martedì 4 novembre 2008

Essere padroni delle proprie idee


Avendo scoperto qualche giorno fa che:

"con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso agosto, i compiti di tutela del diritto d'autore, della proprietà intellettuale e per la vigilanza sulla SIAE spettanti, di concerto con il Ministero per i Beni e le attività culturali, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono stati demandati a un apposito ufficio, chiamato Ufficio per la tutela del diritto d'autore, della proprietà intellettuale e per la vigilanza sulla SIAE, dipendente dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria, di cui è responsabile il prof. Mauro Masi, già Commissario Straordinario della S.I.A.E.
L'Ufficio provvede ad approfondire le tematiche inerenti la tutela della proprietà intellettuale e fornisce il necessario supporto tecnico-giuridico. Provvede inoltre a fornire adeguati contributi tecnici utili al contrasto di attività illecite, nonchè a livello internazionale.
Esercita attività di vigilanza sulla SIAE, congiuntamente con il Ministero dell'economia e delle finanze, sulle materie di sua specifica competenza."

e avendo letto dell'interessantissima

"opera di sensibilizzazione proposta dal Ministero dello Sviluppo Economico: una campagna anticontraffazione che dal 2009 si diramerà dal web per raggiungere i media tradizionali, contando sul passaparola dei giovani che - assicurano gli esperti consultati dal Ministero - si scambieranno gli spot come fanno con i video della rete. Cinque milioni di euro verranno profusi nella campagna antipirateria, fra video virali, concorsi e iniziative nelle scuole, e il messaggio rivolto ai giovani, assicura Agrò, sarà meno forte di quello delle campagne precedenti: in luogo di slogan quali "La pirateria danneggia l'economia. Stanne fuori difendi la legalità!".
Il linguaggio inoltre - spiegano i rappresentanti delle istituzioni - ha una portata non indifferente fuori e dentro le campagne di comunicazione: si sta già smettendo di utilizzare appellativi evidentemente connotati come ladri o pirati e si tende a preferire termini come criminali."
!

sono rimasto senza parole.
Adesso ci vogliono raccontare che è colpa della pirateria se l'economia non gira!
Stupisce la pericolosa e continua ridefinizione dei concetti di legalità e illegalità, soprattutto per quello che riguarda l'ambito del diritto d'autore e della proprietà intellettuale. Ottusi e ammuffiti funzionari, desiderano ridurre lo sviluppo della cultura personale a fottutissime percentuali di ricavo sulle copie vendute. Pezzi di carta, pezzi di plastica e di vinile, si trasformano in oggetti mercificabili come un qualsiasi pacchetto azionario. E se compare il rischio di perdere profitti, allora dagli con campagne antipirateria indegne anche del più becero proibizionismo.

Il ragazzino che per passione, interesse, e non lucro, scarica e condivide libri, musica e film, diventa il nuovo criminale da additare alle menti benpensanti dei governanti di turno, i quali si danno l'anima per trovare la soluzione adatta per avere a tutti i costi la moglie ubriaca e la botta piena. Et voilà il cavo Tvemonti sbattersi come un mulo nel tentativo, ovviamente riuscito, di tirare fuori 5, mai come ora sprecati, milioni di euro per tentare di indottrinarci per bene su cosa sia giusto o non giusto fare con le nostre ditine sui nostri computers. Quali siti visitare, cosa leggere, cosa guardare, ma soprattutto cosa pagare, cioè il più possibile!


Ed è così che al convegno "Pirateria e criminalità audiovisiva: quando la copia danneggia il mercato", svoltosi il 30 ottobre durante l'ultima giornata degli Stati Generali del Cinema, organizzato dall'acutissimo onorevole Luca Barbareschi, si sono potute udire frasi incredibili di questo calibro:


* La pirateria è una sfaccettatura di un fenomeno di inciviltà culturale: i ragazzi che imbrattano i muri, che rovinano le suppellettili nelle scuole, che fanno le corse ubriachi sono elementi di questa società incivile che acquista prodotti contraffatti. E' fondamentale un'opera di rieducazione: bisogna insegnare ai giovani cosa è lecito e cosa è illecito. Propongo di chiamare in causa i prefetti, affinché somministrino punizioni amministrative ai giovani e ai loro genitori.

Giorgio Assumma, presidente della Siae e membro del Comitato contro la pirateria
(sì, lo stesso che leggeva la Bibbia con Paparazzi)



* L’obiettivo è quello di dichiarare guerra all’anarchia sul web. La legge non si applica perché i politici sottovalutano il problema, pensano che si tratti di quattro vu cumprà per strada. Oppure ritengono che, se i loro figli scaricano film da Internet, è una ragazzata. E invece si commette un furto: delle idee e del pensiero.

Filippo Roviglioni, presidente della Federazione contro la pirateria audiovisiva



Avete capito? Si tratta di furto: di idee e di pensiero! Di un fenomeno di inciviltà culturale! Criminali che non siete altro!
Si vuole inculcare il messaggio che chi ha intenzione di farsi una cultura gratuitamente (in tutte le sue possibili accezioni) è da trattare alla stregua di un pericoloso criminale. Chi imbratta i muri - giacchè il cemento è così bello da vedere, toccare e ammirare - è un delinquente come chi scarica un libro dal web. Questa è la loro criminalità, ridefinita a seconda del padrone da accontentare o dal borghesotto da tranquillizzare. I loro 90° stanno trasformandosi in più comodi 180°, e loro, imperturbabili, hanno il coraggio di fare dichiarazioni del genere! Mi vergogno io per loro...

Per quanto mi riguarda, credo che le mie idee e il mio pensiero non siano altro che una rimanipolazione di idee e pensieri precedentemente elaborati da altri, a loro tempo rubati nel mentre leggevo un libro, ascoltavo un disco, guardavo un film, osservavo un quadro o un'opera d'arte, o semplicemente parlavo con qualcuno.
E rubatemeli pure le mie idee e miei pensieri, che non conto di diventarci milionario!

Nessun commento: