati nel corso di una manifestazione pacifista organizzata nel gennaio 2008 davanti ad un centro di reclutamento dell’esercito americano. Attività contro la guerra che non si capisce come possa essere accostata a comportamenti di natura terroristica, tali da richiedere uno scambio d’informazioni a livello internazionale. Dopo questa segnalazione, una inchiesta preliminare è stata aperta dalla procura nazionale antiterrorismo di Parigi. Da 11 mesi i movimenti attorno alla fattoria erano seguiti senza dare però alcun risultato. Una lavoro davvero frustrante per gli 007 dell’antiterrorismo che hanno dispiegato mezzi di controllo sofisticati. Il gruppo di giovani, che da alcuni anni si era ritirato nel paesino, coltivava l’orto, allevava capre, anatre, galline, insomma aveva deciso di mettere in pratica una forma d’esistenza che voleva darsi «i mezzi materiali e affettivi per fuggire la frenesia metropolitana e sperimentare forme di condivisione», ha spiegato a le Monde Mathieu B., 27 anni, uno dei fermati poi rilasciato. Alcuni di loro avevano rilevato il piccolo negozio d’alimentari del paese e organizzato un servizio di rifornimento degli anziani sparpagliati nelle diverse contrade e masserie della zona. Insomma un vero servizio sociale molto apprezzato dagli abitanti del posto e dal sindaco che aveva concesso al gruppo anche dei locali di proprietà del comune. Il loro arrivo aveva portato idee, entusiasmo ed aria nuova in quel piccolo angolo di Francia rurale, vivacizzandone anche la vita culturale. L’intera Tarnac si è infatti subito mobilitata in difesa dei ragazzi creando un comitato di sostegno che ha spiazzato le autorità. L’immagine dei cattivi, dei feroci terroristi che attentavano… all’orario dei treni si è presto sgretolata. Col passare dei giorni non sono emerse le prove schiaccianti promesse e il Dna tanto sbandierato. Nella fattoria, oltre ai polli e alle galline, sono stati trovati dei depliant della Sncf con gli orari dei treni… quelli che normalmente vengono offerti agli sportelli, delle scale del tipo presente in ogni domicilio familiare, materiale da arrampicata che molti dei ragazzi praticavano come hobby.
La piccola comunità discuteva, faceva politica, aveva contatti nel resto della Francia, in Europa e Oltreoceano, incontrava gente che la pensava allo stesso modo, partecipava a manifestazioni per i sans papiers e contro la banca dati Edwige ( vedi Queer del 5 ottobre 2008 ) e poi scriveva. Agli arrestati, e in particolare a Julien Coupat, viene attribuita la stesura di un pamphlet, L’insurrection qui vient , edizioni La Fabrique, che ha già venduto 10 mila copie (il testo è interamente scaricabile da internet, basta cliccare www.lafabrique.fr ) che polizia e magistratura considerano una sorta di manuale della sovversione.
E in effetti è proprio questo l’aspetto, oltre alla assoluta carenza di prove sui fatti contestati, che ha suscitato vive proteste nell’opinione pubblica, che ha differenza di quella italiana non è assuefatta ai metodi dell’emergenza antiterrorismo. «A partire da questo libro, ritrovato in alcune perquisizioni nella primavera scorsa - spiega l’editore Eric Hazan - sembra che ci sia stata una sorta di costruzione poliziesca del nemico interno». Giorgio Agamben su Libération ha denunciato la deriva legislativa che ormai assimila al reato di terrorismo ogni forma di opposizione sociale che si ponga in antitesi con i governi e le istituzioni e consente di attribuire la finalità di terrorismo ad attività come picchettaggi, occupazioni, boicottaggi o sabotaggi di merci e infrastrutture, ma appartengono alla lunga storia delle lotte sociali del movimento operaio. In Italia chi avrebbe avuto il coraggio di dire una cosa del genere. Per Maria Sole e Baleno ci fu solo silenzio.
Per scrivergli ed avere gli altri indirizzi:
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lunedì 24 novembre 2008
Buone famiglie un cazzo!!!
RIMINI
Avrebbero ammesso le loro responsabilità, dichiarando di aver compiuto il gesto per divertimento, i quattro giovani fermati dalla squadra Mobile di Rimini per il tentato omicidio del clochard A. Severi. Secondo le indagini i quattro avrebbero anche scherzato tra di loro, al telefono, mentre leggevano i giornali che riportavano la notizia del gesto: "Chissà che caldo che aveva...".
Pare che lo avessero già da tempo preso di mira lanciandogli addosso oggetti e petardi, poi quel maledetto 10 novembre hanno deciso di esagerare, di dargli fuoco e bruciarlo vivo.
L'accusa nei loro confronti e' di tentato omicidio. I quattro, poco più che diciottenni, sono incensurati e di buona famiglia.
Buona famiglia un cazzo! Se non parli con tuo figlio, non sai che cosa pensa, quali sono i suoi interessi, i suoi divertimenti, che diamine di buona famiglia sarebbe? I primi colpevoli sono loro, i genitori. Chissà quante notizie di cronaca dovremo ancora sentire, accompagnate da questo stupido ritornello...
Avrebbero ammesso le loro responsabilità, dichiarando di aver compiuto il gesto per divertimento, i quattro giovani fermati dalla squadra Mobile di Rimini per il tentato omicidio del clochard A. Severi. Secondo le indagini i quattro avrebbero anche scherzato tra di loro, al telefono, mentre leggevano i giornali che riportavano la notizia del gesto: "Chissà che caldo che aveva...".
Pare che lo avessero già da tempo preso di mira lanciandogli addosso oggetti e petardi, poi quel maledetto 10 novembre hanno deciso di esagerare, di dargli fuoco e bruciarlo vivo.
L'accusa nei loro confronti e' di tentato omicidio. I quattro, poco più che diciottenni, sono incensurati e di buona famiglia.
Buona famiglia un cazzo! Se non parli con tuo figlio, non sai che cosa pensa, quali sono i suoi interessi, i suoi divertimenti, che diamine di buona famiglia sarebbe? I primi colpevoli sono loro, i genitori. Chissà quante notizie di cronaca dovremo ancora sentire, accompagnate da questo stupido ritornello...
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Ditemi voi se devo dare ragione a Storace...
* "Una fatalità"
Il nano bastardo.
* "Dire che è una drammatica fatalità la tragedia di Rivoli è una bestemmia. Anzichè tagliare fondi alla scuola o regalare quattrini a Gheddafi, il governo pensi a renderla sicura. Quante altre fatalità dobbiamo attendere?"
Storace.
giovedì 20 novembre 2008
Tortura Sanitaria Obbligatoria
Dopo gli scandali emersi negli anni settanta sulla dura prigionia dei pazienti e le condizioni ripugnanti dei manicomi, nel 1978 viene approvata una legge, la 180/78 per riformare il nostro sistema psichiatrico. Purtroppo, questa misura non ha comportato dei miglioramenti in questo campo. Una volta chiusi gli ospedali psichiatrici o manicomi, sono sorte strutture di ogni genere, pubbliche e private, all’interno delle quali continua ad essere utilizzata l’etichetta di “malato mentale” e vengono applicati i metodi coercitivi e violenti della psichiatria.
Con la legge 180 e la successiva 833 si sono stabiliti dei casi in cui il ricovero può essere effettuato indipendentemente dalla volontà dell'individuo: è il caso del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) e dell'ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio). Ricevute le certificazioni mediche, il sindaco ha 48 ore per disporre, tramite un'ordinanza, il trattamento sanitario obbligatorio facendo accompagnare la persona dai vigili urbani presso un reparto psichiatrico di diagnosi e cura. Il TSO ha una durata massima di sette giorni, ma può essere rinnovato e quindi prolungato in caso ne permanga la necessità.
Il TSO è un provvedimento di limitazione della liberta' personale, necessita infatti della convalida dell'autorità giudiziaria e ha la forma giuridica dell'ordinanza sindacale che, acquista efficacia in ragione della notifica ai soggetti interessati.
Il Trattamento Sanitario Obbligatorio può essere richiesto per pazienti che:
- non hanno coscienza del proprio stato di malattia
- si oppongono alle cure necessarie
- necessitano di interventi terapeutici urgenti
- non possono fruire di cure extra-ospedaliere
Se le condizioni di un paziente risultano pericolose per se stesso o per gli altri (manifestazioni violente, tentato suicidio, ecc.) è possibile contattare direttamente la Polizia per il trasporto del paziente presso un Pronto Soccorso, farlo visitare e poi richiedere un'eventuale Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Subito ci troviamo di fronte ad un problema: chi determina lo “stato di necessità”, la pericolosità del soggetto e l'urgenza dell'intervento terapeutico? Le forze dell'ordine?!
E in che modo si dimostra che il ricovero ospedaliero è l'unica soluzione possibile?
Nella maggior parte dei casi i ricoveri coatti sono eseguiti senza rispettare le norme che li regolano e seguono il loro corso semplicemente per il fatto che quasi nessuno è a conoscenza delle normative e dei diritti del ricoverato.
Spesso il paziente non viene informato di poter lasciare il reparto dopo lo scadere dei sette giorni ed è trattenuto inconsapevolmente in regime di TSV (Trattamento Sanitario Volontario). Persone che si recano in reparto in regime di TSV sono poi trattenute in TSO al momento in cui richiedono di andarsene. Diffusa è la pratica di far passare, tramite pressioni e ricatti, quelli che sarebbero ricoveri obbligati per ricoveri volontari: si spinge cioè l’individuo a ricoverarsi volontariamente minacciandolo di intervenire altrimenti con un TSO. L'obbligo di cura oggi non si limita più alla reclusione in una struttura, ma si trasforma nell'impossibilità effettiva di modificare o sospendere il trattamento psichiatrico per la costante minaccia di ricorrere al ricovero coatto, cui ci si avvale alla stregua di strumento di oppressione e punizione.
Il grado di spersonalizzazione ed alienazione che si raggiunge durante una settimana di TSO ha pochi eguali. Il ricovero coatto rimane un atto di violenza e rappresenta un grande trauma per chi lo subisce. Insieme al bombardamento farmacologico che mira ad annullare la coscienza di sé, della persona e a renderla docile ai ritmi e alle regole ospedaliere, per i pazienti considerati “agitati” si ricorre ancora all'isolamento e alla contenzione fisica.
In Italia sono molti, troppi, i casi di decessi che avvengono a causa di queste torture sanitarie, ne ricordo solo alcuni:
* Giuseppe Casu, un venditore ambulante ricoverato in TSO a Cagliari, morto nel giugno 2006 dopo sette giorni di contenzione fisica e farmacologia.
* Edhmun Hiden, nigeriano di 34 anni morto in TSO nel Maggio 2007 a Bologna.
* Roberto Melino, un ragazzo di 24 anni, entrato in reparto in TSV a Empoli, nel giugno 2007, tramutato in TSO alla richiesta di andare a casa. Muore in reparto psichiatrico.
* Un mese fa un'altra condanna a morte, quella di Renata Laghi, 53 anni, di Forlì. Vi consiglio di leggere questo articolo dove la famglia della donna spiega la tragica vicenda.
“Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di Legge. La legge non può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”
(Art. 32 della Costituzione Italiana)
"Il medico deve fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate; il medico nell’informarlo dovrà promuovere la massima adesione alle proposte diagnostico-terapeutiche”
(Art. 30 del Codice di Deontologia Professionale della Federazione degli Ordini dei Medici, 1998)
"Il medico non deve intraprendere attività diagnostica e/o terapeutica senza l’acquisizione del consenso informato del paziente”
“Il medico deve attenersi, nel rispetto della dignità, della libertà e dell’indipendenza professionale, alla volontà di curarsi, liberamente espressa dalla persona”
(Artt. 32 e 34 del Codice di Deontologia Professionale della Federazione degli Ordini dei Medici, 1998).
Sembra proprio che i dettami sopra citati vengano continuamente ignorati!
Con la legge 180 e la successiva 833 si sono stabiliti dei casi in cui il ricovero può essere effettuato indipendentemente dalla volontà dell'individuo: è il caso del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) e dell'ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio). Ricevute le certificazioni mediche, il sindaco ha 48 ore per disporre, tramite un'ordinanza, il trattamento sanitario obbligatorio facendo accompagnare la persona dai vigili urbani presso un reparto psichiatrico di diagnosi e cura. Il TSO ha una durata massima di sette giorni, ma può essere rinnovato e quindi prolungato in caso ne permanga la necessità.
Il TSO è un provvedimento di limitazione della liberta' personale, necessita infatti della convalida dell'autorità giudiziaria e ha la forma giuridica dell'ordinanza sindacale che, acquista efficacia in ragione della notifica ai soggetti interessati.
Il Trattamento Sanitario Obbligatorio può essere richiesto per pazienti che:
- non hanno coscienza del proprio stato di malattia
- si oppongono alle cure necessarie
- necessitano di interventi terapeutici urgenti
- non possono fruire di cure extra-ospedaliere
Se le condizioni di un paziente risultano pericolose per se stesso o per gli altri (manifestazioni violente, tentato suicidio, ecc.) è possibile contattare direttamente la Polizia per il trasporto del paziente presso un Pronto Soccorso, farlo visitare e poi richiedere un'eventuale Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Subito ci troviamo di fronte ad un problema: chi determina lo “stato di necessità”, la pericolosità del soggetto e l'urgenza dell'intervento terapeutico? Le forze dell'ordine?!
E in che modo si dimostra che il ricovero ospedaliero è l'unica soluzione possibile?
Nella maggior parte dei casi i ricoveri coatti sono eseguiti senza rispettare le norme che li regolano e seguono il loro corso semplicemente per il fatto che quasi nessuno è a conoscenza delle normative e dei diritti del ricoverato.
Spesso il paziente non viene informato di poter lasciare il reparto dopo lo scadere dei sette giorni ed è trattenuto inconsapevolmente in regime di TSV (Trattamento Sanitario Volontario). Persone che si recano in reparto in regime di TSV sono poi trattenute in TSO al momento in cui richiedono di andarsene. Diffusa è la pratica di far passare, tramite pressioni e ricatti, quelli che sarebbero ricoveri obbligati per ricoveri volontari: si spinge cioè l’individuo a ricoverarsi volontariamente minacciandolo di intervenire altrimenti con un TSO. L'obbligo di cura oggi non si limita più alla reclusione in una struttura, ma si trasforma nell'impossibilità effettiva di modificare o sospendere il trattamento psichiatrico per la costante minaccia di ricorrere al ricovero coatto, cui ci si avvale alla stregua di strumento di oppressione e punizione.
Il grado di spersonalizzazione ed alienazione che si raggiunge durante una settimana di TSO ha pochi eguali. Il ricovero coatto rimane un atto di violenza e rappresenta un grande trauma per chi lo subisce. Insieme al bombardamento farmacologico che mira ad annullare la coscienza di sé, della persona e a renderla docile ai ritmi e alle regole ospedaliere, per i pazienti considerati “agitati” si ricorre ancora all'isolamento e alla contenzione fisica.
In Italia sono molti, troppi, i casi di decessi che avvengono a causa di queste torture sanitarie, ne ricordo solo alcuni:
* Giuseppe Casu, un venditore ambulante ricoverato in TSO a Cagliari, morto nel giugno 2006 dopo sette giorni di contenzione fisica e farmacologia.
* Edhmun Hiden, nigeriano di 34 anni morto in TSO nel Maggio 2007 a Bologna.
* Roberto Melino, un ragazzo di 24 anni, entrato in reparto in TSV a Empoli, nel giugno 2007, tramutato in TSO alla richiesta di andare a casa. Muore in reparto psichiatrico.
* Un mese fa un'altra condanna a morte, quella di Renata Laghi, 53 anni, di Forlì. Vi consiglio di leggere questo articolo dove la famglia della donna spiega la tragica vicenda.
“Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di Legge. La legge non può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”
(Art. 32 della Costituzione Italiana)
"Il medico deve fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate; il medico nell’informarlo dovrà promuovere la massima adesione alle proposte diagnostico-terapeutiche”
(Art. 30 del Codice di Deontologia Professionale della Federazione degli Ordini dei Medici, 1998)
"Il medico non deve intraprendere attività diagnostica e/o terapeutica senza l’acquisizione del consenso informato del paziente”
“Il medico deve attenersi, nel rispetto della dignità, della libertà e dell’indipendenza professionale, alla volontà di curarsi, liberamente espressa dalla persona”
(Artt. 32 e 34 del Codice di Deontologia Professionale della Federazione degli Ordini dei Medici, 1998).
Sembra proprio che i dettami sopra citati vengano continuamente ignorati!
PETIZIONI
Petizione on line contro il TSO promossa da Gruppo everyone
Altra petizione promossa da Telefono viola-Bologna
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Per chi fosse interessato, consiglio di leggere "La schizofrenia non esiste, e se esistesse io vorrei averla" di Gianna Schiavetti.
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Killing Joke - Democracy
You have a choice, we are your voice
Red, blue or yellow.
We will blow away the green
Another five lane motorway
(You'll never get a referendum anyway)
Funny handshakes. insider dealing
Et in arcadia. arcadia ego
Backhanders and salamanders
A powerhouse that is morally
Mechula
I'm sorry democracy is changing
I'm sorry democracy is changing
I'm not a slogan or a badge
Or a cross in the ballot box
Neither values or objectives
You do not represent my deepest
Thoughts and wishes
Education in obsolete skills
Stereotyping and media projection
Industrial psychologists
Plan a campaign that is financed by
Big business
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mercoledì 19 novembre 2008
Forza Vik!
Aggiornamento su Vittorio ore 11.00
Confermo che Vik, Andrew e Darlene sono stati trasferiti questa mattina alla prigione Maasiyahu di Ramle. Pare che le condizioni di questo carcere siano buone (per quanto possibile) e che loro tre si trovino in un'area con altri attivisti internazionali e non con criminali israeliani.
Pare anche che abbiano deciso di opporsi pacificamente alla loro espulsione.
Un avvocato sta cercando di parlare con loro, ma per adesso non ci è ancora riuscito.
Si sta anche cercando di fargli avere alcuni dei loro effetti personali (vestiti, ecc...).
marele
Confermo che Vik, Andrew e Darlene sono stati trasferiti questa mattina alla prigione Maasiyahu di Ramle. Pare che le condizioni di questo carcere siano buone (per quanto possibile) e che loro tre si trovino in un'area con altri attivisti internazionali e non con criminali israeliani.
Pare anche che abbiano deciso di opporsi pacificamente alla loro espulsione.
Un avvocato sta cercando di parlare con loro, ma per adesso non ci è ancora riuscito.
Si sta anche cercando di fargli avere alcuni dei loro effetti personali (vestiti, ecc...).
marele
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martedì 18 novembre 2008
Gli israeliani hanno arrestato Vittorio. Passate parola!
Vittorio, Vik (Guerrilla) è stato arrestato dalla marina militare israeliana assieme ad altri due pacifisti. Audrey chiede a tutt* i blogger aiuto per diffondere questa notizia.
Ultime notizie dicono che Vik e Andrew (uno degli altri due internazionali arrestati) sono nel centro di detenzione dell'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv dove aspettano di essere espulsi. Probabilmente anche Darlene (la terza arrestata) si trova lì.
I pescatori (arrestati con loro) sono ancora trattenuti ed è possibile che Vik ed Andrew decidano di resistere pacificamente all'espulsione fino a quando i pescatori non vengano liberati.
E' anche molto probabile che decidano, in caso di espulsione, di tornare a Cipro.
Dal blog di Vittorio (dove potete trovare il suo diario di viaggio):
Ultime notizie dicono che Vik e Andrew (uno degli altri due internazionali arrestati) sono nel centro di detenzione dell'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv dove aspettano di essere espulsi. Probabilmente anche Darlene (la terza arrestata) si trova lì.
I pescatori (arrestati con loro) sono ancora trattenuti ed è possibile che Vik ed Andrew decidano di resistere pacificamente all'espulsione fino a quando i pescatori non vengano liberati.
E' anche molto probabile che decidano, in caso di espulsione, di tornare a Cipro.
Dal blog di Vittorio (dove potete trovare il suo diario di viaggio):
Pressochè ogni giorno accompagniamo i pescatori palestinesi a pescare al largo.
Ogni volta siamo assaliti da navi da guerra israeliana che ci bersagliano con tutto il loro arsenale,
ultimamente hanno iniziato a tirarci addosso persino armi chimico-biologiche.
Tutto per impedire a della povera ma degna gente di procurarsi di che che sfamare le loro famiglie.
Il silenzio del "mondo civile" è molto più assordante dei colpi di arma da fuoco che udite nel cortometraggio.
Tramonti di piombo
cartoline postali mortali
spedite da Israele ai pescatori di gaza.
Affrancate di sionismo,
bollano i guardiani dei diritti umani con francobolli di antisemitismo.
Il portalettere in queste acque è corazzato
e rivestito d'odio,
le caselle postali paiono più delle bare galeggianti.
Non ho mai scorto tramonti più cremisi
di questi al largo delle coste di Gaza.
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