venerdì 13 febbraio 2009

"C'ho il target giovane..."

In questo periodo si sono verificati tanti, troppi casi di violenza nei confronti delle donne, ma soprattutto l'attenzione dei media si è focalizzata molto e strumentalmente su questo argomento.

Come se non bastasse, in alcune città italiane, sono apparsi dei manifesti pubblicitari che confermano una volta di troppo la già evidente dominazione dell'uomo sulla donna e l'impostazione maschilista dellla società.
Questi cartelloni raffigurano due sbirri che con fare animalesco "perquisiscono" due stangone semi nude (ovvero le donne più a rischio stupro, secondo il premier) sodomizzandole da dietro e palpandole sotto la minigonna, il tutto condito da un pò di virile sudore.
Due sono le cose evidenti: la subdola istigazione allo stupro e l'abuso di potere.
Chi sarà la mente disturbata che ha partorito questo scandoloso manifesto?

Sentiamo le parole del responsabile di tale marchio:
"Non c'e' alcun desiderio di rappresentare la donna come oggetto, ne' tanto meno di incentivare la violenza nei suoi confronti. Ci dispiace se la campagna puo' aver generato reazioni contrarie e di questo non possiamo che scusarci". E' quanto ha dichiarato all'ADNKRONOS l'ad del marchio Relish, Alessandro Esposito, dopo aver appreso la notizia dell'ordinanza del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che vietera' l'affissione dei manifesti Relish.

"Tuttavia appare evidente che le immagini hanno un notevole contenuto di ironia - ha proseguito l'ad di Relish - e la campagna utilizza un linguaggio di comunicazione ironico e trasgressivo in linea con il target del brand. L'espressione della donna non e' allarmata come sarebbe invece se la situazione rappresentata fosse effettivamente drammatica. Anzi e' addirittura leggermente beffarda per cui appare evidente che tutta la situazione e' un'iperbole, ben lontana dall'essere vera. Questa censura da parte del mondo politico cosi' come la minaccia di azioni repressive quali la rimozione della campagna - ha denunciato Esposito - sembrano essere il consueto tentativo di distogliere l'attenzione da problemi molto piu' gravi e seri. Problemi che meriterebbero l'attenzione e lo spazio che i mezzi di comunicazione stanno dedicando a noi.
[...]
Relish e' un'azienda giovane e dinamica, una delle poche realta' industriali che, in questo momento di crisi, registra una tendenza positiva sia in termini economico-finanziari che di occupazione - ha concluso - Mi chiedo in un Italia che economicamente sta crollando, proprio quel poco che c'e' di sano deve essere ostacolato?"

Che se ne vada in culo, lui, il brand, il target, il marchio giovane, il linguaggio trasgressivo, la sua ironia del cazzo e "quel" (suo) poco che c'è di sano in Italia.
E dico così perchè il target del mio blog è giovane e dinamico e il linguaggio s'ha da essere trasgressivo e ironico. E ci tengo a quel poco che c'è di sano in Italia.

In ogni caso, senza attendere le decisioni dall'alto, bisogna agire subito, proprio come hanno fatto le donne di Padova (vedi video) e boicottare il marchio Relish.

Leggetevi anche i post di Femminismo a sud e Alberto sul caso.

2 commenti:

Pel(l)acani ha detto...

C'e' anche lo stereotipo del negro (termine non volgare ma espressione dinamica e giovane dei raduni della lega con birra e riti pagani celtici annessi) che sicuramente ce l'avra' grossissimo.

Questi fan quasi venir voglia di tenere in tasca due talebani da lanciargli contro all'uscita di una discoteca fescion milanese.

Pel(l)acani ha detto...

p.s. ti "rubo" la foto che non sapevo come illustrare il mio post