lunedì 19 gennaio 2009

Consigli d.i.y. - #1 Pellet autoprodotti

Non sempre chi possiede una stufa a legna, riesce a procurarsi con facilità la materia prima da ardere. Così da qualche anno a questa parte, almeno in Italia, si è soliti adoperare in alternativa i più comodamente reperibili tronchetti di pellet. In realtà l'utilizzo di legno pressato come combustibile, è stato sperimentato per la prima volta sul finire degli anni '50 negli USA, per poi sbarcare in Europa (Svezia principalmente) solo negli anni '80.

Ora, avendo scoperto da poco questo incredibile sito, pieno zeppo di consigli utili sul risparmio energetico, di invenzioni bizzarre e fantasiose, il tutto in un ottica rigorosamente d.i.y. (fai da te), ecologista e mirata al riciclo, ritengo utile diffondere un metodo, tanto semplice quanto ovvio, per autoprodursi degli utili pellet da usare nella propria stufa.

Ingredienti:

Acqua
Quotidiani (preferibilmente Il Foglio, Libero e Il Giornale: c'è più gusto nel bruciarli anche se puzzano un pochettino)
1 secchio
1 mazzetta in gomma
1 tubo di plastica o metallo

1.Piegate 3 o 4 giornali e metteteli nel secchio.
2.Riempite il secchio d'acqua, piovana sarebbe il massimo (i giornali tenderanno a galleggiare, metteteci un peso sopra!).
3.Lasciate macerare i giornali per 2 giorni (se avete fretta, aggiungete uno schizzo di detersivo nell'acqua. Sarà così sufficiente lasciare i giornali ammolo solo un giorno).
4.Fate quello che fa l'omino nel video
5.Lasciateli asciugare: al sole (a 30° gradi impiegano un giorno) o vicino alla stufa accesa.

Il risultato che si dovrebbe ottenere è simile a questo

In caso di dubbi, qua c'è un comodo pdf esplicativo (anche se in inglese) con tutte le istruzioni e le foto passo per passo.
Spero vi sia utile.

1 commento:

Pel(l)acani ha detto...

In teoria quello della carta-legno sarebbe il circuito piu' virtuoso in termini di sostenibilita', impatto ambientale, utilizzo razionale delle risorse, ecc., anche senza bisogno di troppi interventi diy.
Basti pensare all'uso della segatura derivante dal taglio della legna per fare pellet, alle percentuali di riciclo della carta, all'uso degli scarti per fare pannelli.
In pratica, la sclerotizzazione di un'industria e di una politica che non sa piu' guardare al quadro d'insieme ma solo al proprio immediato profitto riesce a mandare a rotoli anche le cose piu' semplici. Proprio l'esplosione della moda dei caminetti e stufe di nuova generazione ha prodotto una domanda di pellet tale che invece di andare a ricadere positivamente su riciclo e razionalizzazione del settore e' andata semplicemente a incrementare importazioni, disboscamento, uso di sostanze chimiche.
Che mondo difficile...

p.s. per non fare i catastrofisti e prima che anche loro licenzino, consiglio di guardare all'esempio del Gruppo Saviola, una mosca bianca nel panorama italiano ma non solo.