Voi che rompete sempre le palle "che in televisione ci sono solo programmi spazzatura", "che ci sono 4 veline ogni giornalista", "che la cultura e l'informazione vengono relegate a orari improponibili", adesso la smetterete di lamentarvi.
E sapete perchè?
Perchè quell'enorme burattino tentacolare che risponde al nome Mediaset, ha deciso di stupire tutti i suoi telespettatori, andando controcorrente e mettendo nella prima serata del palinsesto di rete 4 (quella abusiva, giusto per non rischiare) un programma di approfondimento.
E chi meglio poteva condurlo se non quella marionetta lampadata di Emilio Fede?
La trasmissione non è neanche partita e già si sprecano gli elogi e gli encomi da destra e manca (ma più da destra).
L'imparzialissimo Giornale parla addirittura di "buona dose di coraggio" (e je credo...) e di "informazione pura, vecchio stile".
Il fido di Arcore, da parte sua, con la modestia tipica di certi ambienti, ammette di sentirsi "un giornalista sempre in trincea" e di aver fatto proprio il motto "un giornalista nasce e rimane inviato, senza preoccuparsi della carriera".
Già si susseguono nella mia mente le terribili immagini di Fede inviato in Kosovo a rischiare la vita sotto le bombe (...), quelle di Fede inviato in Rwanda a discettare sull'affilatezza dei machete locali (...), le immagini di Fede a Kabul che traduce i comunicati degli alqaedisti (...).
Con un'enorme dose di coraggio (questo lo dico io), si afferma addirittura che l'idea è nata dall’esperienza di Sipario notte, magazine del Tg4: "Guardando alcuni servizi strepitosi di quel programma ci siamo detti: quell’esperienza non può finire qui".
Ahahaha. Tipo quello strepitoso servizio in cui l'Emilio nazionale, commentando le immagini in diretta di alcune città italiane di notte, vaneggiava di spacciatori fantasma, presunte mignotte e di invisibili traffici di organi.
E sulla recente epurazione del collega Mentana? Sua Abbronzatura Perenne esclama gagliardo: "Io al posto suo col cavolo che mi sarei dimesso".
Non avevamo dubbi Emilio. E non ti preoccupare se hai appena smentito quanto detto poc'anzi a proposito del motto da giornalista. Sei irrecuperabile.
Dunque, non ci resta che aspettare ansiosi, con la panza che straborda dal divano, l'apparizione dell'omino nero (volevo dire abbronzato...) sullo schermo, per ritornare a vivere le grandi emozioni del giornalismo d'inchiesta. Quando Fede, giusto per chiudere con le parole del Giornale, ci faceva sognare con le "indimenticabili inchieste in Rai a Tv7 negli anni ’70: esemplare lo scoop sulle bistecche «gonfiate» con gli ormoni...".
E subito lancia un proclama che sa tanto di minaccia: "Vedrete un servizio sull'immigrazione clandestina come non lo avete mai visto".
Mmmmmmmmmmmm, non vedo l'ora.
E sapete perchè?
Perchè quell'enorme burattino tentacolare che risponde al nome Mediaset, ha deciso di stupire tutti i suoi telespettatori, andando controcorrente e mettendo nella prima serata del palinsesto di rete 4 (quella abusiva, giusto per non rischiare) un programma di approfondimento.
E chi meglio poteva condurlo se non quella marionetta lampadata di Emilio Fede?
La trasmissione non è neanche partita e già si sprecano gli elogi e gli encomi da destra e manca (ma più da destra).
L'imparzialissimo Giornale parla addirittura di "buona dose di coraggio" (e je credo...) e di "informazione pura, vecchio stile".
Il fido di Arcore, da parte sua, con la modestia tipica di certi ambienti, ammette di sentirsi "un giornalista sempre in trincea" e di aver fatto proprio il motto "un giornalista nasce e rimane inviato, senza preoccuparsi della carriera".
Già si susseguono nella mia mente le terribili immagini di Fede inviato in Kosovo a rischiare la vita sotto le bombe (...), quelle di Fede inviato in Rwanda a discettare sull'affilatezza dei machete locali (...), le immagini di Fede a Kabul che traduce i comunicati degli alqaedisti (...).
Con un'enorme dose di coraggio (questo lo dico io), si afferma addirittura che l'idea è nata dall’esperienza di Sipario notte, magazine del Tg4: "Guardando alcuni servizi strepitosi di quel programma ci siamo detti: quell’esperienza non può finire qui".
Ahahaha. Tipo quello strepitoso servizio in cui l'Emilio nazionale, commentando le immagini in diretta di alcune città italiane di notte, vaneggiava di spacciatori fantasma, presunte mignotte e di invisibili traffici di organi.
E sulla recente epurazione del collega Mentana? Sua Abbronzatura Perenne esclama gagliardo: "Io al posto suo col cavolo che mi sarei dimesso".
Non avevamo dubbi Emilio. E non ti preoccupare se hai appena smentito quanto detto poc'anzi a proposito del motto da giornalista. Sei irrecuperabile.
Dunque, non ci resta che aspettare ansiosi, con la panza che straborda dal divano, l'apparizione dell'omino nero (volevo dire abbronzato...) sullo schermo, per ritornare a vivere le grandi emozioni del giornalismo d'inchiesta. Quando Fede, giusto per chiudere con le parole del Giornale, ci faceva sognare con le "indimenticabili inchieste in Rai a Tv7 negli anni ’70: esemplare lo scoop sulle bistecche «gonfiate» con gli ormoni...".
E subito lancia un proclama che sa tanto di minaccia: "Vedrete un servizio sull'immigrazione clandestina come non lo avete mai visto".
Mmmmmmmmmmmm, non vedo l'ora.
6 commenti:
"informazione pura, vecchio stile"
tiro a indovinare quanto vecchia? 80 anni, ventennio piu' o meno, possono andare?
il pensiero del servizio sull'immigrazione non mi fara' dormire per notti intere
Emilio è animato da due sentimenti principali: L'astio da esclusione, a causa di epurazioni antisocialiste avvenute anni orsono in Rai ed il complesso dell'Eterna riconoscenza, dove magnati un pò burini, salvano puttanieri col mordente all'acqua sui capelli, da debacles di tavoli da gioco. Conosco la stirpe dei riconoscenti. Nel mio paese vi è un combriccola di borghesucci, la quale ruota attorno ad un ricco giovane. Essi vivono di luce riflessa di questo uomo, come se la sua vicinanza potesse arricchirli automaticamente. Sono a disposizione delle sue grazie, glorificando i suoi beni, compiacendolo nelle sue scelte, ma andando a dormire la sera, sperando in lasciati di testamenti dovuti a malattie improvvise , complottando con le querule consorti, ogni sorta di anatema sulle fortune altrui. Questi individui sono arroganti con i sottoposti e servili con i potenti. Lavorano nell'odio della loro condizione e nella speranza del male comune che li faccia sentire meno mediocri.
il luogo dove abita grande favollo sembra il convitto di una scuola di formazione politica di uno dei due grandi partiti italiani
Il mio convitto è la mia partita Iva che mi ha permesso di mandare affanculo un senatore del pd quando mi ha proposto un lavoro statale in cambio della mia penna. Campo quattro persone impastando calce, a dispetto delle banche che mi protestano assegni per 11 euro. Quando metteret la firma sotto un articolo di paese, andando contro i Vs interessi, capirete che il sottoscritto a quel convitto non è stato fatto mai entrare. Linsegnamento che dò alle mie figlie è uno solo: dignità anche quando si fanno i pompini. Mi odiano i fascisti, mi odiano i comunisti, amo leggere Bufalino, al posto di Marcuse, mi prudono i coglioni quando vedo Rutelli che parla di Froci in vaticano e conosco le bestie del mio ovile...
hai capito il favollo!
bravo. belle parole.
bufalino non lo conosco, ma rimedierò.
Mi piace il tuo blog. Ho rinunciato alla pistola da anni. Non faccio come la Guzzanti. Quando si odia il nemico, non lo si offende in piazza ma si spara. Riesco a comprendere la nullità segnica delle proteste web, perchè si scontra davanti al muro di una umanità bovina e narcotizzata. Sono un artigiano dai rigurgiti zaristi. Credo nel lavoro come mezzo per il benessere della comunità. Odio i falsi profeti davanti ai video, sulle sedie ergonomiche. Amo la discussione per la diversità di vedute e disprezzo la moralità pelosa. So parlare terra terra al mio manovale e riesco a tenere a bada i cravattosi manager. Ma ho difetti da vendere. Uno tra tutti, mettere in difficoltà economiche la mia famiglia per non piegarmi a vergognosi compromessi. Non avendo fortune nascoste, è l'unica cosa che posso dare in lascito alla mia progenie. Detto questo grazie per lo spazio e perdono per lo sciorinamento del mio ( eh stikazzi!) curriculum.
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