domenica 1 febbraio 2009

Ciò che si insegna attraverso la paura rende il sapere timoroso

Niente è più ignobile della paura, che abbassa l'uomo alla bestia braccata, ed io non concepisco che la si possa tollerare né da parte dell'allievo né da quella del professore. Nulla progredisce attraverso il terrore se non il terrore stesso. Quand'anche le direttive pedagogiche si sfiancassero a privilegiare il principio che mi sembra la condizione di un vero apprendimento della vita: togliere la paura e dare la sicurezza, bisognerebbe, per applicarlo, fare della scuola un luogo in cui non regnano né autorità né sottomissione, né forti né deboli, né primi né ultimi. Finché non formerete una comunità di allievi e di insegnanti appassionati a perfezionare ciò che ciascuno ha di creativo in sé, avrete un bell'indignarvi della barbarie sotto ogni forma, del fanatismo religioso, del settarismo politico, dell'ipocrisia e della corruzione dei governanti, non scaccerete né gli integralismi, né le mafie della droga e degli affari, perché vi è nell'organizzazione gerarchizzata dell'insegnamento un fermento sornione che predispone al loro dominio.
Ora che le ideologie di sinistra e di destra si sciolgono al sole della loro comune menzogna, l'unico criterio di intelligenza e di azione risiede nella vita quotidiana di ciascuno e nella scelta alla quale ogni istante lo confronta, tra ciò che afferma la propria vita e ciò che la distrugge.
[...]
Non intravvedo altro modo di finirla con la paura e la menzogna che ne consegue se non in una volontà ravvivata incessantemente di godere di sé e del mondo. Imparare a sgarbugliare ciò che ci rende più vivi da ciò che ci uccide è la prima delle lucidità, quella che dà il suo senso alla conoscenza.

Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1996

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